Innocente

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L'aggettivo innocente ha, in teologia morale, il significato legato al verbo "nuocere": la persona innocente è la persona che "non nuoce".

Tale aggettivo viene usato soprattutto all'interno della morale della vita fisica:

« L'uccisione volontaria di un innocente è gravemente contraria alla dignità dell'essere umano, alla "regola d'oro" e alla santità del Creatore»
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2261. Il corsivo è redazionale)

L'aggettivo si usa quindi in generale in riferimento ad ogni persona che, anche se si è macchiata di gravi crimini o delitti, non è in grado di nuocere ulteriormente a nessuno, ad esempio perché ormai assicurata alla giustizia. In particolare è innocente:

Per contro, non è innocente chi sta attentando alla vita o all'integrità altrui: in tal caso si può configurare nei suoi confronti il diritto alla legittima difesa[1], sia in termini personali, sia in termini di popolo, nella cosiddetta guerra giusta[2].

Note
  1. In alcuni casi ci può essere addirittura il dovere della legittima difesa: ad esempio da parte di chi è costituito in autorità su una comunità o nazione (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2265).
  2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2309, indica le stringenti condizioni alle quali si può parlare di guerra giusta.
Voci correlate