Pace di Augusta

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Il frontespizio del primo testo della Pace di Augusta, pubblicato a Magonza nel 1555.

La Pace di Augusta è stato un trattato firmato da Ferdinando, da parte di suo fratello Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e i principi protestanti della lega di Smalcalda che si erano resi forti dopo la sconfitta di Muhlberg. Il trattato è stato firmato il 25 settembre 1555. La divisione religiosa dell'impero, dopo la imparabile crescita del luteranesimo veniva riconosciuta con questo trattato e così anche il fallimento della politica dell'imperatore (il quale abdicò un anno dopo). Questa divisione della mappa religiosa è rimasta più o meno invariata fino ai nostri giorni in Germania.[1]

L'occasione venne a causa del tradimento di Maurizio, elettore di Sassonia, che si ribellò contro l'imperatore a Innsbruck (1552) e questo fatto provocò la Dieta di Augusta (5 febbraio – 27 settembre 1555), dove si arriva a questa «pace».

Due furono i punti principali del trattato: il riconoscimento del principio del «cuius regio, eius religio» e il reservatum ecclesiasticum.

Da quel momento in poi nell'Impero, nei territori non ereditati dall'imperatore, ogni principe poteva imporre la sua fede (cattolica o luterana, senza riconoscere ancora i calvinisti) ai sudditi. Questi ultimi, se contrari alla fede del principe, avevano il diritto di emigrare ad un altro principato dove si praticava la loro religione.[2]

Le espropriazioni fatte alla Chiesa dai prìncipi protestanti prima del 1552 rimasero tali, mentre vennero risarciti i beni religiosi o ecclesiastici presi dopo quella data. Da adesso in poi se un principe fosse diventato protestante non avrebbe più potuto conservare i suoi possedimenti e avrebbe dovuto rinunciare ai domìni cattolici (principio del riservatum ecclesiasticum).[3]

Venne anche promulgato un articolo segreto nel trattato, chiamato Declaratio ferdinandea che serve come compenso ai prìncipi protestanti che fossero rimasti nella fede di Augusta.[4]

Curiosamente questo trattato, che in sé era già una concessione ai protestanti, divenne poi occasione della Guerra dei trent'anni:

« La non osservanza del reservatum ecclesiasticum, la conclusione nel 1608 della Unione evangelica tra luterani e calvinisti fino allora separati, la formazione della lega dei principi cattolici, per iniziativa di Massimiliano di Baviera, infine l'ostilità dei principi, sostenuti dalla Francia, contro l'imperatore, fecero scoppiare la guerra dei Trent'anni. »
((Moreau 1980:109))
Note
  1. Cf. Martina (2001:145).
  2. Cf. articoli 2, 3, 10 e 11.
  3. Cf. articolo 5.
  4. Cf. articolo 15.
Bibliografia