Festa della Madonna della Montagna (Polsi)

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Festa della Madonna della Montagna (Polsi)
Polsi FestaMadonnaMontagna 01.jpg
Statua della Madonna della Montagna (XVI secolo) condotta in processione
Festa mariana
Pellegrinaggio
Festa regionale
Commemorazione celebrata apparizione della Madonna
Chiamata anche A Maronna ra muntagna
Note
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Calabria
Provincia Reggio Calabria
Comune San Luca
Località Polsi
Luogo specifico Santuario della Madonna della Montagna, vie del borgo
Diocesi Locri-Gerace
Periodo Estate
Data inizio 31 agosto
Data fine 2 settembre
Data mobile
Data d'istituzione
Organizzata da
Tradizioni religiose pellegrinaggio, processione, veglia di preghiera
Tradizioni folcloristiche {{{tradizioni folcloristiche}}}
Tradizioni culinarie capra arrosto
Informazioni
Collegamenti esterni
Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA)

La Festa della Madonna della Montagna si tiene annualmente nel borgo di Polsi, frazione del Comune di San Luca (Reggio Calabria), dal 31 agosto al 2 settembre, in onore della Madonna.

Santuario

Il Santuario della Madonna della Montagna (in dialetto reggino A Maronna ra muntagna), fondato nel XII secolo e situato presso il borgo di Polsi, fra le gole dell'Aspromonte a 865 m s.l.m.

Nel Santuario si conserva:

Storia

Numerose sono le tradizioni che raccontano la storia del Santuario: la più celebre narra di un pastore, che ritrovò un toro smarrito, inginocchiato ai piedi di una croce. In quel momento al giovane mandriano apparve la Madonna che gli chiese di costruire proprio in quel luogo un Santuario, dal quale avrebbe offerto grazie ed amore ai suoi fedeli.

Non sappiamo quanto di vero vi fosse nella leggenda, ma la croce di cui si parla, risalente all'XI secolo, è ancora conservata all'interno del Santuario, così come esiste la tradizione che permette ai bovini l'ingresso nel luogo di culto, in ricordo del toro da cui si narra abbia avuto origine lo stesso Santuario.

Descrizione

Preparativi ed arrivo

Genitori cambiano sull'altare il proprio bambino

Il pellegrinaggio prevede una preparazione precedente e autonoma: ogni fedele prega nella propria casa dinanzi all'immagine della Madonna della Montagna, espone l'immagine o ne porta una indosso.

I pellegrini giungono al Santuario della Madonna della Montagna a piedi o in auto e compiendo l'ultimo tratto si percorre a piedi. I pellegrini impiegano una giornata o più giorni per concludere il viaggio verso il Santuario.

Sono circa cinquanta le "carovane" che giungono al Santuario, ogni comitiva raccoglie pellegrini di una sola località: il capo carovana apre il corteo del pellegrinaggio, portando lo stendardo con l'immagine della Madonna della Montagna.

I fedeli appena giunti a Polsi si recano in chiesa per salutare la Madonna: alcuni pellegrini percorrono la navata in ginocchio intonando canti devozionali ai quali si unisce in coro la folla che gremisce l'edificio sacro. Molti fedeli invocano Maria ad alta voce, per se stessi e per i familiari. Inoltre, è tradizione che i genitori di bambini, guariti da gravi malattie, siano cambiati sull'altare con gli abiti quotidiani, per offrire alla Vergine quelli festivi.

Veglia notturna

Santuario della Madonna della Montagna (XII secolo)

Nell'area contigua al Santuario si leva il fumo dei fuochi con cui si arrostiscono o si cuociono le carni di capra da consumare nei lunghi momenti conviviali di permanenza nella valle di Polsi. Come in molti altri santuari, anche qui si fa la veglia notturna in chiesa, a turno si va a visitare la Madonna e s'instaura con lei un più intimo colloquio. Durante la veglia, si alternano preghiere e canti che invitano i fedeli alla riflessione.

La notte trascorre, nelle radure circostanti il Santuario, anche attraverso la danza e la musica, spesso vissute come vere e proprie offerte devozionali alla Madonna. La musica è suonata con zampogne e tamburelli, strumenti rappresentativi della cultura agro-pastorale calabrese, ma anche chitarre e fisarmoniche.

Ogni pellegrino partecipa alla festa come ex voto per chiedere grazie o disobbligarsi con la Madonna per averle già ricevute: c'è chi fa offerte in denaro, chi lascia i propri gioielli, chi dona ceri, chi mette a disposizione le proprie capacità intellettive, organizzative ed operative.

Processione

La processione si snoda per poche centinaia di metri nelle strade che attraversano il piccolo borgo di Polsi, raccolto intorno al Santuario. La Statua della Madonna della Montagna viene portata a spalla dai confratelli pescatori di Bagnara che perpetuano il loro storico diritto, derivante dall'antica tradizione sul ritrovamento della stessa statua in mare.

L'ultimo tratto della processione è compiuto di corsa: i portantini bagnaroli conservano una maestria impareggiabile nel sincronismo con cui occorre condurre e far volteggiare la statua senza il minimo sobbalzo, perfettamente a piombo, ma soprattutto con eleganza coreografica e gestuale. Dal momento in cui Statua della Madonna della Montagna viene sollevata i fedeli gridano Viva Maria, mentre si alternano canti devozionali e preghiere; gli spari di fuochi pirotecnici annunciano il culmine e la conclusione della festa.

Commiato e ritorno

I pellegrini fanno la fila per salutare la Madonna prima della partenza, infatti, si ripresentano davanti alla statua per confidarle, ancora una volta, le proprie preoccupazioni, sofferenze ed attese.

L'itinerario di ritorno è ancora accompagnato da preghiere, alternate a canti, suoni, balli che fanno da collante alla compagnia.

Santuario e ‘Ndrangheta

Da varie indagini è risultato, purtroppo che accanto al lato religioso e spirituale, la Madonna della Montagna sia, di fatto, la festa della ‘Ndrangheta, durante la quale i capi delle ‘ndrine si danno appuntamento per decidere strategie, pianificare omicidi, fare affari, stringere alleanze o dichiarare guerre [1].

A proposito di questi fatti criminosi, il vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini, in occasione della festa solenne 2010 della Madonna di Polsi, ha condannato la ‘Ndrangheta ribadendo, che le attività illegali nulla hanno da condividere con la fede cristiana ed affermando:

« In questo Santuario si è consumata l'espressione più terribile della profanazione del sacro ed è stato fatto l'insulto più violento alla nostra fede e alla tradizione religiosa dei nostri padri[2]»

Sapori di festa

La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:

  • capra arrosto.

Riconoscimenti

L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia

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Patrimonio immateriale d'Italia

Note
Bibliografia
  • Giovanni Carteri, La Madonna di Polsi. Tra religiosità, mito e storia, Editore Rubbettino, Soveria Mannelli 1995
  • Ugo Verzì, Madonna di Polsi, Editore FPE-Franco Pancallo, 2007
Voci correlate
Collegamenti esterni