Festa dei Santi Cosma e Damiano (Riace)
Festa dei Santi Cosma e Damiano (Riace) | |
Statue dei santi Cosma e Damiano | |
Festa patronale Pellegrinaggio | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Santi Cosma e Damiano, patroni della città |
Chiamata anche | Festa degli zingari |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Provincia | Reggio Calabria |
Comune | Riace |
Luogo specifico | vie centro storico, Chiesa di Santa Maria Assunta, Santuario dei Santi Cosma e Damiano |
Diocesi | Locri-Gerace |
Periodo | Primavera-Autunno |
Data inizio | 25 settembre |
Data fine | 27 settembre |
Data mobile | maggio, seconda domenica |
Data d'istituzione | 1669 |
Tradizioni religiose | pellegrinaggio, processione, offerte votive, veglia di preghiera |
Tradizioni folcloristiche | danza dei coltelli |
Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) | |
La Festa dei Santi Cosma e Damiano, detta anche Festa degli zingari, si tiene annualmente a Riace (Reggio Calabria), in onore dei Santi Cosma e Damiano, patroni della città, in due tempi distinti:
La festa, nel Santuario dei Santi Cosma e Damiano, si fa risalire al 1669, quando secondo la tradizione le reliquie di san Cosimo furono portate da Roma, ma i Santi medici furono proclamati patroni di Riace solo nel 1734.
Descrizione
Santi Cosma e Damiano vengono celebrati due volte l’anno secondo modalità differenti.
Maggio
La festa di maggio, detta anche Festa del Braccio coinvolge soprattutto i riacesi.
Ogni anno, la seconda domenica di maggio, a ricordo di quanto accaduto al pastore, le reliquie dei santi Cosma e Damiano vengono portate in processione al "castedu".
Il reliquiario a braccio, in argento, viene trasportato lungo un itinerario agreste, attraverso i sentieri rurali di Riace, dalla Chiesa di Santa Maria Assunta fino a raggiunge la spiaggia. Una volta giunti sulla riva, il reliquiario è imbarcato e portato nei pressi di uno scoglio, dove secondo la tradizione è rimasta l’orma del piede di san Cosma, dopo la traversata a nuoto dall'Arabia.
Durante il percorso, i contadini, depongono sulla base, dove è collocato il reliquiario fasci di spighe di grano, piante di fave, di piselli e rami d’ulivo, la processione viene, infatti, intesa come rito propiziatorio contro la siccità.
Settembre
La festa di settembre, dal 25 al 27 del mese, coinvolge gli abitanti dei paesi limitrofi, che giungono numerosi al Santuario, a piedi. Inoltre, partecipano fedeli delle etnie Rom e Sinti, provenienti da tutta la Calabria che vengono ad onorare i Santi Cosma e Damiano, insieme al Beato Ceferino Giménez Malla, di cui si conserva un'immagine nel Santuario.
Durante, la festa di settembre, le statue dei Santi medici sono portate in processione dalla Chiesa parrocchiale al Santuario per poi ritornare in paese al termine delle tre giornate.
25 settembre
La mattina inizia il rito lungo due itinerari devozionali diversi, ma paralleli, uno nell'area intorno al Santuario e l’altro all'interno alla Chiesa parrocchiale.
Fin dalle prime luci dell’alba giungono al Santuario, da ogni parte della Calabria centinaia di gitani, che passeranno la notte danzando al suono della tarantella.
A Riace, nel frattempo, nella Chiesa parrocchiale iniziano le celebrazioni con il rito, detto "e da calata e di santi", con cui le Statue dei santi Cosma e Damiano, sono spostate dalla nicchia sopra l'altare maggiore, per essere esposte alla venerazione dei fedeli, affinché possano toccarle ed offrire loro gli ex voto.
La Chiesa, decorata con il parato da chiesa (in dialetto, u paratu), costituito da panneggi di stoffa e decorazioni di carta colorata, lentamente si prepara alla veglia notturna, durante la quale i pellegrini pregano e cantano.
26 settembre
La mattina, al termine della veglia di preghiera, i devoti Rom e Sinti partono dal Santuario, suonando e danzando, per raggiungere la Chiesa parrocchiale, dove le Statue dei santi Cosma e Damiano stanno per essere portati fuori.
I due cortei processionali si uniscono nel nome dei santi Cosma e Damiano: questo è uno dei momenti più emozionanti della festa, infatti, la gente urla, applaude e tutti insieme i fedeli delle diverse comunità accompagnano i Santi patroni al Santuario, danzando al suono dei tamburelli.
Durante la processione, i Santi medici ricevono:
- offerte e voti;
- i bambini sono protesi a toccare le statue per essere simbolicamente affidati alla loro protezione.
I gitani sono in testa al corteo danzando, gli altri fedeli chiudono la processione, preceduti dal gruppo delle donne che intonano canti e preghiere. Il culmine della festa è segnato dall'arrivo al sagrato antistante il Santuario. Tutti i partecipanti al rito sono uniti intorno ai santi Cosma e Damiano, non esistono più differenze e divisioni. Le Statue dei Santi patroni vengono portati sulla scalinata per essere mostrati a tutti i fedeli, i fuochi pirotecnici segnano l’ingresso dei due simulacri nel Santuario.
A sera ha inizio una nuova veglia, che si svolge al Santuario, dove i fedeli trascorrono la notte in preghiera, alternata a musica, canti e danze, con cui i pellegrini invocano i due Santi medici.
27 settembre
L'atmosfera di gioia e spiritualità prosegue fino al pomeriggio del 27 settembre, quando le statue in processione vengono ricondotte nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Riace.
Peculiarità della festa
Alcune caratteristiche di questo manifestazione, differenziano in modo sostanziale il culto professato e i riti che si tengono a Riace da quelli praticati per i santi Cosma e Damiano in altri luoghi d’Italia.
Rom e Sinti
La festa è il più grande incontro religioso delle comunità Rom e Sinti. Ogni anno, fin dalle prime luci del 25 settembre, giungono numerosi da ogni parte della Calabria, per onorare i santi Cosma e Damiano, considerati loro patroni. La presenza dei gitani ha radici molto antiche, infatti, essi mercanti di bestiame, giungevano a Riace per la tradizionale fiera che si teneva in passato in occasione della festa patronale.
Alcuni fedeli indossano gli abiti tradizionali, mentre accompagnano la processione danzando. Animano con entusiasmo e trasporto la festa e mai come in questa occasione si assiste ad una fusione così spontanea e naturale con il resto della popolazione, mostrando come attraverso la devozione sia possibile demolire le barriere culturali.
Danza dei coltelli
La devozione delle etnie Rom e Sinti si manifesta anche attraverso la danza. Nel corso della veglia del 25 settembre al Santuario dei Santi Cosma e Damiano, per tutta la notte organetti e tamburelli non cessano mai di suonare.
La tarantella ballata a Riace può assumere anche il carattere di una danza armata, detta "a danza di curtegli" (danza dei coltelli), conosciuta anche il nome di "scherma". Si tratta di una ballo unicamente maschile, dove gli uomini, riuniti in cerchio, delimitano e contengono lo spazio entro il quale danza una coppia chiamata ad esibirsi dal "Mastro di ballo". Colui che balla esprime attraverso la tarantella la propria abilità e virilità. La coppia simula figure e movenze del duello a mano armata di coltello: questa danza che un tempo serviva a risolvere dissidi, oltraggi e mancanze di rispetto. Gli uomini "duellano", simulando il combattimento, fino a che uno dei due contendenti viene toccato per tre volte dall'avversario.
Beato Ceferino Giménez Malla
Nel Santuario è collocato un dipinto raffigurante il Beato Ceferino Giménez Malla, detto Zeffirino o anche "El Pelé" (1861 - 1936), martire gitano di origine Rom, ucciso durante la guerra civile spagnola, proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, il 4 maggio 1997.
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
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