Il Napoleone di Notting Hill
Il Napoleone di Notting Hill | |
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Titolo originale | The Napoleon of Notting Hill |
Nazione | Regno Unito |
Lingua originale | inglese |
Autore | Gilbert Keith Chesterton |
Datazione | 1904 |
Genere | Romanzo |
Ambientazione | Ottant'anni dopo la stesura dell'opera |
Ambientazione Geografica | Londra |
Ambientazione Storica | XX secolo |
Adattamento teatrale | Il pazzo e il re |
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Il Napoleone di Notting Hill (titolo originale: The Napoleon of Notting Hill), pubblicato nel 1904, è stato il primo romanzo dello scrittore cattolico inglese Gilbert Keith Chesterton.
Trama
Il romanzo è diviso in cinque libri, ciascuno comprendente tre capitoli.
Chesterton immagina una società futura in cui il potere non abbia più bisogno dell'uso della forza per conservarsi. Caduta, infatti, ogni fede nella possibile esistenza di un mondo diverso da quello esistente, non è possibile alcuna rivoluzione. La stessa democrazia è stata abolita e il re d'Inghilterra, ridotto a essere il segretario generale di una enorme macchina burocratica, può essere estratto a sorte da un elenco alfabetico.
L'evento che scatena la vicenda del romanzo è l'elezione a re di Auberon Quin[1]. Questi è un personaggio stravagante, uno scettico che conserva fiducia solamente nell'umorismo. Per questo, appena eletto, per il semplice gusto dello scherzo, concede l'indipendenza a tutti i quartieri di Londra e a ciascuno di essi assegna diciture nobiliari, stemmi colorati e divise sgargianti di stampo medievale.
Il gioco, però, viene preso terribilmente sul serio dal prevosto del quartiere di Notting Hill, Adam Wayne. Per lui tutto il mondo si esaurisce nel quartiere in cui è nato e cresciuto; perciò, quando alcuni affaristi dei quartieri limitrofi progettano di realizzare una grande strada che devasterebbe l'aspetto di Pump Street, cuore del quartiere[2], è disposto a far scoppiare una surreale guerra civile tra le botteghe e i vicoli di Notting Hill.
Wayne, irriducibile come Napoleone, cui viene sproporzionatamente paragonato, è del tutto immune, però, da ambizioni imperialiste: scopo della sua guerra, infatti, non è allargare i propri confini, bensì garantire a ogni quartiere la libertà e l’indipendenza, gioendo anzi davanti all'emergere del patriottismo anche nei suoi avversari, inizialmente mossi da puri scopi materiali.
Nonostante questo, l'ultimo libro ci mostra che, vent'anni dopo la guerra che ne ha deciso la vittoria, Notting Hill è diventata un impero desideroso di imporre la propria autorità anche sugli altri quartieri. Adam Wayne, dopo un ultimo appello contro l'imperialismo e in difesa dell'indipendenza di ciascun quartiere, decide di cadere eroicamente nella battaglia finale che, inevitabilmente, si concluderà in favore di chi difende la propria indipendenza.
Significato e influenza
Il Napoleone di Notting Hill, primo romanzo di Chesterton, è considerato un volume imprescindibile per la conoscenza del suo autore, sebbene qui l'intento apologetico non sia ancora evidente come lo sarà in futuro[3].
Scopo dell'autore è comunicare il valore della difesa dei luoghi e delle cose minime che costituiscono l'esistenza di ciascuno. Fondamentale, nell'opera, è l'ideale di patria: Chesterton, che si schierò a favore dei boeri nella guerra anglo-boera e che criticava duramente l'imperialismo britannico, difende il patriottismo inteso come semplice amore per il luogo natale, quindi non basato su valori pretestuosi, estrinseci o contingenti come la presunta superiorità razziale o la maggiore forza militare[4].
Il romanzo era molto amato da Michael Collins, patriota irlandese e figura di spicco della guerra per l'indipendenza del proprio Paese. Alcuni ritengono anche che George Orwell abbia pensato di ambientare nel 1984 il suo omonimo romanzo fantapolitico proprio pensando al Napoleone di Notting Hill[3]. Dal romanzo Fabio Trevisan ha tratto l'adattamento teatrale Il pazzo e il re.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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