Festa Bella (Spelonga)
Festa Bella (Spelonga) | |
Trasporto dell'abete | |
Rievocazione storica | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | vittoria della Battaglia di Lepanto |
Chiamata anche | Rievocazione della Battaglia di Lepanto |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Ascoli Piceno |
Comune | Arquata del Tronto |
Località | Spelonga |
Luogo specifico | Bosco del Farneto (Monti della Laga), piazza pricipale del borgo |
Diocesi | San Benedetto-Montalto-Ripatransone |
Periodo | Estate |
Data mobile | mese di agosto |
Tradizioni religiose | celebrazioni eucaristiche |
Tradizioni folcloristiche | declamazione di poesie, taglio ed allestimento dell'abete |
Collegamenti esterni Sito web | |
La Festa Bella è una rievocazione storica che si svolge, ogni tre anni, a Spelonga, frazione di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), per tutto il mese di agosto, per celebrare la vittoria sui turchi nella Battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571).
Storia
Nella Chiesa di Sant'Agata è conservata una bandiera turca, che secondo alcune testimonianze storiche, venne conquistata da un manipolo di coraggiosi spelongani nel corso della Battaglia navale di Lepanto nel 1571. Definita anche come "L'ultima crociata" (la tredicesima, per esattezza), la Battaglia di Lepanto, che vide le forze cristiane vincere contro gli "infedeli" turchi, è stato uno degli scontri navali più imponente ed importanti della storia, durante il quale morirono circa 40.000 soldati, con una media, calcolata da uno storico statunitense, di "oltre 150 musulmani e cristiani uccisi ogni minuto".
Gli spelongani, definiti maestri d'ascia, parteciparono sia alla fornitura del legname per la costruzione delle navi sia alla battaglia stessa, come soldati volontari. Presso la Biblioteca Vaticana esiste un documento che quantifica i reclutamenti in questo settore: per Spelonga si parla di 148 soldati.
Descrizione
La festa si articola in momenti celebrativi, riti devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione, che si svolgono durante tutto il mese di agosto.
Preparativi
All'inizio dell'estate, un gruppo di esperti boscaioli spelongani si reca nel Bosco del Farneto, sui Monti della Laga, (fino a qualche anno fa ci si recava nel ben più lontano Bosco di Maltese) per scegliere e poi tagliare l'abete più alto (25 - 30 metri) che diventerà l’albero maestro della nave.
Dopo il taglio l'albero viene ripulito di tutti i rami, "squadrato" alla base e preparato per il suo trasporto.
Giorni di festa
Nei primi giorni di agosto, un centinaio di uomini di tutte le età lascia il borgo, indossando delle caratteristiche casacche rosse, per recarsi al Bosco del Farneto; questo è uno dei momenti più significativi ed emozionanti dell'intera manifestazione, che segna l'inizio della Festa Bella: alle 12.00, un lungo suono di campane, che chiama a raccolta tutti gli abitanti nella piazza del paese, dove vengono salutati coloro che partono per il bosco.
Alla partenza, le donne offrono il cibo e le vivande, agli uomini che staranno in montagna per tre giorni; tutti si abbracciano e si salutano, proprio come, molto probabilmente, avvenne nel 1571 per gli spelongani, che partirono per partecipare alla Battaglia di Lepanto. Giunti al Bosco del Farneto si organizzano le operazioni logistiche per il trasporto:
- tutti i presenti, guidati da un caposquadra, si dispongono a coppie lungo i due lati del fusto;
- ogni coppia fissa in profondità, sulla linea dorsale del tronco, un elemento metallico detto crucche, inserito in un anello di ferro, dove si infila una corda corta a sua volta legata ad un paletto di legno (la stanghetta), posto trasversalmente all'asse dell'albero. L'azione contemporanea delle sole braccia di tutti gli uomini delle "coppie", sulle stanghette al grido di "O forza" ritmato dal caposquadra, fa sì che il tronco (del peso di diverse decine di quintali) giunga fino al borgo.
Dopo tre giorni, la domenica successiva, alle 12.00, e sempre con il lungo suono a distesa delle campane, l'albero entra trionfalmente a Spelonga; l'atmosfera è gioiosa e di festa perché, ancora una volta così come avviene da secoli, si è portata a compimento una fase molto impegnativa e particolarmente faticosa.
Nei giorni seguenti, tutti gli spelongani partecipano alla preparazione dell'albero che sempre a braccia e con il solo ausilio di funi (con funzione di tiranti) e scale (poste a sostegno e spinta) viene issato sul sagrato della Chiesa di Sant'Agata e sulla cima viene posta la copia della bandiera turca. Tutt'intorno all'albero maestro, viene ricostruita la sagoma di una nave, che per tutto il periodo della festa ricorderà, la storica battaglia.
Negli stessi giorni tutto il borgo viene addobbato a festa con decorazioni realizzate utilizzando principalmente i rami dell'abete.
Terminata questa fase si susseguono celebrazioni eucaritiche, iniziative ed eventi per tutto il mese di agosto. Tra queste manifestazioni vi è sempre stata la declamazione di poesie da parte poeti popolari che improvvisano e recitano in pubblico le loro poesie in ottava rima (il cosiddetto canto a braccio). Questa tradizione, scaturita dalla congiunzione della popolare creatività orale con la poesia cavalleresca, si è praticamente conservata intatta fino ai giorni nostri.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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