De viris illustribus
De viris illustribus ("Sugli uomini illustri") è un testo redatto in latino da San Girolamo attorno al 392-393.
Storia
San Girolamo, sollecitato dall'amico Dexter, lo compose nel 392 come un Catalogus scriptorum ecclesiasticorum. Scopo di Girolamo era di opporsi al vanto orgoglioso che i pagani facevano della loro alta cultura letteraria.
Girolamo si ispirò all'omonimo scritto di Svetonio della prima metà del II secolo. Come fonte diretta usò la Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, e per gli scrittori del IV secolo si basò su notizie personali.
Argomento
L'opera tratta di 135 autori cristiani, includendo anche gli eretici, gli ebrei Filone e Giuseppe, il pagano Seneca. Nell'ultimo capitolo elenca le opere dello stesso Girolamo fino all'anno di redazione (392).
Valutazioni
L'opera fu oggetto di obiezioni, a partire da Sant'Agostino[1], per lacune e mancate distinzioni tra ortodossi ed eretici. Le obiezioni furono riprese, dopo la concorde ammirazione del Medioevo, da parte dei critici moderni, che rinfacciarono all'autore i vizi della fretta, della partigianeria, nonché numerose inesattezze.
Nonostante i suoi limiti, l'opera rimane "un eccellente saggio che conserva tuttora il valore di fonte"[2]. Fino al XVIII secolo fu il modello delle storie patristiche.
Testo
- De viris illustribus (testo) - testo latino e traduzione italiana (parziale)
Note | |
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Bibliografia | |
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