Madonna Esterhazy (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (1508 ca.), olio e tempera su tavola | |
Madonna Esterhazy | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Ungheria Centrale |
Provincia | Circondario metropolitano della Capitale |
Comune | |
Diocesi | Strigonio-Budapest |
Ubicazione specifica | Szépművészeti Múzeum |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino |
Datazione | 1508 ca. |
Autore |
Raffaello Sanzio |
Materia e tecnica | olio e tempera su tavola |
Misure | h. 28,5 cm; l. 21,5 cm |
La Madonna Esterhazy è un dipinto, eseguito nel 1508, ad olio e tempera su tavola, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), ed ora conservato allo Szépművészeti Múzeum di Budapest (Ungheria).
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto è ambientata in un ampio paesaggio naturale, dove compaiono tre personaggi sacri, fra i quali vi è una forte intesa sentimentale, sottolineata dagli sguardi e gesti incrociati carichi di grande umanità. Le loro figure sono costruite secondo un'efficace composizione piramidale, ricca di profondi significati allegorici, costituita da:
- al centro: Maria seduta su una pietra, presenta lineamenti fisionomici dolci e delicati, i capelli raccolti che lasciano scoperti il collo e le spalle, è colta, mentre sorregge Gesù Bambino, seduto su una roccia. La Madonna è ruotata verso sinistra per cingere con naturalezza il Figlio, il quale si allunga verso san Giovannino.
- a sinistra: San Giovannino è raffigurato, inginocchiato intento a decifrare il messaggio sul cartiglio.
Note stilistiche ed iconografiche
La presenza di rovine romane sullo sfondo, che ricordano il Tempio di Vespasiano nel Foro Romano, non presenti nel disegno preparatorio al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi, fa pensare che l'opera venne progettata a Firenze, ma eseguita immediatamente dopo l'arrivo del pittore a Roma (1508).
Notizie storico-critiche
Un documento conservato sul retro del dipinto ricorda come l'opera fu donata da papa Clemente XI ad Isabella d'Aviz (1503 - 1539), imperatrice del Sacro Romano Impero, e da questa al principe Kaunitz. Alla morte di quest'ultimo passò alla nobile famiglia ungherese Esterhazy fino al 1871, quando entrò nelle collezioni dello Szépmüvészeti Múzeum.
L'opera venne trafugata la notte del 5 novembre 1983, insieme con altre opere di Raffaello, Giorgione, del Tintoretto e del Tiepolo: tutte le opere, compresa questa, furono recuperate dai Carabinieri italiani del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale in un convento greco abbandonato, nella località di Eghjon.
Bibliografia | |
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