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Michelangelo Caravaggio 021.jpg

Le vicende relative alla morte di Giovanni sono narrate dai vangeli sinottici (Mt 14,3-12 ; Mc 6,17-29 ; Lc 3,19-20;9,7-9 ; v. anche Gv 3,24 ) e da Giuseppe Flavio.

Lo storico giudeo-romano ne fornisce una relazione breve e asciutta: sebbene Giovanni non avesse detto o fatto nulla di male, poiché aveva un forte ascendente sul popolo (cf. anche i pubblicani e soldati citati da Lc 3,12-14 ), il re Erode Antipa lo imprigionò e lo fece uccidere (non viene descritto in che modo) nella fortezza di Macheronte, in Perea, per evitare eventuali future sommosse. Giuseppe non indica astio nell'azione di Erode, né vi sono tracce di ammirazione, ma la condanna sembra derivare da un freddo e spietato calcolo politico. Non vengono fornite indicazioni cronologiche, ma l'uccisione è precedente alla spedizione di Erode contro il re nabateo Areta IV (circa 35-36).

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