Acquasantiera
L'acquasantiera è un recipiente contenente l'acqua benedetta utilizzata per la purificazione dei fedeli, generalmente lapideo, collocato all'ingresso della chiesa.
L'acquasantiera viene anche detta con termine improprio, ma in ogni caso non preferibile al precedente, "pila per l'acqua santa".
Storia
L'acquasantiera ebbe probabilmente origine dal kantharos, l'ampia vasca collocata al centro del quadriportico delle domus romane e, successivamente, delle basiliche paleocristiane, dove veniva usata per le abluzioni dei fedeli.
Le prime acquasantiere erano realizzate in marmo o pietra, a forma di semplice conca o di vasca quasi piatta; sorretta da un supporto verticale a pilastro o colonna, oppure incassata a mensola sul muro.
In età gotica le acquasantiere iniziano ad assumere maggiori dimensioni e forme più articolate, spesso ornate da figure.
Nel Rinascimento si affermano sostanzialmente due tipi di acquasantiere: a pilastrino o a mensola.
Nel XVII e XVIII secolo, con l'affermazione del barocco e del rococò le acquasantiere assunsero forme più mosse ed esuberanti, con modelli prevalentemente curvilinei, spesso arricchiti da inserzioni di angeli, cartigli, drappi, volute e dall'utilizzazione di marmi policromi; anche le dimensioni divennero spesso imponenti.
Tipologie
In base alla forma le acquasantiere, si possono distinguere nelle seguenti tipologie:
- a pilastrino, con vasca a bacino liscio con gola e strigilatura, talvolta decorato da fregi di frutta o ghirlande di fiori, sorretta da un supporto poggiante sul suolo;
- a mensola, con vasca a forma di conchiglia, fissata direttamente al muro.
Tipologie particolari
Tipologia particolare di questo arredo sacro è:
- Acquasantiera mobile: contenitore per l'acqua benedetta costituito da un bacile, piuttosto profondo in metallo inserito in un supporto facilmente rimovibile e solitamente anch'esso in metallo battuto.
Esemplari significativi
Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico si ricorda:
- Acquasantiera a pilastrino (1605), in marmo, di maestranze napoletane, conservata presso il Museo dell'Opera di Santa Chiara a Napoli.
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