Vangelo secondo Marco
Vangelo secondo Marco | |
Jesuíno do Monte Carmelo (attr.), San Marco evangelista | |
Sigla biblica | Mc |
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Titolo originale |
Κατά Μάρκον Eυαγγέλιο Katá Márkon yanghélio{{{titolo originale}}} |
Lingua originale | greco |
Autore | San Marco evangelista |
Datazione | ante 70 |
Ambientazione Geografica | Terra Santa |
Ambientazione Storica | I secolo |
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Il Vangelo secondo Marco è uno dei quattro vangeli canonici, il secondo in base all'elencazione tradizionale.
Nella versione pervenutaci è scritto in greco e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la sua redazione definitiva risale attorno al 65-70, probabilmente a Roma, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte, probabilmente in parte in aramaico. La tradizione cristiana lo attribuisce a Giovanni-Marco, compagno di predicazione di Pietro.
È composto da 16 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù, descrivendolo in particolare come il Figlio di Dio con numerose precisazioni rivolte ai Romani e ai non ebrei.
Testimonianze
La testimonianza più antica è quella di Papia vescovo di Gerapoli (intorno alla metà del II secolo) che lega Marco a Pietro, quale suo interprete e il suo Vangelo alle memorie della predicazione dell'apostolo.
Le successive testimonianze di Ireneo, Tertulliano, Clemente, Origene concordano nell'attestare questo legame tra Marco e la predicazione di Pietro a Roma.
Tra gli studiosi non c'è accordo sulla valutazione di questi dati tradizionali. Alcuni ritengono storicamente fondata la notizia di Papia e considerano le successive testimonianze indipendenti, una sola conferma.
Spesso Marco viene identificato come il Giovanni-Marco di cui parlano gli Atti degli Apostoli. In base alle notizie forniteci da questo testo si sa che:
- è originario di Gerusalemme (cfr. At 12,12 )
- è compagno di Paolo e Barnaba (cfr. At 12,25 )
- partecipa agli inizi del Primo viaggio missionario (cfr. At 13,5;13,16 )
- è causa di litigio tra i due evangelizzatori all'inizio del Secondo viaggio missionario (cfr.At 15,37-39 )
La composizione
Si è raggiunto un certo accordo nel fissare la data della composizione intorno al 70, anno della distruzione del Tempio di Gerusalemme. Poiché i riferimenti a questo evento sono ancora vaghi (cfr. 12,9; 13,2; 13,18) si deve forse pensare ad un tempo immediatamente precedente, quando la guerra giudaica lasciava ormai presagire la catastrofe.
Sul luogo della composizione le ipotesi sono diverse: la Galilea, la Decapoli, Tiro e Sidone, la Siria, ma forse la più probabile è Roma.
Fissare come luogo della composizione Roma permette di comprendere meglio il legame successivamente proposto dalla Tradizione tra il Vangelo di Marco e la predicazione di Pietro in questa città.
Questa ipotesi inoltre potrebbe essere supportata dai latinismi rilevabili nel testo.[1]
In questo modo si spiega anche la rapida diffusione che ebbe il libro e la sua conservazione sotto l'autorità della Chiesa romana, a fianco dei Vangeli di Luca e Matteo
Struttura narrativa e teologica
La solenne proclamazione iniziale[2] permette di cogliere due grandi cicli narrativi.
- il primo si conclude con il riconoscimento, da parte di Pietro, di Gesù come "Cristo" (cfr.8,27-30)
- il secondo con l'attestazione del centurione sotto la croce di Gesù come "Figlio di Dio" (cfr:15,39)
In tal modo il Vangelo si presenta come un itinerario che vuole portare a scoprire la profonda e misteriosa identità di Gesù.
Il primo ciclo narrativo è segnato progressivamente dagli interrogativi su Gesù.[3]
Dopo una breve introduzione sul ministero di Giovanni Battista, sul battesimo e sulle tentazioni di Gesù[4] la prima sezione[5] presenta
- la proclamazione del vangelo in Galilea[6]
- la risposta dei primi discepoli[7]
- l'insegnamento operato con gesti "potenti e nuovi"[8]
a cui fa da contrappunto
- la contestazione dell'autorità di Gesù
- il rifiuto della novità del messaggio di Gesù
- il rifiuto della persona di Gesù[9]
La seconda sezione è dedicata in particolare alla scelta dei Dodici apostoli[10] e alla costituzione del gruppo dei discepoli come vera famiglia di Gesù in contrapposizione agli increduli.[11] Ad essi è riservata un' attenta formazione, attraverso la spiegazione delle parabole[12], la rivelazione di Gesù sul lago[13], e la presentazione di esempi di fede[14].
La terza sezione, racchiusa dentro la domanda su chi sia Gesù[15], è caratterizzata da due moltiplicazioni dei pani.[16]
In questa sezione il tema del pane è ricorrente: Gesù è presentato come il Messia escatologico che mediante il dono del pane eucaristico,[17] raccoglie il popolo di Dio da Israele[18], e dai pagani[19].
Ai discepoli, che non comprendono, Gesù apre gli occhi della fede[20], perché finalmente possano confessarlo come Messia.
Nel secondo ciclo narrativo[21], Gesù prende più chiaramente l'iniziativa di istruire i compagni. In una prima sezione, mentre è sulla strada verso Gerusalemme, predice per tre volte[22] ai discepoli che non lo comprendono, la sua passione e risurrezione e li istruisce sulle condizioni per seguirlo. Un cieco guarito diventa il discepolo esemplare che lo segue sulla strada della Croce[23].
Nella seconda sezione (capp. 11-13) Gesù è a Gerusalemme soprattutto nel Tempio, dove si scontra con i suoi avversari sui temi della propria identità di Messia della [stirpe] di Davide[24] e del rapporto con Dio[25]. È ancora nel Tempio che pronuncia il grande discorso escatologico (cap.13).
L'ultima sezione[26] narra gli eventi preparatori e la passione: Gesù appare come il Messia condannato[27], e rinnegato[28], come il "re dei Giudei" rifiutato e deriso[29], e infine come il "crocifisso Figlio di Dio"[30].
Nell'epilogo[31], le donne appaiono come le discepole esemplari che ne osservano la morte e la sepoltura[32], e accolgono con timore riverente e silenzioso l'annuncio della sua risurrezione.[33]
Nel suo insieme il Vangelo di Marco rappresenta il percorso offerto ai credenti perché scoprano il mistero di Gesù e si dispongano a seguirlo sulla sua strada.
La comunità del Vangelo di Marco
Marco si rivolge ad una comunità mista, composta da cristiani provenienti dal giudaismo e dal paganesimo. In essa è marcato l'interesse per la missione universale di annuncio del Vangelo[34]
Due problematiche in particolare la preoccupano:
- è esposta alla possibilità di persecuzione[35] pertanto l'evangelista la esorta alla disponibilità al martirio[36]
- vive una condizione di tribolazione[37] derivanti dalla frattura con il tessuto sociale che la nuova esistenza cristiana impone.
Una comunità così afflitta attende la fine e il ritorno imminente di Cristo. Marco la mette in guardia perché sia perseverante[38] perché non legga l'imminente distruzione di Gerusalemme come la fine[39] e non si lasci fuorviare da false dicerie sulla venuta del Messia[40] Il Signore verrà inaspettatamente[41] come il contadino che mette improvvisamente mano alla falce perché la messe è matura[42], ma prima occorre che si realizzi l'evangelizzazione universale[43].
Nel frattempo occorre che la comunità viva nella vigilanza[44] e nella fedeltà al suo Signore.