Scribi
Nel giudaismo gli Scribi o dottori della legge, erano laici esperti della Torah. Avevano l'autorità di interpretarla, di spiegarne i precetti e di trascrivere i testi biblici.
Avevano un importante ruolo sociale che li distingueva dal resto del popolo. Non necessariamente aderivano ad una corrente del giudaismo: potevano essere quindi scribi farisei, sadducei o esseni.
Erano studiosi della legge dotati di cultura sufficiente per discutere di questioni legali. Essi non solo tramandavano la Legge trascrivendone le copie e investigandone i contenuti con le indagini più scrupolose, ma si occupavano anche del catechismo e della formazione spirituale delle masse.
Gli scribi predicavano nelle sinagoghe, insegnavano nelle scuole della Legge e fungevano da guida morale per il popolo.
Nel I secolo d.C. i sacerdoti avevano infatti abbandonato da tempo il compito catechistico e si limitavano agli offici liturgici nel Tempio e al mantenimento del potere negli organi politico-religiosi quali il Sinedrio. Per diventare scriba era necessaria una lunga carriera, che iniziava in tenera età, come studente di qualche autorevole maestro e non terminava prima dei quarant'anni. Durante tutto questo tempo lo scriba, per vivere, esercitava qualche altro mestiere di tipo manuale. Gli scribi, nel Vangelo, agiscono spesso in concerto con i farisei, in quanto essi appartenevano in gran parte alla corrente farisaica.
Il primo scriba di cui si hanno notizie nell'Antico Testamento è Esdra. Di lui si dice che fosse esperto della legge di Mosè (Esd 7,6 ).
Il Nuovo Testamento cita insieme scribi e farisei per indicare coloro che aderiscono con ipocrisia e scrupoloso legalismo alla Torah.
Nel giudaismo rabbinico la figura dello scriba si è identificata con quella del rabbino.
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