Basilica di Sant'Elena Imperatrice (Quartu Sant'Elena)
Basilica di Sant'Elena Imperatrice (Quartu Sant'Elena) | |
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Quartu Sant'Elena, Basilica di Sant'Elena Imperatrice (1809 - 1825) | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Cagliari |
Comune | Quartu Sant'Elena |
Diocesi | Cagliari |
Religione | Cattolica |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Sant'Elena imperatrice |
Stile architettonico | Neoclassico |
Inizio della costruzione | 1809 |
Completamento | 1825 |
Data di consacrazione | 1828 |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Basilica di Sant'Elena Imperatrice è la chiesa principale di Quartu Sant'Elena (Cagliari), dedicata a Sant'Elena imperatrice, patrona della città. Sorge sull'omonima piazza del centro storico. La basilica è a capo della forania di Quartu Sant'Elena. È l'unica basilica dedicata a sant'Elena. E' affidata al clero diocesano.
Storia
Prima chiesa
La più antica chiesa cittadina dedicata a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino I, fu costruita alla fine della prima metà del XII secolo in stile romanico. La chiesa era costituita da tre navate, la centrale larga il doppio rispetto alle laterali, collegate tramite una serie di archi a tutto sesto costruiti su colonne e capitelli di reimpiego. Questa chiesa non era grande, ma era sufficiente alle esigenze di "Quarto domino"", uno dei paesi che avrebbero formato l'attuale città.
Seconda chiesa
Tra il Quattrocento e il Cinquecento, la chiesa venne demolita poiché non soddisfaceva più le esigenze dei quartesi. La nuova struttura era più grande della precedente, presentava uno stile gotico sardo-catalano ed era costituita da una sola navata con la volta a crociera. L'abside era quadrata e più bassa rispetto al resto della chiesa. Tra il XVI e il XVIII secolo nella chiesa vennero costruite nove cappelle. Nel 1590 la copertura piramidale del campanile fu rivestita con delle mattonelle nere. Nello stesso anno, tutta la chiesa fu restaurata, comprese l'abside, la Cappella di Sant'Antonio da Padova e la sacrestia. Spesso la chiesa venne restaurata, allargata e modificata anche nello stile fino a che, nel 1775, un incendio distrusse quasi completamente la chiesa e si decise di ricostruirla ex novo.
Chiesa attuale
Nel 1780, l'ingegnere piemontese Cochis, effettuò un sopralluogo insieme all'architetto luganese Carlo Maino e il Maestro Muratore Beppe Boy. Nell'ultimo decennio del Settecento, si aggiunsero i tentativi di invasione da parte dei francesi, la rivolta popolare e la conseguente cacciata dei piemontesi, la carestia e le difficoltà economiche. Nel 1804 si ricominciò a parlare della costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Nel 1828 la chiesa fu ufficialmente benedetta.
Il grande restauro del 1996-1999
Nel 1996, la chiesa appare bisognosa di un restauro completo; esso termina nel 1999 e la nuova mensa viene benedetta dall'arcivescovo mons. Ottorino Pietro Alberti.
Il 19 luglio 2007, papa Benedetto XVI l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]
Elementi architettonici
Esterno
La facciata, in stile neoclassico, è conclusa da un timpano triangolare e divisa in due da una cornice marcapiano.
Interno
L'interno è a croce latina, costituito da un'aula mononavata con volte a botte divisa da archi a tutto sesto che scandiscono le tre campate. I sottarchi scaricano su pilastri cruciformi, su cui sono impostati anche gli archi a pieno centro che immettono nelle sei cappelle (tre per lato). Il presbiterio, sopraelevato di due gradini, domina la chiesa; il suo pavimento (modificato nell'ultimo restauro) è in marmi pregiati, come quello del coro retrostante.
Tra la navata centrale e il transetto sinistro si trova il pulpito marmoreo in stile barocco scolpito da Pietro Pozzo nel 1741, con paravoce in legno policromo e dorato, intagliato da Domenico Denegri.
- Cappella della Vergine Assunta. La cappella è dedicata dal 1859 all'Assunta, che è raffigurata, secondo la tradizione bizantina, addormentata (Dormitio Virginis).
- Cappella del Santissimo Sacramento. Sorge dove fino al restauro del 1996-99 sorgeva la cappella del Rosario e l'omonimo oratorio.
- Cappella Battesimale. E' dominata dal gioioso fonte battesimale realizzato con marmi policromi da Antonio Sagino nel 1735 su iniziativa del canonico prebendato don Emanuele Manca, quando era procuratore della chiesa il venerabile don Giovanni Battista Maramaldo.
- Cappella di San Gabriele dell'Addolorata. La cappella è stata realizzata, con marmi vari. Al centro ospita una grande tela dipinta ad olio, da Bacicia Scano, che realizzò gran parte degli affreschi della chiesa.
- Cappella del Sacro Cuore di Gesù. La cappella in legno policromato ha l'altare ligneo più antico della chiesa. Venne realizzato nel 1718, per la precedente chiesa, da Juan Recupo e da Sisinnio Lay.
Transetto
- Cappella della Madonna del Rosario. Nel restauro del '96/'99 ha ritrovato il colore azzurro del fondo e l'oro zecchino delle colonne.
- Cappella del Santissimo Crocefisso. Sorge nel braccio destro del transetto. Ornato da simboli eucaristici, l'altare in stile neoclassico venne realizzato da Andrea Ugolio nel 1844 a nell'unica nicchia accoglie il Crocifisso ligneo del 1764.
Presbiterio
L'altare maggiore separa l'area presbiteriale dal coro retrostante. Fu realizzato con marmi policromi ed in stile barocco da Giovanni Battista Franco tra il 1815-1818. La nuova mensa realizzata in marmo bianco e bronzo nel 1999 da Francesco Virdis, ospita bassorilievi raffiguranti la vita della Patrona.
Gli affreschi
La Basilica di Sant'Elena Imperatrice è una delle poche chiese sarde affrescate. Gli affreschi vennero realizzati dalla ditta Battista Scano & F. Puddu tra il 1924 e il 1940, eccetto quelli delle cappelle battesimale e dell'Assunta che sono stati realizzati durante l'ultimo restauro da B. Anedda e A. Puddu.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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