Codice della Catena

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Il Codice della Catena è un codice miniato del XIV secolo contenente lo Statuto della municipalità torinese chiamato così perché veniva incatenato al suo scanno, nel vestibolo del Palazzo del Comune.

Il Codice della Catena dava ai torinesi, che lo consultavano frequentemente, regole di vita sociale attraverso prescrizioni, divieti e sanzioni.

L'odierna consultazione delle sue pagine in pergamena ci dà uno spaccato della società torinese del 1300 a tinte molto forti, da cui emerge l'immagine di una città medioevale immersa nelle attività rurali, con orti e terreni incolti, adibiti a pascolo anche dentro le mura. Fitta di casupole popolari, con vie strette e tortuose, non di rado infestate da mandrie di porci senza custodia vaganti liberamente per la città. La sua via principale, Dora Grossa (l'odierna Via Garibaldi), viene descritta come tortuosa, fiancheggiata da case piccole ineguali, e qua e là da portici coperti di paglia, con un fondo stradale non selciato, pieno di fango e sporcizia e ingombra dai banchi immondi delle beccherie e da quelli ancora più fetenti del mercato dei pesci.