Octoechos

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L'Octoechos (dal greco Ὀκτώηχος, gli "8 echi") è il quadro teorico in cui sono descritte le otto forme di modalità. Inizialmente applicate alla musica bizantina, questo quadro è stato utilizzato per la descrizione del canto piano e più particolarmente del canto gregoriano.

Benché il canto piano sia chiaramente modale, la sua descrizione teorica è tutt'ora una questione aperta e dibattuta. È probabile che nel millennio in cui si è sviluppato il canto gregoriano, gli approcci modali hanno potuto evolvere, conducendo a pezzi di logica varia e a dei rimaneggiamenti per riformulare dei pezzi arcaici nel quadro dell'octoechos.

In quanto quadro di spiegazione, l'octoechos fa parte della tradizione del canto gregoriano: vi è stato condotto nel corso della riforma carolingia del canto piano. Pertanto questo quadro teorico si oppone alle modalità più semplici, fondate su poche corde madri (do, mi e talvolta re) che caratterizzano gli strati più antichi di tutti i repertori del canto piano.

Gli otto modi

Indipendentemente dalle controversie, l'octoechos permette di determinare la formula-tipo che deve accompagnare un dato pezzo.

Molti pezzi gregoriani possono venire completati con delle formule tipo: salmodia che completa le antifone, versetti del Gloria completano gli introiti o responsori prolissi ... Queste formule tipo di accompagnamento sono classificati in otto modi principali e ciascun pezzo riceve il "numero" della formula tipo che lo accompagna. La relazione tra pezzi e modi di accompagnamento si appoggia su una classificazione formale (e piuttosto artificiale) dei pezzi, secondo

  • la nota finale del pezzo (re, mi, fa o sol), dopo che il pezzo è stato convenevolmente trasposto per finire sopra una di queste finali;
  • il tenore dominante del pezzo, o quello della salmodia associata.

Identificazione del tenore

La finale dipende dal pezzo stesso, ma il tenore salmodico non vi è iscritto. Ciò che differenzia i modi pari da quelli dispari, per una stessa finale, è il carattere autentico o plagale del pezzo.

  • I modi dispari sono i modi autentici. Essi pongono la nota finale del pezzo lontano nel grave, ad un intervallo di quinta (o di una sesta, per il terzo modo) in rapporto al tenore salmodico teorico. Così la loro nota finale non viene normalmente utilizzata come tenore, ma mantiene un ruolo di nota d'appoggio. Il loro ambitus normale va dalla finale alla sua ottava superiore.
  • I modi pari sono i modi plagali. Essi utilizzano la nota finale come tenore effettivo inferiore, oltre al tenore salmodico superiore alla terza (o alla quarta per i modi quarto ed ottavo). Il tenore inferiore dispone di una propria nota d'appoggio, alla terza (per il tenore in mi) o alla quarta inferiore, sulla quale può porre le proprie cadenze. Il loro ambitus normale si estende dunque di una ottava a partire da questa nota d'appoggio inferiore.

Questo tenore salmodico è normalmente situato alla terza oppure alla quinta dalla finale. I tre modi (terzo, quarto ed ottavo) che salgono alla quarta ed alla sesta, al posto della terza e della quinta degli altri modi, sono quelli della famiglia dell'esacordo, mentre le salmodie primitive fatte sul mi e sul si salgono rispettivamente al fa ed al do.

Bibliografia
  • Fulvio Rampi e Massimo Lattanzi, Manuale di canto gregoriano, Turris editrice, 1998 ISBN 9788879292368.
  • Alberto Turco, Il canto gregoriano. Corso fondamentale, Torre d'Orfeo, Roma, 1991.
  • Eugène Cardine, Primo anno di canto gregoriano, Roma, 1970.
  • Dom Daniel Saulnier, Les modes grégoriens, Solesmes, 1997.
Voci correlate
Collegamenti esterni