Dante Alighieri: differenze tra le versioni

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{{Persona
|Nome = Dante
|Cognome = Alighieri
|ForzaOrdinamento= Dante Alighieri
|Sesso = M
|AnnoNascita= 1265
|LuogoMorte = Ravenna
|GiornoMeseMorte = 14 settembre
|AnnoMorte = 1321
|età = S
|Epoca = 1200
|Epoca2 = 1300
|Attività = scrittore
|Attività2 = poeta
|Attività3 = politico
|sigla=T.O.F.
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , autore della ''[[Divina Commedia]]''. È considerato il sommo padre della [[lingua italiana]]
|immagine = Dante Alighieri.jpg
|didascalia = {{autore|[[Luca Signorelli]]}}, ''Ritratto di Dante Alighieri'' ([[1502]] ca.), affresco; Orvieto, [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Orvieto)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]], [[cappella]] di San Brizio
|note =
|ruolo =
|appartenenza =
|web = http://www.danteonline.it/italiano/home_ita.asp
|sd =
|sb= 95089
|tipo= Laico
Nella [[politica]] cittadina, allora dominata dalla lotta fra [[guelfi]] [[Bianchi]] e [[Neri]] (rappresentanti gli uni della nuova classe emergente, la [[borghesia]] mercantile, gli altri della vecchia [[nobiltà]] terriera, appoggiata apertamente dalla [[Curia romana]] nell'ambito della politica [[teocrazia|teocratica]] di [[papa Bonifacio VIII]]), si schierò con i Bianchi e raggiunse nel [[1300]] la carica di [[Priore]], cioè uno dei 6 del collegio preposto al governo della città. In tale carica decretò anche l'esilio, tra gli altri, dell'amico Cavalcanti.
 
Era fuori Firenze il 1° novembre 1301, quando le truppe angioine di Carlo di Valois destituirono il governo bianco, a favore della fazione nera. Dante venne condannato a [[morte]] in contumacia con le accuse infondate di falsario e barattiere. Non rientrò più nella sua città natale.
 
=== Gli anni dell'esilio e la [[morte]] ===
Durante l'esilio, Dante fu ospite di diverse corti e famiglie della [[Romagna]], fra cui gli [[Ordelaffi]], signori [[ghibellini]] di [[Forlì]], dove probabilmente si trovava quando l'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]] entrò in Italia. Qui è possibile che abbia conosciuto le opere del famoso pensatore ebreo [[Hillel ben Samuel da Verona]], che era da poco [[Morte|morto]], dopo aver trascorso a Forlì gli ultimi anni della sua vita.
 
Dopo il fallimento di alcuni colpi di mano tentati nel [[1302]], Dante, in qualità di capitano dell'esercito degli esuli, organizzò insieme a [[Scarpetta Ordelaffi]], capo del partito ghibellino e signore di [[Forlì]], un nuovo tentativo di rientrare a [[Firenze]]. L'impresa, però, fu sfortunata: il podestà di [[Firenze]], un altro forlivese (nemico degli [[Ordelaffi]]), [[Fulcieri da Calboli]], riuscì ad avere la meglio nella battaglia di Castel Puliciano.
 
Dopo la prima esperienza forlivese, Dante si spostò in varie corti d'Italia, fra cui [[Verona]]. Ma infine, stanco e deluso, tornò a [[Forlì]] nel [[1310]]-[[1311]] ede ancora nel [[1316]] (data incerta, quest'ultima). Decise allora di fare "parte per se stesso" e di non contare più sull'appoggio dei ghibellini per rientrare nella sua città.
 
Dante terminò le sue peregrinazioni a [[Ravenna]], dove trovò asilo presso la corte di [[Guido Novello da Polenta]], signore della città.<ref> Pare che abbia agito dietro consiglio della moglie Caterina.</ref>
Nel [[1321]] Dante fu inviato a [[Venezia]] con un'ambasciata.
 
[[Venezia]] era all'epoca in attrito con Ravenna ede in alleanza con [[Forlì]]: gli storici pensano che sia stato scelto Dante per quella missione in quanto amico degli [[Ordelaffi]], signori di [[Forlì]], e quindi in grado di trovare più facilmente una via per comporre le divergenze.
 
Durante il viaggio di ritorno, passando per le paludose [[Valli di Comacchio]], il poeta contrasse la malaria e [[Morte|morì]] a [[Ravenna]] il [[14 settembre]] [[1321]].
I solenni [[funerale|funerali]], vennero officiati nella [[Chiesa di San Francesco (Ravenna)|chiesa di San Francesco]] a Ravenna, dove, sotto un portico laterale, venne posto il primo sarcofago con i resti del poeta. Intorno al sarcofago nel [[1483]] venne poi costruita una cella, su progetto dello scultore [[Pietro Lombardo]]; nel 1780 [[Camillo Morigia]], su incarico del cardinale legato [[Luigi Valenti Gonzaga]], progettò il tempietto neoclassico tuttora visibile.
 
Per sottrarre i resti del poeta a un possibile trafugamento da parte dei fiorentini, i [[Francescani]] tolsero le ossa dal sepolcro, nascondendole dietro a una porta murata nel convento; questo episodio fece nascere la leggenda che la tomba fosse in realtà un cenotafio, ossia una tomba vuota. Le ossa furono rinvenute casualmente da un muratore durante i lavori di restauro del [[1865]], condotti in occasione del VI centenario della nascita di Dante, e quindi riportate all'interno del tempietto del Morigia.
 
== La Divina Commedia==
 
== Dante nella cultura cristiana ==
Nell'[[enciclica]] ''[[In praeclara summorum]]'', scritta nel [[1921]], in occasione del sesto centenario della [[morte]] del poeta, [[papa Benedetto XV]] esorta a studiare e ad amare Dante, "che Noi non esitiamo a definire il cantore e l'araldo più eloquente del pensiero cristiano".
 
In occasione dell'inizio dell'[[Anno della Fede]] e del [[Sinodo dei Vescovi]], promossa dal [[Pontificio Consiglio della Cultura]], patrocinata da [[Roma]] Capitale e in collaborazione con la [[Rettoria del SS. Nome di Gesù all'Argentina]] e la [[Casa di Dante in Roma]], il [[12 ottobre]] [[2012]], nella Rettoria del SS. Nome di Gesù all'Argentina si tiene la serata a tema “La"La [[Fede]] di Dante - Il Canto XXIV del [[Paradiso]]". Nel commentare l'iniziativa, mons. [[Pasquale Iacobone]], del dipartimento di [[Arte]] e Fede del Pontificio Consiglio
per la Cultura, spiega: "La fede di Dante è una fede estremamente storicizzata e contestualizzata, che sa entrare, cioè, nei vicoli, nei meandri, nei labirinti della [[Storia]] per poi dare una risposta. Quello di Dante, quindi, è in sostanza un metodo estremamente utile per tutti noi, per capire come la fede va rapportata al momento storico che si vive, attingendo al patrimonio antico per fornire le risposte più nuove, più sagge, più attraenti, anche a chi è lontano dalla fede"<ref>http://www.zenit.org/article-33075?l=italian ''"La Fede di Dante - Il Canto XXIV del Paradiso" venerdì 12 ottobre a Roma. E dal 4 novembre le "Lecturae Dantis" del [[Purgatorio]] alla "Casa di Dante in Roma"''</ref><ref>http://www.zenit.org/article-33086?l=italian S. Cernuzio, ''Dante ci insegna a proporre all'uomo di oggi la fede di sempre. Mons. Pasquale Iacobone, del Pontificio Consiglio per la Cultura, spiega come la [[spiritualità]] del Sommo Poeta possa insegnare a trasmettere oggi una fede autentica''</ref>.
 
{{Sezione accessoria|Bibliografia}}
 
*{{autore|Guido da Pisa}}, ''Expositiones et glose. Declaratio super ‘Comediam’"Comediam" Dantis'', Salerno Editrice [[2013]]
*{{autore|M. Barbi}}, ''Problemi fondamentali per un nuovo commento alla Divina Commedia'', Firenze [[1956]]
*{{autore|E. Auerbach}}, ''Studi su Dante'', Milano [[1963]]
*{{autore|C. Gizzi}}, ''L'astronomia nel poema sacro'', [[Napoli]] [[1974]], voll. 2
*{{autore|Anna Maria Chiavacci Leonardi}}, ''La guerra de la pietate. Saggio per una interpretazione dell'"[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]" di Dante'', Napoli [[1979]]
*{{autore|Giuliano mambelli}}, ''Gli annali delle edizioni dantesche con 46 tavole fuori testo. Contributo ad una bibliografia definitiva'', [[Bibliopathos Press]], Verona [[2010]]. ISBN: 9788890558405
*{{autore|Anna Maria Chiavacci Leonardi}}, ''Dante Alighieri. Invito alla lettura'', [[Edizioni San Paolo]] [[2001]]
*{{autore|Giacomo Gambale}}, ''La lingua di fuoco. Dante e la [[filosofia]] del linguaggio'' , [[Città Nuova]] [[2012]]
*{{autore|Gianfranco Ravasi}}, ''I Salmi nella Divina Commedia'' , [[Salerno Editrice]] [[2013]]
 
{{Sezione accessoria|Edizioni delle opere}}

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