Sant'Ilario di Poitiers: differenze tra le versioni

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[[Vescovo]], [[teologo]], filosofo e scrittore, è venerato come [[santo]] dalla [[Chiesa cattolica]], dalla [[Chiesa ortodossa]] e dalla [[Anglicanesimo|Comunione anglicana]].
 
È [[patrono]] della città di Parma.
Di famiglia agiata, ricevette una solida formazione letteraria, ben riconoscibile nei suoi scritti. Nato nel [[paganesimo]], Ilario come egli stesso racconta, aveva cercato a lungo la verità, con una ricerca filosofica che lo mise in contatto con varie correnti di pensiero tra cui il [[neoplatonismo]]. Questo avrebbe poi fortemente influenzato il suo pensiero anche una volta convertitosi al Cristianesimo. La ricerca di una risposta al suo interrogativo sul fine dell'uomo lo portò alla scoperta della [[Bibbia]], in cui finalmente trovò quello che cercava.
 
Nobile proprietario terriero, quando si convertì era già [[matrimonio|ammogliato]] e padre di una bambina, Abre, che amava teneramente. Fu [[Battesimo|battezzato]] verso il [[345]] e eletto Vescovo della sua città di ''Pictavium'' (Poitiers) intorno al [[353]]-[[354]].
 
La sua prima opera, il ''Commento al [[Vangelo di Matteo]]'' è il più antico commento in lingua latina che ci sia pervenuto di questo Vangelo. Nel 356 Ilario assiste come Vescovo al [[sinodo]] di Béziers, città dominata dai Vescovi filoariani, che negavano la divinità di Gesù Cristo, concetto questo che Ilario invece difendeva. I vescovi [[arianesimo|ariani]] chiesero all'imperatore [[Costanzo]] la condanna all'esilio del Vescovo di Poitiers. Così Ilario fu costretto a lasciare la Gallia durante l'estate del [[356]] e fu mandato in esilio in Frigia, attuale Turchia.
A questo scopo egli avviò la stesura della sua opera [[dogmatica]] più importante e conosciuta da lui intitolata ''De Fide adversus Arianos'' poi chiamata ''De Trinitate'' La [[Trinità]]. In essa Ilario espone il suo personale cammino verso la conoscenza di Dio e si preoccupa di mostrare che la Scrittura attesta chiaramente la divinità del Figlio e la sua uguaglianza con il Padre, non soltanto nel [[Nuovo Testamento]], ma anche in molte pagine dell'[[Antico Testamento|Antico]], dove già appare il [[mistero]] di Cristo. Di fronte agli ariani egli insiste sulla [[verità]] dei nomi di [[Padre]] e di [[Figlio]] e sviluppa tutta la sua [[teologia trinitaria]] partendo dalla formula del [[Battesimo]] donataci dal Signore stesso: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
 
Nel [[360]] o nel [[361]] Ilario poté finalmente tornare dall'esilio in patria e subito riprese l'attività [[pastorale]] nella sua Chiesa, ma l'influsso del suo [[magistero]] si estese di fatto ben oltre i confini di essa. Un sinodo celebrato a [[Parigi]] nel [[360]] o nel [[361]] riprende il linguaggio del Concilio di Nicea.
Alcuni autori antichi pensano che questa svolta antiariana dell'episcopato della Gallia sia stata in larga parte dovuta alla [[fortezza]] e alla [[mansuetudine]] del Vescovo di Poitiers.

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