Prudenza: differenze tra le versioni

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==Fondamento biblico==
===Nell’Antico Testamento===
La Scrittura presenta la virtù della prudenza in diversi contesti.
Innanzitutto la prudenza, anche se è una virtù umana, è sempre elargita da Dio.
{{quote biblico2|A Dio appartiene il consiglio e la prudenza|Gb|12,13}}
{{quote biblico2|Pregai e mi fu elargita la prudenza|Sap|7,7}}
L’episodio di Davide e Golia ({{pb|1Sam|17,44-46}}) è un chiaro esempio di prudenza come virtù dispensata da Dio.
Un primo ambito nel quale è opportuno esercitare la prudenza è il linguaggio e la conversazione. L'uomo prudente è descritto, come uno che usa la parola in un regime di [[sobrietà]] e moderazione. Egli non fa mai abuso del linguaggio, così come non fa abuso di nulla, perché si serve di ogni cosa ricordando che è dono di Dio.
Inoltre, la prudenza del linguaggio è presentata in [[Qoélet]] come la capacità di distinguere i tempi opportuni per parlare, da quelli che non lo sono:
{{quote biblico2|C'è un tempo per parlare e un tempo per tacere|Qo|3,7}}.
{{quote biblico2|Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parola davanti a Dio… perché dalle molte preoccupazioni vengono i sogni e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto|Qo|5,1-2}}.
L'insegnamento sulla prudenza del linguaggio e sulle circostanze nelle quali è necessario pesare le parole, è presente anche nel libro del [[Siracide]]:
{{quote biblico2|Sii pronto nell'ascoltare e lento nel proferire una risposta… nel parlare ci può essere onore e disonore; la lingua dell'uomo è la sua rovina|Sir|5,11.13}}.
{{quote biblico2|Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti mettiti la mano sulla bocca|Sir|5,12}}.
L’invito alla prudenza non significa venir meno al dovere di istruire il prossimo, né implica un totale silenzio:
{{quote biblico2|Non astenerti dal parlare al momento opportuno, non nascondere la tua sapienza|Sir|4,23}}.
E' invece inopportuno parlare eccessivamente quando ci si trova davanti ai grandi della terra o a chi è rivestito da autorità istituzionale:
{{quote biblico2|Non parlare troppo nell'assemblea degli anziani|Sir|7,14}}, e ancora:
{{quote biblico2|Non fare il saggio davanti al re|Sir|7,5}}.
Altre occasioni in cui bisogna controllare la parola sono inoltre quelle in cui ci si trova a discutere con un uomo irascibile o con una persona che non si conosce ancora bene {{pb|Sir|8,16.19}}.
In questi casi bisogna con prudenza controllare le parole e non aprire il cuore a chiunque.
Altro caso del dominio della parola è quello in cui va custodito un segreto confidato dall'amico:
{{quote biblico2|Chi svela i segreti perde la fiducia e non trova più un amico per il suo cuore|Sir|27,16}}.
 
===Nel Nuovo Testamento===
Nel Nuovo Testamento la prudenza, e l'uso moderato della parola, hanno una sapore fortemente cristologico e rappresentano senza dubbio uno dei vertici della perfezione cristiana:
{{quote biblico2|Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto|Gc|3,2}}.
Inoltre, poiché il Vangelo può diffondersi soltanto mediante la parola umana, il linguaggio ha acquistato una serietà e un valore che prima non aveva:
{{quote biblico2|La fede dipende dalla predicazione|Rm|10,17}}), e ancora:
{{quote biblico2|E' piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione|1 Cor|1,21}}.
La parola umana è quindi uno strumento privilegiato nel disegno divino di salvezza merita il massimo rispetto sia nel suo valore sia nel suo uso.
 
Anche in [[Maria]] possiamo ravvisare una notevole sobrietà di linguaggio. Il Vangelo non riporta di Lei nessuna parola non necessaria. Lo stesso può dirsi di [[San Giuseppe|Giuseppe]], un uomo che non cede neanche per un momento ai suggerimenti dell'impulso, ma si raccoglie in una lettura profonda delle situazioni prima di decidere il da farsi.
 
L'uso sobrio e prudente della parola umana è oggetto anche dell'insegnamento di [[San Paolo]].
Nella [[lettera agli Efesini]] i cristiani sono invitati a utilizzare un linguaggio veritiero per il fatto di essere stati istruiti nella verità che è in Gesù e di essere stati rinnovati nello spirito della mente ({{pb|Ef|4,21-23}}).
Uno dei modi con cui una persona limita in se stessa l'azione dello [[Spirito Santo|Spirito]] è per l’apostolo l'uso disordinato del linguaggio.
Nella {{passo biblico 2|Col|3,9-16|Lettera ai Colossesi) Paolo ricorda ai [[Cristianesimo|cristiani]], che quando si trovano a parlare di cose serie tra loro, mediante la loro stessa conversazione crescono nella conoscenza di Cristo. Pertanto la prudenza deve guidare il loro dialogo.
Il tema della prudenza è ripreso anche a proposito del ministero pastorale: [[Timoteo]] e [[Tito]], pastori delle [[comunità]] cristiane di [[Efeso]] e di [[Creta]], si sentono indirizzare alcuni consigli pratici su come un [[pastore]] debba vigilare per riconoscere i falsi maestri. ({{pb|1Tm|1,6-7}}).
Due le caratteristiche che Paolo attribuisce ai falsi profeti: la pretesa di sapere e l'eccessiva quantità di parole. Due elementi che possono essere letti come imprudenti.
 
==Nella vita del credente==
Un altro settore in cui la prudenza si rivela come la virtù che guida nelle circostanze delicate o difficili del cammino di fede è l'ambito delle decisioni.
Decidere è ciò che determina nella vita di una persona la felicità o l'infelicità, l'adesione alla volontà di Dio oppure il suo allontanamento. Per questo la Bibbia dedica una grande attenzione ai criteri di una prudenza illuminata dalla fede. Può essere utile osservare in quali atteggiamenti la Scrittura identifica la virtù della prudenza del credente.
Uno degli aspetti pratici di questa virtù, dal punto di vista biblico, è
* la capacità di ascoltare i consigli.
Riferimenti sono il libro dei Proverbi ({{pb|Prv|13,10}}), il libro di Qoelet ({{pb|Qo|4,13}}) e il Siracide ({{pb|Sir|37,7-11}})
* La capacità di ascoltare il proprio cuore, ossia la propria coscienza.
Riferimenti sono il Siracide ({{pb|Sir|37,13-14}}), mentre la personificazione di questo aspetto può trovarsi in pieno nella figura di Giuseppe, sposo di Maria, allorché si accorse che la sua fidanzata era incinta.
Sapendo di non essere lui il padre di quel Bambino ({{pb|Mt|1,18-21}}) si sprofonda nel silenzio e ascolta la risposta divina che sale dall'intimo del suo spirito di uomo giusto.
In realtà è questo l'elemento più determinante: qualsiasi consiglio ottimo si possa ricevere dall'esterno, non può avere validità se non quando diventa personale, perché lo si è riconosciuto veritiero nell'intimo della coscienza.
Non è infatti che si esercita la prudenza quando è il consiglio degli altri che orienta le nostre scelte; si è prudenti quando la nostra coscienza, esaminati tutti i consigli provenienti dall'esterno, giudica e sceglie quello che le appare più conforme alla volontà di Dio.
Per la Scrittura è prudente anche l'uomo che non attende risultati immediati dalle sue opere. Questo concetto è espresso in maniera allegorica dal libro dei Proverbi:
{{quote biblico2|Le ricchezze accumulate in fretta diminuiscono, chi le raduna a poco a poco le accresce|Prv|13,11}}.
 
Il Nuovo Testamento applica questa idea ai tempi lunghi che sono necessari al cammino del cristiano per poter vedere qualche frutto nello Spirito:
{{quote biblico2|Guardate l'agricoltore: egli aspetta il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera|pb|Gc|5,7}}.
Un esempio di prudenza, che è anche saggezza e discernimento nella Sacra Scrittura, è la figura di Pietro così come è descritta negli {{passo biblico2|At|10-11|Atti degli Apostoli}}.
Pietro, prima di battezzare Cornelio, si impegna in una scelta difficile, perché deve entrare in casa di un pagano (la legge non glielo permette), preparandosi quindi ad affrontare il giudizio di chi la pensa diversamente. I capitoli 10-11 degli Atti descrivono bene i diversi momenti attraverso cui Pietro giunge a un giudizio prudenziale e coraggioso sul da farsi e osa abbandonare la sua casa, seguire i soldati, superare la soglia della casa del centurione, predicare e battezzare. Egli ha esercitato la virtù della prudenza e del discernimento ascoltando lo Spirito santo che lo ispira mediante una visione, osservando la coincidenza di alcuni fatti umani e ricordandosi di alcuni episodi della vita di Gesù.
 
[[Categoria:Morale]]
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