Madonna della seggiola (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (1513), olio su tavola | |
Madonna della seggiola | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Palazzo Pitti, Galleria Palatina |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino |
Datazione | 1513 |
Ambito culturale | |
Autore | Raffaello Sanzio |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | d. 71 cm |
La Madonna della seggiola è un dipinto, eseguito nel 1513, ad olio su tavola, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), ed ora conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti di Firenze.
Descrizione
Soggetto
Nel dipinto compaiono:
- Maria seduta di lato su una su una sedia, di tipo camerale, la quale si volta verso lo spettatore. La Madonna, che tiene in braccio Gesù Bambino, solleva una delle due gambe, coperte da un manto azzurro, scivolando quasi in avanti, in modo da creare un ritmo circolare che sembra voler suggerire il dondolio del cullare. Essa china il capo verso il Figlio, facendo toccare le due teste, e creando una situazione d'intima dolcezza familiare;
- Gesù Bambino stretto in un tenero abbraccio dalla Madre;
- San Giovannino, assiste alla scena, rivolge un gesto di preghiera alla Vergine, affiorando dallo sfondo scuro.
Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, come:
- luccichio delle frange dorate sullo schienale della sedia;
- ricami sullo scialle della Madonna.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Dietro la bellezza formale vi è uno schema compositivo geometrico, basato su curve e controcurve, dove le figure, molto ravvicinate, aderiscono perfettamente al formato rotondo del dipinto.
- La struttura dei corpi ed il moto avvolgente che li unisce richiamano le opere di Michelangelo. Il groviglio delle forme è accentuato dall'accostamento studiato di colori: le tinte fredde (blu e verde) sono all'esterno della composizione, quelle calde (rosso e giallo) all'interno, in una reciproca esaltazione.
Notizie storico-critiche
L'opera, nata per la devozione privata, fa parte delle collezioni medicee fin dalla prima metà del XVI secolo.
La presenza della sedia camerale, la complessità compositiva ed altri dettagli hanno fatto ipotizzare che l'opera fosse stata realizzata su commissione di papa Leone X, e da lui donata ai suoi parenti a Firenze.
All'inizio del XVIII secolo, dalla Galleria degli Uffizi fu trasferita a Palazzo Pitti. Infatti, negli inventari del 1723 e del 1761 è ricordata nella camera da letto del principe Ferdinando de' Medici (1663 – 1713), mentre in seguito fu collocata nella Sala di Pietro da Cortona e, dopo il riordino leopoldino della pinacoteca, nella Sala di Giove (1771) ed, in seguito, in quella di Marte (1793).
Nel 1799, le truppe napoleoniche la trasferirono a Parigi, dove rimase fino al 1815. L'opera rientrata a Firenze, dal 1882 è esposta nella Sala di Saturno.
Bibliografia | |
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