Avvocato concistoriale

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L'Avvocato concistoriale è stata una figura professionale voluta dalla Chiesa che, durante il concistoro, perorava le cause di canonizzazione e di beatificazione.

Nel VI secolo con san Gregorio Magno la Santa Sede si dotò di sette difensori della Chiesa, che aiutavano il papa e i cardinali nelle loro scelte. Poi nel 1130 papa Innocenzo II assegnò il compito di patrocinare le cause davanti al Sommo Pontefice ai procuratori dei sacri Palazzi Apostolici.

Fu papa Benedetto XII, con la costituzione apostolica Decens et Necessarium, del 26 ottobre 1340, che divise gli avvocati della Curia in due collegi distinti, quello degli avvocati concistoriali e quello dei procuratori dei sacri Palazzi Apostolici.

Papa Sisto IV nel 1471 stabilì che il collegio degli avvocati concistoriali fosse formato da dodici membri. Erano considerati familiari e commensali del papa. Poiché in origine erano un collegio prelatizio, avevano diritto a indossare l'abito da chierico anche se laici, e potevano ricoprire incarichi ecclesiastici. Nel 1587 papa Sisto V concesse loro il rettorato dell'Università la Sapienza.

Papa Giovanni Paolo II con il motu proprio Iusti Iudicis del 28 giugno 1988 riordinò integralmente la materia riguardante l'esercizio della funzione dei patroni e degli avvocati presso i dicasteri della Curia Romana e il patrocinio delle cause della stessa Santa Sede. Da allora sono distinti in Avvocati presso la Curia romana e Avvocati della Santa Sede.

Bibliografia
  • Giovanni Paolo II, Lettera apostolica "Iusti Iudicis" online
  • Vocabolario Treccani online