Rabbino

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Papa Francesco (a sinistra) e rabbino Riccardo Di Segni (a destra) nella sinagoga di Roma il 17 gennaio 2016

Il rabbino è il capo spirituale di una comunità ebraica, considerato anche dottore della Legge.

Storia

Il titolo di rabbino venne da principio dato ai Dottori della Legge e ai capi delle scuole ebraiche. Al tempo di Gesù Rabbì era appellativo rispettoso impiegato verso i Maestri della Legge, i rabbini appunto. Nel Nuovo Testamento il termine ricorre solo nei Vangeli. Ad eccezione che in Giovanni 3,26 in cui si parla di Giovanni Battista, è riferito solo a Gesù.

Il Maestro della Legge veniva riconosciuto con una funzione di investitura mediante l'imposizione delle mani. La sua autorità non era solo religiosa ma comprendeva anche l'amministrazione pubblica della giustizia. Era esperto della Legge di Mosè e della sua applicazione ai vari campi della vita. Per questo godeva di una certa autorità tra il popolo.

Alcune episodi dei Vangeli, come in Luca 10,25 o Matteo 22,35 , presentano i dottori della Legge che interrogano Gesù o ne sono interrogati, secondo lo stile delle discussioni rabbiniche.

Oggi il rabbino è il capo spirituale di una comunità ebraica; presiede le funzioni religiose, predica, benedice le nozze, celebra i funerali, cura l'istruzione religiosa della comunità della quale è anche consigliere morale.

In Italia, a Torino vi è una scuola di formazione al rabbinato. Per esservi ammessi occorre avere almeno 35 anni e tre figli.

Particolarmente importante è il Gran Rabbinato di Gerusalemme, un consiglio di rabbini che è in contatto con le diverse Comunità ebraiche presenti nel mondo.

Ogni Comunità si sceglie il proprio rabbino in seguito a concorso per bando. I rabbini sono collegati tra loro nell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI)senza un vero rapporto gerarchico.

Voci correlate
Collegamenti esterni