Festa di San Gerardo (Potenza)
Festa di San Gerardo (Potenza) | |
Sfilata dei Turchi (manifesto) | |
Festa patronale Rievocazione storica | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | San Gerardo di Potenza,patrono della città |
Chiamata anche | Parata Storica o Sfilata dei Turchi |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | Potenza |
Comune | Potenza |
Luogo specifico | vie e piazze del centro storico |
Diocesi | Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo |
Periodo | Primavera |
Data inizio | 29 maggio |
Data fine | 30 maggio |
Data d'istituzione | 1578 |
Organizzata da | Comune di Potenza |
Tradizioni religiose | processione |
Tradizioni folcloristiche | sfilata |
Informazioni | turchi@comune.potenza.it |
Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia Sito ufficiale del Forum Nazionale dei Giovani - Meraviglia Italiana | |
La Festa di San Gerardo, detta anche Parata Storica dei Turchi, si svolge annulamente a Potenza, dal 29 al 30 maggio, in onore di san Gerardo ovvero Gerardo La Porta (seconda metà XI secolo - 1119), arcivescovo e patrono della città. La festa è caratterizzata rievocazione detta Parata Storica dei Turchi.
Storia
Esistono due tradizioni diverse che fanno derivare la Parata da due periodi storici differenti:
- la prima narra che, all'inizio del XII secolo, una nave turca abbia risalito il fiume Basento con lo scopo di invadere la città di Potenza, ma ad aspettarli vi era l'allora vescovo, San Gerardo, il quale con un suo intervento miracoloso respinse l’avanzata turca;
- la seconda fonte la fa risalire al 24 giugno 1578, quando il conte Alfonso de' Guevara giunse a Potenza: il popolo organizzò in suo onore una grande festa ed attese il conte vicino al fiume Basento, ai piedi della città. Vennero, allora, edificati tre castelli e venne simulata una battaglia contro i turchi e la loro sconfitta: questa rappresentazione voleva celebrare la Battaglia di Lepanto del 1571.
Descrizione
La Parata è una rievocazione storica con oltre 500 figuranti, che racconta attraverso i costumi, i complementi, gli accessori, le armi, tre differenti periodi storici: XII, XVI e XIX secolo.
L'itinerario della parata, che si tiene il 29 maggio, percorre alcune vie e piazze del centro storico, a partire da Viale Marconi fino a Largo Duomo, davanti alla Cattedrale, dove ci si dà appuntamento al giorno successivo (30 maggio) per la Messa solenne e la processione del Santo patrono.
Ottocento
La prima parte della sfilata fa riferimento alla seconda metà del XIX secolo, proponendosi di ricostruire la vita lucana con il suo ambiente articolato e complesso che porta alla luce la struttura composta sociale da: nobili, borghesi religiosi, artigiani, contadini. La prima parte della parata utilizza come riferimento storico il volume di Raffaele Riviello sulle tradizioni potentine e sugli ambienti cittadini nell'Ottocento. Questa ricostruzione da la possibilità alla gente di fare un tuffo nel passato e di rivivere momenti di profonda umanità, spiritualità e socialità. In particolare attraverso i costumi: infatti, oltre alla scontata moda borghese che utilizza canoni stilistici e stoffe pregiate, prodotte nelle botteghe napoletane, appare un mondo artigiano, popolare e contadino di straordinario interesse stilistico e per tecniche di realizzazione complesse. La caratteristica degli abiti ci consente di comprendere quanto complesso era la società ottocentesca e quanto diversa per tipologia erano gli abiti secondo il ceto sociale. Citiamo alcuni costumi da festa: i contadini con la muranna (ossia "mutanda" termine che indica l’insieme del vestito), le contadine con abiti semplici, le donne del ceto medio pacchiane con la gonna ricca di pieghe (sottaniell’nculunnare), gli artieri con i loro costumi bizzarri, scarpe verniciate e cappelli in seta a tubo.
Cinquecento
La seconda parte della sfilata fa riferimento alla metà del XVI secolo e ed utilizza come fonte storica gli affreschi del pittore lucano Todisco, in particolare la Battaglia di Otranto nei quali raffigura uomini latini e turchi in armi.
La ricostruzione storica è quella più articolata proprio per la presenza di una grande diversità di temi e di situazioni, militare, religioso, civile ecc. Infatti, il Rinascimento fu periodo complesso e di forte caratterizzazione sia per i costumi militari latini e turchi sia per costumi della famiglia Guevara e della sua corte, d'influenza spagnola, del popolo potentino, dei giullari dei musici, delle odalische, dei religiosi e degli amministratori. La peculiarità del costume rinascimentale sia maschile, sia femminile è espressa con tessuti operati e in volumi geometrici. Di particolare interesse stilistico l’equipaggiamento militare, sia dei latini che dei turchi, in armi, di cuoio o di velluto, che di rappresentanza politica.
Medioevo
La terza parte della parata è caratterizzato dalla ricostruzione storica medievale (XII secolo), con paricolare riverimento a san Gerardo ed al suo episcopato potentino (1111 - 1119). In questa parte della sfilata sono da osservare gli abiti dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e degli ecclesiastici.
Tradizioni recuperate
Di recente sono state recuperate due antiche tradizioni legate a San Gerardo e alla Parata dei Turchi: la Iaccara e i Cinti.
Iaccara
Dal 2009, dopo oltre un secolo di abbandono, è stata reintrodotta questa antica tradizione di cui si trova testimonianza in alcuni documenti storici.
All'interno della Parata, è situata la cosiddetta Iaccara, un fascio di canne e legna (lungo circa 12 metri, del diametro di circa un metro e pesante circa una tonnellata), che viene portata a spalla, da 20 devoti, in costume tradizionale potentino, ed è manovrata grazie al coordinamento degli "iaccàri" con il "capoiaccara", che dà ordini assistito da quattro aiutanti. Considerate le dimensioni ragguardevoli e il peso elevato, la manovra in sicurezza della Iaccara per le vie del centro storico richiede un grande affiatamento tra i portatori, una solida esperienza e la rigida definizione dei ruoli.
Durante la Sfilata della Iaccara una figura burlesca, seduta a cavalcioni sul fascio, apostrofa gli spettatori spiegando che la Iaccara non è di chi la porta, né di chi la guarda, ma è di San Gerardo. La Iaccara, alla fine del percorso, viene innalzata a braccia, scalata dal "capoiaccara" ed incendiata in onore del Santo.
Cinti
Un altro elemento caratteristico che precedeva la Sfilata dei turchi era la costruzione dei "cinti", che venne effettuata fino al 1902. Essa consisteva nel realizzare in onore di San Gerardo delle grandi strutture fatte di ceri e fiori (in particolare ginestre). Si organizzavano delle competizioni per la costruzione del cinto più bello. Chi vinceva aveva in palio due orecchini d'oro, mentre gli altri partecipanti ricevevano un foulard: questa consuetudine è stata reintrodotta nella parata del 2012.
Riconoscimenti
- Il Ministero per il Turismo italiano ha premiato questa manifestazione con il riconoscimento di Patrimonio d'Italia per la tradizione.
Patrimonio d'Italia per la tradizione 2011
- L’Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
- Il Forum Nazionale dei Giovani ha riconosciuto l'evento, quale Meraviglia Italiana
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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