Caritas in Veritate
Caritas in veritate Lettera enciclica di Benedetto XVI III di III di questo papa | |
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Data | 29 giugno 2009 (V di pontificato) |
Traduzione del titolo | La carità nella verità |
Argomenti trattati | Crisi economica, povertà e disoccupazione, immigrazione. |
Enciclica precedente | Spe salvi |
Enciclica successiva | nessuna |
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Caritas in veritate (in italiano "La carità nella verità") è una lettera enciclica di papa Benedetto XVI del 29 giugno 2009. Sviluppa il magistero sociale della Chiesa nel quarantesimo anniversario della Populorum Progressio di Paolo VI.
La pubblicazione
La prima enciclica sociale diffusa da Benedetto XVI sarebbe dovuta uscire nel marzo del 2008, in occasione del quarantesimo anniversario dalla pubblicazione della Populorum progressio, ma il sopraggiungere della crisi economica nei primi mesi del 2008 ha richiesto la riscrittura di una parte dell'enciclica, facendo slittare la data di pubblicazione prevista per il 29 giugno 2009, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.[1]
Per la stesura dell'enciclica, in particolare per la sezione riguardante la crisi economica, il Papa si è avvalso della collaborazione non solo del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, guidato dal cardinale Renato Raffaele Martino o di vescovi, come monsignor Reinhard Marx, esperto di dottrina sociale (poi nominato cardinale con il titolo presbiterale di San Corbiniano nel concistoro del 20 novembre 2010), ma anche di economisti ed esperti di etica e finanza, come Stefano Zamagni ed Ettore Gotti Tedeschi.[1]
Il titolo
Il titolo dell'enciclica, Caritas in veritate (tratto dalle prime parole del testo latino), sebbene non costituisca direttamente una citazione dalla Bibbia, ricorda l'espressione di San Paolo veritas in caritate ("la verità nella carità" , Ef 4,15 ). Nel documento è spiegato infatti che:
« | La verità va cercata, trovata ed espressa nell'"economia" della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità. » (n. 2) |
Benedetto XVI spiega inoltre che lo stesso Gesù Cristo, indicato come "via, verità e vita" (Gv 14,6 ), è stato, con la sua vita terrena e con la sua morte e resurrezione, "testimone" di carità nella verità:
« | In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto. » (n. 1) |
Per tale motivo, il Papa ribadì, in merito al summit del G8 appena conclusosi a L'Aquila pochi giorni dopo la diffusione dell'enciclica, la sua convinzione che "per quanto sia complessa l'attuale situazione nel mondo, la Chiesa guarda al futuro con speranza e ricorda ai cristiani che 'l'annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo'".[2]
Accoglienza e reazioni
Piero Sansonetti, direttore del quotidiano L'Altro, il giorno dopo l'uscita dell'enciclica scrisse un editoriale intitolato "Talvolta anche il Papa ha ragione" in cui affermò che "Benedetto XVI ripropone la carità [..] come pilastro essenziale del cristianesimo e sviluppa una critica molto forte del sistema di mercato per il modo come si è venuto affermando in questi decenni".[3]
In un articolo apparso su L'Osservatore Romano, l'allora direttore della Banca d'Italia Mario Draghi fece sue le tesi del Papa, spiegando che:
« | Uno sviluppo di lungo periodo non è possibile senza l'etica. Questa è una implicazione fondamentale, per l'economista, dell'"amore nella verità" (caritas in veritate) di cui scrive il Papa nella sua enciclica. Per riprendere la via dello sviluppo occorre creare le condizioni affinché le aspettative generali, quelle che Keynes chiamava di lungo periodo, tornino favorevoli. È necessario ricostituire la fiducia delle imprese, delle famiglie, dei cittadini, delle persone nella capacità di crescita stabile delle economie. » | |
Note | |
Fonti | |
Bibliografia | |
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