Chiesa

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Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, interno, navata centrale

Il termine Chiesa deriva dal greco ἐκκλησία, ekklesía che vuol dire "comunità" oppure "convocazione". Nell'Antico Testamento, infatti, per Chiesa si indicava l'assemblea del popolo di Dio riunita per il culto e, nel Nuovo Testamento, l'assemblea dei credenti riunita in Cristo per mezzo del Battesimo e della comune fede in Dio, secondo il messaggio di Gesù Cristo predicato dagli Apostoli. Essa quindi, in definitiva, è la comunione dei battezzati, che fanno unico Corpo con il loro Signore e fra di loro.

San Paolo, nei suoi vari scritti, paragona la realtà della Chiesa a quella dell'organismo vivente, nel quale ogni membro svolge una specifica funzione per l'intero beneficio di sé stesso e dell'intero corpo (Prima Lettera ai Corinzi) delineando, all'interno di una sola comunità, una molteplicità di doni e di carismi operati dallo Spirito Santo per la vita dei singoli e della comunità ecclesiale stessa.

Nelle varie citazioni del Nuovo Testamento, la Chiesa assume varie altre denominazioni quali Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Sposa di Cristo, Edificio di Dio.

Teologia

La Chiesa cattolica si intende come Corpo Mistico di Cristo di cui lo stesso Gesù è il capo spirituale. Secondo la definizione del Catechismo Tridentino, "essa è divisa in due parti: la chiesa trionfante, cioè coloro che godono la beatitudine eterna e la chiesa militante, cioè l'insieme di tutti i fedeli che ancora vivono sulla terra... Nella Chiesa militante vi sono due specie di uomini: i buoni e i cattivi. I cattivi partecipano dei medesimi sacramenti e professano la stessa fede dei buoni, ma ne differiscono per la vita e i costumi. Buoni sono quelli i quali sono congiunti e stretti tra loro non solo dalla professione della fede e dalla comunione dei sacramenti, ma anche dal soffio della grazia e dal vincolo della carità".[1]

Nell'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, riprendendo delle definizioni più antiche, si afferma che ciascun cristiano col battesimo partecipa con Cristo alla sua missione sacerdotale (consacrazione), profetica (annuncio della parola) e regale (servizio al fratello). A ciò va aggiunto il cosiddetto "sacerdozio ministeriale", cioè l'ordine sacro, in particolare quello dei vescovi, chiamati vicari di Cristo, in quanto governano la Chiesa in suo nome. In particolare il vescovo di Roma, cioè il Papa, svolge uno speciale "primato".

Nel corso dei secoli, in seguito a diverse interpretazioni teologiche e anche a problematiche storiche, si sono ramificate numerose comunità ecclesiali con diverse teologie. La branca della teologia che studia la natura delle "chiese" viene detta "ecclesiologia".

Icona raffigurante i vescovi del Primo Concilio di Nicea sostenere il Credo Niceno.

Attualmente la Chiesa cattolica riconosce come Chiese quelle che possono contare sulla successione apostolica (termine coniato da Sant'Ireneo di Lione). In questa categoria, oltre alla Chiesa cattolica, rientrano anche le Chiese ortodosse, mentre le "chiese" della riforma sono generalmente chiamate comunità ecclesiali.

Nel primo millennio infatti la Chiesa cristiana era composta dai Patriarcati di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, inizialmente tutti su un piano di parità. Successivamente, in virtù di differenziazioni storiche, politiche e culturali tra il Papa (vescovo di Roma cui l'Oriente attribuiva un primato d'onore ma l'Occidente già riconosceva un primato più effettivo, anche giurisdizionale) e il Patriarca di Costantinopoli (primus inter pares della Chiesa orientale) cominciarono una serie di incomprensioni e scontri, sia per motivi di supremazia che per ragioni teologiche e liturgiche. Si giunse così, decretato da scomuniche reciproche nel 1054, allo scisma tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Ortodossa. Gli ortodossi non riconoscono il primato del Papa, né le innovazioni che a mano a mano nei secoli vennero introdotte dalla cristianità d'Occidente.

I protestanti, nel tentativo di "riformare" la Chiesa e cioè di riportarla alla forma che aveva alla sua origine, si rifanno al concetto di Chiesa espresso nel Nuovo Testamento di "comunità dei credenti".

Quasi tutte le confessioni cristiane comunque, al di là delle divisioni, nel Simbolo niceno-costantinopolitano definiscono la chiesa una (oltre a santa, cattolica ed apostolica), in quanto uno è il capo pur nella diversità delle membra: Cristo. Tale concetto di unità viene interpretato in maniera diversa nelle varie comunità cristiane, ma comune è lo sforzo nella ricerca del ritorno a una piena unità della chiesa: tale movimento si chiama ecumenismo.

Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del cristianesimo

La Chiesa ha origine nel I secolo, inizialmente costituendosi all'interno della religione ebraica (di cui era considerata una setta). Con la predicazione di Paolo di Tarso si formano anche comunità di "gentili", cioè di persone di origine non ebraica, prevalentemente di cultura ellenistica. Nel II secolo le Chiese giudeo-cristiane (quelle vicine all'ebraismo) vengono progressivamente estromesse dall'ebraismo che sta riorganizzando le proprie strutture e basi religiose dopo la crisi della distruzione del Tempio del 70, mentre le Chiese dei gentili continuano a espandersi. Gli storici indicano col termine "Grande Chiesa" l'insieme delle comunità derivate dai vari apostoli (sia quelli di Gerusalemme che quelli legati a Paolo di Tarso) che più avanti confluiranno nella Grande Chiesa unita (cattolica e ortodossa) del primo millennio, per distinguerle dai gruppi marginali di ispirazione cristiana che elaborano particolari dottrine che non saranno accettate dalla maggioranza, come gli ebioniti e gli gnostici.

Una seconda fase della Chiesa è quella della patristica, cioè la formazione di un corpus di commenti alle Scritture, dispute con gli eretici e apologie nei confronti del "paganesimo" e del Giudaismo, dovuto a scrittori, spesso ecclesiastici, continuamente spronati a ripensare le dottrine del cristianesimo nell'ambito della cultura dell'epoca. In quest'epoca comincia a sentirsi l'esigenza di un canone di scritture specifico cristiano da accostare a quello ebraico, che fino ad allora era stato considerato l'unico necessario, nella forma precedente alla distruzione del Tempio.

A partire dal IV secolo si pone anche il problema del rapporto con lo Stato, in particolare l'Impero Romano, dopo che il cristianesimo cambia lo status giuridico, da religione prima illecita (fino a Costantino I), a religione tollerata ad, infine, religione di Stato, con Teodosio I. Comincia progressivamente a differenziarsi anche la mentalità delle Chiese latine rispetto a quelle greche e con i Concili ecumenici si assiste a una definizione rigorosa dell'ortodossia e alla formazione di un linguaggio teologico specifico cristiano, mutuato dalla filosofia greca. Ciò comporta anche il distacco di alcune chiese "etniche" dall'alveo della Grande Chiesa (vedi Chiese orientali antiche), che ormai viene comunemente indicata come Chiesa cattolica e ortodossa.

Altri usi del termine

Con riferimento all'ambito cattolico, il termine Chiesa viene talora impropriamente usato per indicare il clero, cioè i battezzati che hanno ricevuto l'ordine sacro, in contrapposizione al termine "laico" ugualmente usato in modo improprio per indicare non cristiano, aconfessionale o non credente.

Come già accennato, il termine Chiesa è usato in modo diverso dalle Comunità ecclesiali di tradizione protestante e, per analogia, dalle istituzioni di altre religioni per autodefinirsi.

Protestantesimo

"...Una sola Chiesa santa durerà per sempre. La Chiesa è la congregazione dei Santi, in cui i Vangeli sono insegnati nel modo corretto e i sacramenti correttamente amministrati." - Confessione Augustana.

Esistono varie definizioni di Chiesa all'interno del Protestantesimo, a seconda delle diverse correnti che compongono questo variegato mondo e delle diverse epoche.

Una definizione classica è quella contenuta nella Confessione Augustana, redatta dal teologo luterano Filippo Melantone nel 1530:

« La Chiesa è la congregazione dei Santi, in cui il Vangelo è rettamente insegnato e i sacramenti correttamente amministrati. »
« Sebbene la Chiesa sia l'insieme dei Santi e dei veri credenti, poiché in questa vita vi sono strettamente mescolati ipocriti e peccatori, resta comunque valevole il sacramento amministrato da tali persone [...] Sia i sacramenti, sia la Parola hanno effetto a motivo della loro istituzione da parte di Cristo a prescindere dal loro venire amministrati da uomini indegni. »

Lutero, nel trattato del 1539 "I Concili e la Chiesa", indica che la Chiesa è riconoscibile dalle seguenti caratteristiche:

  1. possiede la Parola di Dio, in diversi gradi di purezza
  2. vi è amministrato il battesimo
  3. dal "santo sacramento dell'altare" (eucaristia), a prescindere dalla santità di chi lo amministra
  4. dal potere delle chiavi, nell'uso pubblico e privato, cioè la scomunica e l'assoluzione individuale
  5. dal fatto che consacra o chiama i ministri
  6. dalla preghiera, cioè la pubblica lode e azione di grazie... si cantano salmi, si impara il catechismo, il credo, il decalogo
  7. dalla santa croce

Altre religioni

Nonostante il termine Chiesa sia proprio del cristianesimo, anche altre comunità non cristiane per analogia si sono definite o sono state definite Chiese.

Note
Bibliografia
  • Giovanni Iammarrone, Gesù Cristo e la Chiesa in san Tommaso d'Aquino, Miscellanea francescana, Roma 1997
  • Vito Mignozzi, Come un sacramento - Uno stile per essere Chiesa oggi, Tau, Todi 2011
  • Roberto Repole, Chiesa, Cittadella, Assisi 2015
  • Salvador Piè-Ninot, Ecclesiologia. La sacramentalità della comunità cristiana, Queriniana, Brescia 2008
  • Erio Castellucci, La famiglia di Dio nel mondo. Manuale di ecclesiologia, Cittadella, Assisi 2008
  • Marcello Semeraro, Mistero, comunione e missione. Manuale di ecclesiologia, EDB, Bologna 1997
  • Luigi Giussani, Perché la Chiesa - Volume terzo del PerCorso, Bur, Milano 2005
Collegamenti esterni