Arcidiocesi di Firenze

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Arcidiocesi di Firenze
Archidioecesis Florentina
Chiesa latina

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Arcivescovo metropolita Gherardo Gambelli
Sede Firenze

sede vacante
Firenze

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Suffraganea
Regione ecclesiastica Toscana
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Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Fiesole, Pistoia, Prato, San Miniato
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Arcivescovi emeriti:

Parrocchie 291
Sacerdoti

590 di cui 352 secolari e 238 regolari
1.369 battezzati per sacerdote

334 religiosi 1.148 religiose 66 diaconi
812.474 abitanti in 2.205 km²
808.286 battezzati (99,5% del totale)
Eretta I secolo
Rito romano
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Santi patroni
Indirizzo

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Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2021 (gc ch )

Dati dal sito web della CEI
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

L'arcidiocesi di Firenze (in latino, Archidioecesis Florentina) è sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Toscana.

La festa del patrono della città è il 24 giugno, giorno della natività di san Giovanni Battista, mentre i patroni della diocesi sono san Zanobi e sant'Antonino Pierozzi, vescovi della città.

Territorio

L'arcidiocesi comprende gran parte della città metropolitana di Firenze.

Sede arcivescovile è la città di Firenze, dove si trova la cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Firenze comprende inoltre le seguenti diocesi suffraganee:

Storia

Epoca paleocristiana e alto medioevo

Pavimento paleocristiano della chiesa di Santa Reparata

L'evangelizzazione nella Florentia romana viene fatta risalire al II secolo o all'inizio del III. La tradizione leggendaria consolidata dagli storici del Trecento, fa risalire la fondazione della chiesa fiorentina ai discepoli di san Pietro apostolo, san Frontino e san Paolino, suffragata anche dalla presenza dei primi martiri come san Miniato e san Crescenzione. In realtà queste teorie, sebbene care alla devozione popolare, non hanno riscontri storici e l'arrivo del cristianesimo viene in genere fatto coincidere con la presenza, fissa o saltuaria, di mercanti greci, siriaci e anatolici, che vivevano nella zona di Oltrarno appena passato il predecessore del Ponte Vecchio, lungo la Via Cassia. Nella chiesa di Santa Felicita (dedicata a una martire orientale, appunto) sono stati ritrovate le più antiche testimonianze di epigrafia paleocristiana a Firenze. Il primo vescovo storicamente accertato è Felice, che nel 313 era a Roma in un sinodo indetto da papa Milziade.

Un'affermazione più ampia del cristianesimo si ebbe sul finire del IV secolo. Nel 393 sant'Ambrogio fu ospite a Firenze e durante la consacrazione della chiesa di San Lorenzo, il dottore della chiesa pronunciò la famosa omelia dell' Exhortatio virginitatis. Al santo milanese, dopo la sua partenza, venne anche attribuita la vittoria contro i barbari di Radagaiso (406), avvenuta nel giorno di santa Reparata, da allora diventata, secondo la tradizione, protettrice della città. Con il vescovo san Zanobi si ebbe una prima efficace organizzazione in diocesi, la quale ormai poteva contare diverse chiese fuori dalle mura cittadine di allora: oltre alle citate Santa Felicita e San Lorenzo e l'appena iniziata Santa Reparata, futura cattedrale. Alcuni storici medievali avevano sostenuto che anche San Giovanni fosse stata una chiesa paleocristiana, ma questa convinzione è venuta meno dopo scavi archeologici che ne hanno accertato l'origine nel XII secolo, con fondazioni ben sopra lo strato di epoca tardo-romana.

I Bizantini e i Longobardi, nei secoli successivi, aggiunsero poi le chiese di Sant'Apollinare e San Ruffillo. Altre chiese vennero poi fondate nel periodo carolingio e al clero fiorentino lo stesso Carlo Magno concesse alcuni privilegi, sebbene non sia storicamente valido quanto riportato in una tarda lapide sulla chiesa dei Santi Apostoli che cita la presenza del sovrano franco alla fondazione della chiesa.

La diffusione degli ordini monastici fu caratterizzata a Firenze da strutture piuttosto provinciali rispetto ad altre parti d'Italia, almeno fino alla fondazione della Badia fiorentina su iniziativa di Willa di Toscana e suo figlio Ugo di Tuscia nel 978. Il vescovo di Firenze aveva visto aumentare nei secoli immediatamente precedenti la sua autorità e presenza sul territorio, così alle soglie dell'anno Mille esso deteneva il primato economico-politico in città, riscuotendo le decime, avendo castelli e boschi su un ampio raggio di territorio e inviando podestà nelle cittadine dei dintorni.

Basso medioevo

La Madonna della Misericordia della compagnia del Bigallo

Nel 1013 il vescovo Ildebrando fondò San Miniato al Monte, con l'annesso monastero occupato prima dai benedettini cluniacensi, poi dagli olivetani. Anche i cistercensi possedevano un loro monastero presso la Badia a Settimo.

Il vescovo Gherardo di Borgogna fu il primo presule fiorentino a diventare papa, con il nome di Niccolò II ma, né la sua presenza, né le riforme tentate da Papa Vittore II, riuscirono a frenare la dilagante simonia e il concubinato del clero. Insorse allora san Giovanni Gualberto e l'ordine da lui fondato dei Vallombrosani che nel 1060, in un epico confronto presso la chiesa di San Salvi, riuscirono a vincere il vescovo Pietro Mezzabarba e ad iniziare una crociata contro la corruzione cittadina.

Alla crescita di importanza di Firenze durante il XII secolo corrispose anche uno sviluppo della diocesi e una crescita di importanza della figura del vescovo: la ricchezza di chiese e monasteri è documentata anche nelle illustrazioni del Codice Rustici.

Il Duecento vide l'arrivo degli ordini mendicanti: prima san Francesco d'Assisi e i francescani (1217), poi i domenicani (1219), seguiti dagli agostiniani, carmelitani, umiliati e silvestrini che si disposero con le loro chiese, future basiliche, in cerchio attorno alle mura. Essi combatterono le eresie (come quella dei patarini) e sostennero la popolazione in un momento di incremento demografico con una crescita costante di popolazione per il continuo afflusso di genti dal contado.

Interno della chiesa di Orsanmichele, ex-loggia del grano trasformata in chiesa dopo la cacciata del duca d'Atene

Quando l'economia cittadina iniziò ad essere vorticosa e accanto agli arricchiti si delinearono i poveri e poverissimi dei salariati e dei mestieranti più umili, sorsero le compagnie del Bigallo, delle Laudi e, tradizionalmente su opera di san Pietro Martire, della Misericordia. Il clero era dotato di una scuola di perfezionamento e di un ricovero, presso la Compagnia di Gesù Pellegrino.

Nel 1233 nacque a Firenze l'ordine dei Servi di Maria ad opera dei Sette Santi Fondatori, che si stabilì sul sito della futura basilica della Santissima Annunziata. Nel 1294 Firenze aveva ormai una ricchezza che la poneva tra le principali città europee e poteva permettersi di deliberare l'inizio dei lavori per una nuova, grandiosa cattedrale dedicata a Maria e che rappresentasse il suo status e la sua potenza: la futura Santa Maria del Fiore, per la costruzione della quale venne abbattuta Santa Reparata. Fu in questo periodo che Dante, sebbene esule per ragioni politiche, scrisse un monumento al cristianesimo quale la Divina Commedia. La peste nera segnò solo una crisi temporanea della città, dopo la quale essa si riprese abbastanza velocemente: il suo fiorino era tra le monete più pregiate sui mercati europei.

Tra il 1375 e il 1378 la città si schierò apertamente contro il pontefice Gregorio XI nella cosiddetta guerra degli Otto Santi, che le valse una scomunica ottennale e l'imposizione di gravi imposte sul clero da parte del comune. Passato il conflitto, poco tempo dopo Niccolò Acciaiuoli fondò la Certosa di Firenze e il cardinale Pietro Corsini ottenne numerosi privilegi per sé e per Firenze. Il 10 maggio 1419 il suo parente Amerigo Corsini ottenne l'elevazione ad arcidiocesi. Lo stesso anno arrivava in città, protetto da Giovanni di Bicci de' Medici l'antipapa Giovanni XXIII che a Firenze trascorse i suoi ultimi anni di vita.

Il Rinascimento

Adorazione dei Magi, affresco del Beato Angelico nel convento di San Marco (cella di Cosimo il Vecchio)

Grazie alla nascente potenza dei Medici nel 1439 Cosimo il Vecchio ottenne il trasferimento del Concilio di Ferrara a Firenze, dove tenne la sua fase conclusiva alla presenza di papa Eugenio IV, l'imperatore Giovanni VII Paleologo e il Patriarca di Costantinopoli, oltre a numerosi vescovi e prelati della Chiesa latina e greca, tra quali il cardinale Giovanni Bessarione. In quel periodo fu intrapresa anche una notevole opera di riforma del clero, delle istituzioni monastiche e dell'organizzazione in generale della diocesi fiorentina. Fu fondato dal papa il Collegio Eugeniano, una scuola per chierici che rivestì un ruolo di primissimo piano nella storia religiosa della città nei secoli a venire. Fu sempre nella prima metà del Quattrocento che Firenze riscoprì la passione per la bibliofilia e nacquero le prestigiose biblioteche come la Laurenziana e quella del Capitolo dei Canonici di Santa Maria del Fiore.

Per opera dei Medici la chiesa San Lorenzo divenne quasi una seconda cattedrale in città, arricchita oltre che dalle magnifiche architetture di Filippo Brunelleschi, anche da un proprio capitolo numeroso e ricchissimo. Grazie al mecenatismo di Cosimo il Vecchio, poi, fu costruito il convento di San Marco, di Michelozzo, dove lavorò il Beato Angelico.

In conseguenza delle lotte politiche tra le famiglie che fu necessario istituire la Compagnia dei Buonomini di San Martino per venire incontro ai poveri "verghognosi", cioè le famiglie un tempo ricche cadute in disgrazia. Questa fu solo una delle opere di riforma volute dall' arcivescovo sant'Antonino Pierozzi, uomo di cultura che seppe portare nella diocesi lo spirito razionale e ordinatore dell'umanesimo, anticipando alcune delle disposizioni del Concilio di Trento. Un'altra istituzione sorta per uno spirito analogo fu lo Spedale degli Innocenti, una istituzione dedicata esclusivamente all'aiuto dei bambini.

La figura di Savonarola fu quella che più influenzò, nel bene o nel male, la spiritualità e la società fiorentina, alla fine del XV secolo.

Fino ad allora l'arcidiocesi aveva come diocesi suffraganee Fiesole e Pistoia. Si staccò nel 1460 la collegiata di Santo Stefano di Prato, dichiarata diocesi nullius, mentre si aggiunsero in seguito Sansepolcro (1517) e San Miniato (1526). Grande splendore a Firenze a alle sue chiese fu profuso nell'epoca dei papi medicei (Leone X e Clemente VII), sebbene furono anni difficili per le lotte che insanguinarono l'Italia. Gli anni del Granducato di Toscana, a parte il contrasto tra Cosimo I e l'arcivescovo Antonio Altoviti (nato per questioni politiche con la famiglia Altoviti), sanato col tempo, furono piuttosto tranquilli e garantirono a Firenze un degno periodo di pace, sebbene serpeggiasse già agli inizi del Seicento una crisi economica che portò a un ridimensionamento della sua importanza nello scacchiere europeo.

Sei e Settecento

Altare barocco nella chiesa di San Gaetano

Dopo il Concilio di Trento arrivarono presto a Firenze i Gesuiti, i Barnabiti, gli Scolopi e i Cappuccini. A Firenze nacque il grande riformatore della Roma papale, san Filippo Neri. Grande importanza per la vita spirituale cittadina nel XVII secolo ebbe la figura di santa Maria Maddalena de' Pazzi. Il beato Ippolito Galantini fu un altro esempio di spiritualità e carità, fondando la confraternita dei Vanchetoni. Due papi fiorentini furono Urbano VIII (Barberini) e Clemente XII (Corsini).

L'arcivescovo Tommaso Bonaventura della Gherardesca fondò il Seminario Maggiore nel 1712, affiancato dal 1802 dal Seminario di Firenzuola, specializzato nella preparazione del clero delle località montane, e dal 1859 dal Convitto della Calza.

Nel Settecento si fece sentire forte anche la ventata del Giansenismo che a Firenze, per impulso di riforma dello stesso Granduca Pietro Leopoldo si manifestò con una serie di soppressioni di chiese e monasteri che culminò con l'applicazione delle leggi napoleoniche del 1808. Alla vena riformista di Pietro Leopoldo fece degna opposizione l'attività dell'arcivescovo Antonio Martini, che in più di un'occasione seppe tener testa ai soprusi granducali. Dietro alle secolarizzazioni si celavano ovviamente anche interessi economici di rilievo: il bilancio del Granducato del 1737-1738, a titolo di esempio, presentava le entrate dello stato in circa 335.000 scudi, a fronte di 1.758.000 degli ecclesiastici, con una popolazione ecclesiastica pari al 3% circa del totale[1].

L'epoca contemporanea

La facciata ottocentesca della basilica di Santa Croce

Il 25 marzo 1799 Firenze veniva invasa dai Francesi. La cosiddetta Occupazione francese dell'arcidiocesi si manifestò nella nomina di un vescovo francese, Antoine-Eustache d'Osmond, avversato dai fiorentini e da papa Pio VII che era prigioniero di Napoleone. Alla fine i francesi imposero la loro decisione, ma poco dopo la restaurazione li vide tornare sui loro passi. L'arcivescovo Pier Francesco Morali ebbe il difficile compito di sanare le fratture tra filofrancesi e filopapali dopo la fine dei conflitti napoleonici.

Durante l'epoca di Firenze capitale (1865-1871) fu arcivescovo Giovacchino Limberti, il quale si trovò improvvisamente in una posizione di primissimo piano a livello nazionale. Se la sua opera pastorale e caritativa fu notevole, non si può dire altrettanto del suo operato politico: perseguitato dalla massoneria, difese Pio IX e il potere temporale del papa dopo la Breccia di Porta Pia contro il governo italiano: egli cercò di tenere una posizione conciliatorista che però scontentò entrambe le parti.

Sotto l'episcopato di Alfonso Maria Mistrangelo (1899-1930) l'Azione cattolica ebbe la prima sede stabile a Firenze. Grande conforto alla popolazione durante momenti difficili come la Seconda guerra mondiale e l'alluvione di Firenze fu dato dagli arcivescovi dell'epoca: rispettivamente il Servo di Dio e Giusto tra le Nazioni cardinale Elia Dalla Costa e il cardinale Ermenegildo Florit.

Cronotassi dei vescovi

La lista si limita ai nomi attestati storicamente, le date si riferiscono all'episcopato.

San Zanobi (Andrea della Robbia)
Tino di Camaino, monumento ad Antonio d'Orso (dettaglio), Santa Maria del Fiore
Il sarcofago "della fioraia", opera romana riusata per Giovanni da Velletri nel battistero di Firenze
Sant'Antonino
Tomba di Giuseppe Maria Martelli
Ritratto di Monsignor Antonio Martini, Prato, Palazzo Comunale

Elenco dei sinodi diocesani

Oltre ai sinodi veri e propri sono citati anche i raduni del clero dei quali si abbia notizia, le cui differenze rispetto a un sinodo sono difficilmente riscontrabili per i periodi più antichi.

Statistiche

Note
  1. Registro delle Entrate e Uscite dei Granduchi di Toscana.
Fonti
  • La chiesa fiorentina, Curia arcivescovile, Firenze, 1970.
Voci correlate
Collegamenti esterni