Forum Permanente del Terzo Settore

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Il Forum Permanente del Terzo Settore riunisce le principali realtà dell'Associazionismo, della Cooperazione Sociale, della Solidarietà Internazionale, del Volontariato, e delle Fondazioni che operano nel nostro Paese. Ha come principale obiettivo il coordinamento e la rappresentanza di tutto questo mondo per renderne più incisivo il suo ruolo sociale, politico ed economico.

Svolge una funzione di interlocuzione nei confronti del Governo, delle Istituzioni e di tutte le parti politiche e sociali.

I suoi principali obiettivi sono:

sociali e di diritti di cittadinanza

Storia

Venne ufficialmente costituito come associazione il 19 giugno 1997. Oggi vi aderiscono 93 organismi nazionali. Sulla base di un patto associativo coerente con quello nazionale si sono costituiti 16 Forum regionali ai quali aderiscono le realtà della società civile che operano localmente in una rete che rappresenta oltre 12 milioni di cittadini.

Tappe fondamentali di questo cammino sono state:

Si insedia anche l'Agenzia per le Onlus, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché, su tutto il territorio nazionale, sia perseguita una "uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa e regolamentare"[4] concernente le ONLUS

Nel 2010 l'Enciclica Caritas in Veritate valorizza il terzo settore sostenendo che tutta l'economia deve essere ripensata alla luce del bene comune.[5]

Principali settori d'intervento

Riguardano le attività di economia civile legate alla cultura d'impresa, del dono e della mutualità. Gli ambiti nei quali si esercita la presenza dei soggetti sono: educazione, lotta alla povertà, diritti dei cittadini, degli anziani, dei minori e degli immigrati, cooperazione allo sviluppo,finanza etica, welfare, pace, ambiente.

Negli ultimi dieci anni sono stati realizzati vari progetti di interesse comune come:

Elenco delle associazioni aderenti

ACLI, ADICONSUM, A.G.C.I., AGESCI, Ai.Bi., AICS, ANOLF, ANPAS, ANSI, ANT, ANTEA, ARCI, ARCIRAGAZZI, Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione per la Pace, Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti, AUPTEL, AUSER, AVIS, CILAP, CIPSI, CISP, Cittadinanza Attiva-MFD, CNCA, CNV, COCIS, Comitato per il Telefono Azzurro, Comunità Emmanuel, Comunità di Capodarco, Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia, Conferenza dei Presidenti delle Associazioni e delle Federazioni di Volontariato, Consorzio Etimos, CSI, CTG, CTM, CTS, EMMAUS Italia, ENDAS, EVAN, Federazione Compagnia delle Opere non profit, Federsolidarietà-Confcooperative, FICT, FIMIV, FIPEC, FITEL, FITUS, FIVOL, Volontari nel mondo - FOCSIV, Fondazione Cesar, Fondazione Exodus, ICS, InterSOS, Legambiente, LILA, MANI TESE, MCL, MO.D.A.V.I., MOVI, Movimento di Difesa del Cittadino, MOVIMONDO, PGS, SCS-CNOS, Settore Cooperative Sociali ANCST-Legacoop, UISP, UNPLI, U.S.ACLI, VIS, WWF. In quanto osservatrici: AGe, Agenzia Mediterranea, AIMPA, ANSDIPP, Associazione per i diritti del pedone e utenti trasporto pubblico, Associazione Nazionale Consumatori e Utenti, Banca Popolare Etica, CESVOT, CGDES, CNESC, CNOS, ConfConsumatori, Coordinamento Enti Italiani Autorizzati All'Adozione Internazionale, Cosis, EISS, "ESPERANTO" radikala asocio, Federconsumatori, FIAB, Gruppo Abele, LAV, MAG 2 Finance, Seniores Italia, Sodalitas, SOS RAZZISMO, Unaterra, Unione degli Studenti.

Elenco dei portavoce

Note
  1. Presidente del Consiglio era in quell'occasione Massimo D'Alema, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Antonio Bassolino, Ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco.
  2. Nelle persone rispettivamente del Ministro De Mauro e del Portavoce Edo Patriarca,
  3. Organo previsto dalla nostra Costituzione (art. 99)
  4. D.P.C. n. 329 del 21 marzo 2001.
  5. crf Caritas in Veritate n. 46: "Non si tratta solo di un "terzo settore", ma di una nuova ampia realtà composita, che coinvolge il privato e il pubblico e che non esclude il profitto, ma lo considera strumento per realizzare finalità umane e sociali. Il fatto che queste imprese distribuiscano o meno gli utili oppure che assumano l'una o l'altra delle configurazioni previste dalle norme giuridiche diventa secondario rispetto alla loro disponibilità a concepire il profitto come uno strumento per raggiungere finalità di umanizzazione del mercato e della società. È auspicabile che queste nuove forme di impresa trovino in tutti i Paesi anche adeguata configurazione giuridica e fiscale. Esse, senza nulla togliere all'importanza e all'utilità economica e sociale delle forme tradizionali di impresa, fanno evolvere il sistema verso una più chiara e compiuta assunzione dei doveri da parte dei soggetti economici. Non solo. È la stessa pluralità delle forme istituzionali di impresa a generare un mercato più civile e al tempo stesso più competitivo.
Bibliografia
  • Zamagni Stefano, Libro bianco sul Terzo settore, Il Mulino, 2011
  • Zamagni Stefano, Dizionario di economia civile, Città Nuova 2009
  • Bobba Luigi, Non profit, La Scuola, Brescia 2009
  • Patriarca Edoardo, Il forum del terzo settore. I primi dieci anni attraverso documenti e testimonianze, EdUP, 2006
Voci correlate