Dieta di Roncaglia (1154)




La prima dieta di Roncaglia (la seconda fu tenuta nel fu tenuta dall'imperatore Federico Barbarossa tra il 30 novembre e il 5 dicembre 1154. In questa occasione l'imperatore dispose la restituzione da parte dei comuni delle regalie[1], i diritti regi che spettavano al detentore del titolo imperiale, che i comuni avevano fatto propri durante la prima parte del XII secolo.
Inoltre, l'imperatore introdusse il divieto di alienazione di un feudo in assenza dell'assenso, ottenuto preventivamente, del maior dominus, ovvero colui al quale il feudo era stato concesso originariamente, mentre tutte le alienazioni avvenute in precedenza senza questo consenso venivano dichiarate nulle.
Durante il consesso vennero presentate all'imperatore le preoccupazioni dei feudatari e di alcuni comuni, in particolare Pavia, Como e Lodi, nei confronti del potere del comune di Milano; i delegati milanesi offrirono all'imperatore una somma di 4 000 marchi d'argento in cambio del riconoscimento del potere meneghino sulle città di Como e Lodi, proposta che venne, tuttavia, rifiutata[2]. Oltre alle rimostranze nei confronti di Milano furono presentate all'imperatore diverse altre questioni che opponevano i comuni: i pavesi esposero delle recriminazioni nei confronti di Tortona, città schierata a favore dei milanesi con la quale Pavia era in lotta per la giurisdizione di Voghera, mentre le città di Asti e Chieri furono oggetto delle proteste del marchese di Monferrato, il quale sostenne che diversi territori appartenenti al suo dominio fossero stati usurpati dalle due città. In questo contesto il sovrano tentò, senza riuscirci appieno, di svolgere un ruolo di mediazione imparziale tra i diversi comuni in lotta, imponendo loro la pace.
Dopo la dieta l'imperatore si recò per breve tempo nel centro Italia; immediatamente i comuni settentrionali, ignorando le sue disposizioni sulla pace, ripresero le ostilità tra di loro. A seguito di ciò Federico conquistò o distrusse diverse città e castelli del nord Italia, tra cui Asti, Chieri e Tortona, prima di fare ritorno in Germania, senza che le guerre tra comuni accennassero a placarsi.
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