Diocesi di Tortona

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Tortona
Dioecesis Derthonensis
Chiesa latina
Duomo di tortona.jpg
vescovo Guido Marini
Sede Tortona
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Genova
Regione ecclesiastica Liguria
Provincia italiana di Alessandria
Collocazione geografica della diocesi
Regione ecclesiastica
[[File:{{{mapparegione}}}|120px | Regione ecclesiastica della diocesi ]]
Nazione bandiera Italia
Vicario Mario Bonati
Vescovi emeriti: Martino Canessa
Parrocchie 313
Sacerdoti 159 di cui 104 secolari e 55 regolari
1.730 battezzati per sacerdote
60 religiosi 281 religiose 18 diaconi
275.160 abitanti in 2.350 km²
281.980 battezzati (97,6% del totale)
Eretta I secolo
Indirizzo

Piazza Duomo, 12 - 15057 Tortona (AL)

tel. +390131816611 fax. 0131.81.66.07 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2018 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Tortona (latino: Dioecesis Derthonensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Genova e appartenente alla regione ecclesiastica Liguria. Nel 2017 contava 275.160 battezzati su 281.980 abitanti. La sede è attualmente retta dal vescovo Guido Marini.

Territorio

Il territorio della diocesi si trova a cavallo di ben quattro regioni amministrative: Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna. Le sue 313 parrocchie sono infatti così suddivise sul territorio:

  • 143 nella provincia di Alessandria;
  • 143 nella provincia di Pavia;
  • 27 nella provincia di Genova.

Pur non avendo alcuna parrocchia in provincia di Piacenza, una piccola porzione di territorio diocesano appartiene a quella provincia.

Sede vescovile è la città di Tortona, dove si trova la Cattedrale di Maria Santissima Assunta e di San Lorenzo di Tortona.

Comprende interamente o in parte i comuni di Albera Ligure (AL), Arquata Scrivia (AL), Basaluzzo (AL), Borghetto di Borbera (AL), Cabella Ligure (AL), Cantalupo Ligure (AL), Carrega Ligure (AL), Castelletto d'Orba (AL), Corte Brugnatella (PC), Crocefieschi (GE), Isola del Cantone (GE), Fascia (GE), Grondona (AL), Montaldeo (AL), Mongiardino Ligure (AL), Montebruno (GE), Novi Ligure (AL), Pasturana (AL), Pozzolo Formigaro (AL), Rocca Grimalda (AL), Roccaforte Ligure (AL), Rocchetta Ligure (AL), Rondanina (GE), Santa Margherita di Staffora (PV), Savignone (GE), Silvano d'Orba (AL), Tassarolo (AL), Torriglia (GE), Zerba (PC).

Storia

Quella di Tortona è una diocesi antichissima; la tradizione attribuisce l'evangelizzazione della zona a san Marziano, martirizzato nel 120. Pur risalendo i primi documenti storici al IV secolo, pare comunque certa la creazione della diocesi alla fine del I secolo. Originariamente la diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.

Molti dei primi vescovi di Tortona furono martirizzati e sono venerati come santi.

Nel 1014 cedette una porzione del proprio territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Bobbio.

Nel 1803 la diocesi fu soppressa arbitrariamente dal governo francese, il territorio fu aggregato a quello della diocesi di Casale Monferrato e il vescovo fu costretto a rinunciare.

La sede di Tortona fu ristabilita il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri apostolorum principis di papa Pio VII. Con la stessa bolla la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Genova.

Cronotassi dei vescovi

Leggende

Il Castello di Castellar Ponzano

Si trova in Provincia di Alessandria, nella frazione di Castellar Ponzano, a circa 8 km a sud del centro abitato di Tortona, in via dell’Acquedotto Romano 6/a. La struttura fu costruita approssimativamente tra il XIII ed il XIV secolo ed è strategicamente posizionata lungo la via Postumia, realizzata a partire dal 148 a.C. per collegare Aquileia a Genova, fu percorsa nei secoli da intensi scambi commerciali. La posizione del Castello è però doppiamente strategica, perché anche situato lungo quel tratto di acquedotto romano che, dal torrente Scrivia, portava l'acqua al vicino centro abitato di Tortona. La strategicità del posto è confermata dal fatto che vi sorgevano due castelli: uno riferibile agli Isimbardi, del quale non restano che alcune rovine, e questo, più antico.

La zona era presidiata già in epoca romana e si può con buona probabilità affermare che la prima fortificazione sia nata proprio in epoca altomedievale a difesa dell'acquedotto. Le prime notizie certe del Castello risalgono però al 1200. Precedentemente a quell'anno, la struttura originaria fu probabilmente distrutta su ordine dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico I, detto il Barbarossa, che nel 1155 ordinò la distruzione della stessa città di Tortona. Della struttura originaria, le uniche tracce sono riscontrabili nella cantina centrale, che un tempo costituiva il lato nord del perimetro. Persa è invece la torre angolare originariamente posta a sud-ovest, dalla quale si sviluppavano i camminamenti, posti lungo le mura, di forma trapezoidale.

A partire dal XIII secolo, la struttura del Castello viene però recuperata e ripristinata acquisendo la forma e la struttura che, almeno in parte, ritroviamo oggi. Tra il XIII ed il XV secolo, verosimilmente, il castello viene infatti arricchito da un cortile interno, costituito da un colonnato in laterizio ed archi a tutto sesto. Sopra di esso, viene posto un camminamento a collegare la struttura principale con la torre angolare posta a sud ovest.

La Leggenda

“Il Sangue del Cavaliere, il Cuore della Strega”

La vicenda ruota attorno a una complessa trama esoterico-storica che prende avvio nel 1312, anno della soppressione ufficiale dell’Ordine dei Templari. In questo contesto di persecuzione e occultamento, emerge la figura di Leone Sforzini, un cavaliere templare di nobili origini longobardo-francesi, profondamente iniziato a saperi alchemici, ermetici e astrologici. Sopravvissuto alla distruzione dell’Ordine, Leone trova rifugio tra le colline del Tortonese, presso il castello abbandonato di Castellar Ponzano, un sito identificato come punto di convergenza tellurica e spirituale lungo l’antica via Postumia.

Leone intraprende la ricostruzione del castello, trasformandolo in un centro iniziatico codificato secondo principi energetici, simbolici e cosmologici. Il castello diventa così un “nodo d’ombra”, ovvero un varco tra materia e spirito, sostenuto da una rete di sigilli, iscrizioni e gallerie allineate con mappe stellari e simboli ermetici. Tuttavia, per completare l’opera, Leone comprende la necessità di un elemento vivente catalizzatore: una figura femminile in risonanza con le forze del luogo.

Questa figura è identificata nella leggendaria Ginevra da Pavia, conosciuta nei territori boschivi dell’Oltrepò come “la Verde”, ultima depositaria di una conoscenza ancestrale, druida e precristiana. Dotata di poteri legati alla guarigione, alla comunicazione con gli spiriti e alla conoscenza dei cicli naturali, Ginevra incarna l’archetipo del femminino sacro. Il loro incontro non è descritto come un semplice evento umano, bensì come una convergenza archetipica tra opposti cosmici.

Dalla loro unione nasce un figlio, Eliodoro, il cosiddetto “Figlio del Patto”, essere liminale destinato a incarnare la sintesi tra cielo e terra, spirito e materia, memoria templare e sapienza arcaica. La gravidanza e la nascita sono avvolte da ritualità sacra e da fenomeni naturali anomali, che prefigurano la natura straordinaria del neonato. Tuttavia, minacciati dall’Inquisizione e dalle autorità religiose, i genitori sono costretti alla separazione. Il bambino viene affidato a una congregazione segreta, mentre Leone sparisce – forse rifugiandosi in una cripta esoterica – e Ginevra si sacrifica per proteggere il lascito.

Nel corso dei secoli successivi, il castello diventa teatro di fenomeni inspiegabili, testimonianze di apparizioni, registrazioni sonore anomale, simboli occultati riemergenti, e rituali documentati da ecclesiastici e iniziati. Vengono condotti esorcismi, esplorazioni massoniche e restauri che riportano alla luce artefatti coerenti con la mitologia templare e alchemica. Ogni scoperta riconduce a un unico filo narrativo: la permanenza di una linea di sangue e sapere custodita tra le mura del castello.

Il sito assume così la connotazione di un portale metafisico, un fulcro di memorie, simboli e presenze, in attesa della riattivazione del Patto sigillato nei secoli tra il Cavaliere e la Strega. Il castello, da rovina medievale, si ridefinisce come testimone vivente di una tradizione invisibile, destinata a risorgere nel momento in cui i segni si ripresentano e le pietre ricominciano a “respirare”.


Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2017 su una popolazione di 281.980 persone contava 275.160 battezzati, corrispondenti al 97,6% del totale.

Parrocchie

Fonti
Voci correlate
Collegamenti esterni