Genere letterario: differenze tra le versioni

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I racconti di vocazione sono tra le pagine più forti della Bibbia.
 
Nell’Antico Testamento troviamo i racconti di persone strappate alle loro certezze che diventano le grandi figure che portano a termine il piano di [[salvezza]] divino: la vocazione di Abramo ({{pb|Gn|12}}), la rivelazione a Mosè della sua missione al roveto ardente ({{pb|Es|3}}), la vocazione di [[Isaia]] nel Tempio ([[Isaia|Is]] {{pb|Is|6}}), il dialogo tra [[JHWH]] e il giovane Geremia ({{pb|Ger|1}}). A volte Dio, per manifestare meglio questo cambiamento di esistenza, dà un nome nuovo al suo prescelto, che sta ad indicare il nuovo ruolo che gli viene assegnato. ''"Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abraham, perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò"'' ({{pb|Gn|17,5}}).
 
Nel Nuovo Testamento i racconti di vocazione hanno come protagonista Gesù che chiama anzitutto i dodici [[apostolo|apostoli]] (la chiamata di Simone/[[San Pietro apostolo|Pietro]] in {{pb|Lc|5,1-10}}; quella di Levi/[[Matteo]] in {{pb|Lc|5,27}}). La chiamata viene poi estesa a tutti gli uomini, anche se prevede rifiuti: ''"Molti sono chiamati, ma pochi eletti"'' ({{pb|Mt|22,14}}). Anche dopo la morte/[[risurrezione]] di Gesù, agli inizi della Chiesa, l'argomento della vocazione è forte: ''"Considerate la vostra chiamata, fratelli!... Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti!"'' ({{pb|1Cor|1,26}}).

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