Kerygma: differenze tra le versioni

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[[File:Paolo_areopago.jpg|350px|right|thumb|{{autore|T. Shilippoteaux}} ([[XIX secolo]]), ''[[San Paolo Apostolo|San Paolo]] [[predicazione|predica]] all'[[areopago]] di [[Atene]],'' ({{pb|At|17,22-34}}), incisione]]
 
{{quote iniziale|Se [[Cristo]] non è [[risurrezione di Gesù|risuscitato]], allora è vana la nostra [[predicazione]] (''kérigma'') ed è vana anche la vostra [[fede]].|{{pb|1Cor|15,14}}}}
 
Il termine '''''kerigma''''' (leggi ''kérigma'',<ref>In [[lingua spagnola|spagnolo]] e in altre lingue la parola si pronuncia piana e non sdrucciola come in [[lingua italiana|italiano]]. Altre possibili (ma meno ricorrenti) traslitterazioni italiane sono ''chèrigma, kèrygma, kerigma, kerygma''.</ref> traslitterazione del sostantivo [[lingua greca|greco]] neutro Κήρυγμα) significa, secondo i contesti [[Bibbia|biblici]] ed extrabiblici in cui è usato, "proclama", "proclamazione", "[[predicazione]]", "[[predica]]", "editto", "grido", "[[annuncio]]", "[[messaggio]]".
 
Da un esame delle singole occorrenze del termine κήρυγμα nella [[Bibbia]] risultano differenze e somiglianze importanti nel suo uso.
* Nell'[[Antico Testamento]] il termine è inteso come "proclama", o "editto", sia orale che scritto ma, che va proclamato con voce alta, udibile da tutti; ha un contenuto ufficiale e religioso; è emanato da una autorità costituita, per esprimere la [[volontà di Dio]] attraverso un portavoce; deve raggiungere una intera città o tutta la popolazione di [[Israele]].
* Nel [[Nuovo Testamento]], κήρυγμαil termine èindica sia la "proclamazione" del [[regnoRegno di Dio]], presente nelle [[parola|parole]] e segni [[messia|messianici]] compiuti da [[Gesù]], sia la "[[predicazione"]] degli [[Undici]], uditori delle parole di Gesù, ma anche [[TestimonianzaTestimone|testimoni]] oculari delle sue opere messianiche e soprattutto della sua [[Morte di Gesù|morte]] sulla [[croce]] e della [[Risurrezione di Gesù|risurrezione]] dopoal tre[[terzo giornigiorno]].
* Nelle 6[[sei]] lettere del ''[[corpus paulinum]],'' il κήρυγμαtermine èindica il compito affidato a [[San Paolo|Paolo]] e da lui, a voce e per iscritto, trasmesso ad altri collaboratori, di proclamare a tutte le [[nazione|nazioni]], sia [[giudei]] sia [[greci]] o [[romani]], il [[vangelo]], come parola della croce e insieme come [[sapienza]] e [[potenza]] di [[Dio]]. La predicazione porta a conoscere Dio come [[Dio Padre|Padre]], [[Figlio di Dio|Figlio]] e [[Spirito Santo]], attraverso la [[professione di fede]] in Gesù come [[Cristo]] per i giudei e [[Signore]] della chiesa[[Chiesa]], convocazione dinamica, permanente e universale delle nazioni perché entrino a far parte, come membra tra loro diverse, dell'unico [[corpo di Cristo]], il nuovo [[Adamo]], l'[[uomo]] nuovo, [[figlio di Dio]].
 
== Antico Testamento ==
 
Nell'[[Antico Testamento]] [[lingua greca|greco]]<ref>In particolare nella ''[[Septuaginta]]'', o Versione dei Settanta: è una delle [[traduzione|traduzioni]] dall'[[lingua ebraica|ebraico]] e [[lingua aramaica|aramaico]].</ref> il termine è presente in tre versetti di tre libri canonici: {{Passo biblico con libropb|2Cr|30,5}},; {{Passo biblico con libropb|Pr|9,3}}, {{Passo biblico con libropb|Giona|3,2}}.
 
Ancora una sola volta compare in 1Esdra 9,3 che è un libro [[apocrifo]] dell'Antico Testamento.
 
Verso la fine di [[Secondo libro delle Cronache|2Cronache]], il [[cronista]] narra come fu celebrata una festa di Pasqua, subito dopo la riforma religiosa e il rinnovo dell'alleanza. [[Ezechia]] (716-687 a.C.), re di Giuda, figlio e successore di [[Acaz]], d'accordo con i suoi consiglieri e i sacerdoti, inviò corrieri per villaggi e città di Israele e di Giuda, da Bersabea (sud) a Dan (nord), con lettere convocatorie: il popolo doveva recarsi in [[pellegrinaggio al tempio]], a [[Gerusalemme]], per celebrarvi la [[Pasqua di YHWH]], non festeggiata come dovuto a suo tempo perché i sacerdoti non si erano santificati né in tempo né in numero sufficiente per accogliere la popolazione.
Decisero allora "una parola", cioè di emanare un editto o decreto "per far circolare la voce" (LXX: ἔστησαν λόγον διελθεῖν κήρυγμα): che tutti dovevano radunarsi a Gerusalemme per la festa (secondo {{Passo biblico con libropb|2Cronache|30,5}}). Con κήρυγμα i [[Settanta]] traducono il sostantivo maschile ebraico קוֹל (qol),"voce" o "suono".
 
==== In 1Esdra ====
==== In Proverbi ====
 
In {{Passo biblico con libropb|Proverbi|9,3.4}}, il contesto di κήρυγμα è costituito dalla festa della Sapienza che invia le sue ragazze o domestiche nei punti più alti della città per "proclamare"<ref>in ebraico è usato il qal imperfetto di terza persona di קָרָא (qara')</ref>, che significa "chiamare, leggere a voce alta, recitare" (simile alla parola [["corano"]] che significa "recitazione" o "lettura salmodiata") – mentre il greco traduce, marcando la modalità, con συγκαλούσα μετὰ ὑψηλοῦ κηρύγματος, in riferimento alle giovani donne che sono dinamicamente descritte come "convocanti con proclamazione alta" o "a voce alta" gli abitanti di Gerusalemme.
 
==== In Giona ====
 
Simile, ma in un più storico contesto, è il significato del termine in {{Passo biblico con libropb|Giona|3,2}}. Qui il [[profeta]] riceve tre ordini di fila da Dio: mettersi in piedi, andare a [[Ninive]] la grande città e "proclamare"<ref>l'imperativo di קָרָא (qara')</ref> qualcosa che Giona deve prima attentamente ascoltare: "quel che io dico a te". Usando un semitismo, i [[Settanta]] traducono in [[lingua greca|greco]] con un sostantivo e un verbo della stessa radice, κηρύσσω (in modo imperativo aoristo, quindi temporalmente indefinito): κήρυξον... κατὰ τὸ κήρυγμα: "proclama... secondo il proclama", nel senso di: "[[annunciare|annuncia]] con fedeltà quello che io ti dico". Il contesto suggerisce la necessità di una corrispondenza, in qualunque circostanza, tra quel che si ascolta da Dio e quel che si annuncia agli altri, apparentemente estranei alla propria cultura, ma da Dio stesso scelti come destinatari del messaggio di [[conversione]]. Giona deve essere conciso, preciso e fedele, più obbediente di un libero interprete e quasi come un megafono, per fare arrivare alla intera città di Ninive attraverso la propria voce la parola che non è sua ma di Dio e che esige e può produrre un cambio di mentalità e di condotta in chi la sente.
 
== Nuovo Testamento ==

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