San Giuseppe falegname con Gesù Bambino (Georges de La Tour)

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FRA Parigi MuLouvre G.deLaTour S.Giuseppe 1640ca.jpg

Georges de La Tour, San Giuseppe falegname con Gesù Bambino (1642 ca.), olio su tela
San Giuseppe falegname con Gesù Bambino
Opera d'Arte
Stato bandiera Francia
Regione Île-de-France
Regione ecclesiastica [[|]]
Dipartimento Parigi
Comune Stemma Parigi
Diocesi Parigi
Ubicazione specifica Museo del Louvre
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Metz
Luogo di provenienza Convento dei Carmelitani scalzi
Oggetto dipinto
Soggetto San Giuseppe falegname con Gesù Bambino
Datazione 1642 ca.
Ambito culturale
Autore Georges de La Tour
Materia e tecnica olio su tela
Misure h. 137 cm; l. 102 cm
Virgolette aperte.png
51Gesù partì dunque con loro (Giuseppe e Maria) e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Virgolette chiuse.png

San Giuseppe falegname con Gesù Bambino è un dipinto, realizzato nel 1642 circa, ad olio su tela, dal pittore francese Georges de La Tour (1593 - 1652), proveniente probabilmente dal Convento dei Carmelitani scalzi di Metz (Francia) e ora conservato al Museo del Louvre di Parigi (Francia).

Descrizione

Georges de La Tour, San Giuseppe falegname (part. Mani del Santo), 1642 ca., olio su tela

Soggetto

Il dipinto è ambientato nella bottega di carpentiere di san Giuseppe, completamente immersa nell'oscurità, dove compaiono:

  • San Giuseppe è un uomo anziano intento al suo lavoro di falegname, colto, mentre sta perforando con un succhiello (strumento tipico dei carpentieri) una trave di legno: probabile allusione ai buchi prodotti sulla croce dai chiodi con cui saranno fissati le mani e i piedi di Cristo. San Giuseppe chinato, in un momento d'intimità con il Bambino è consapevole di quello che gli accadrà. Infatti, il Santo commosso e dolente, evita l'incrocio di sguardi con Gesù, come per allontanare da lui il doloroso presentimento.
  • Gesù Bambino, accanto a san Giuseppe, lo assiste nel suo lavoro, sorreggendo una candela: questa è simbolo della luce che Gesù con la sua nascita ha portato nella casa di Nazaret e nel mondo: egli è la sapienza in persona e il "padre" viene da lui illuminato.Il pittore, facendo del volto del Bambino la principale fonte luminosa dell'immagine e giocando con l'effetto traslucente della sua mano sinistra, che sembra benedire la trave che san Giuseppe sta lavorando, ricorda che l'"illuminazione" ultima sarà la morte in croce volontariamente accettata da Gesù adulto. Il Bambino, sereno e consapevole del suo futuro, cerca con gli occhi san Giuseppe, quasi per rassicurarlo.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • Nel dipinto si respira un netto realismo dove i volumi, che sono fatti ruotare con grande capacità in un tocco pieno e deciso che esprime un cromatismo a prugna, definiscono con chiarezza un determinato periodo nello stile dell'artista.
  • Nell'ambito dell'iconografia medievale è raro che fosse data rilevanza alla figura di san Giuseppe, relegato spesso nelle rappresentazioni, al ruolo di semplice spettatore. Progressivamente, solo grazie all'azione d'importanti predicatori e figure spirituali, come san Vincenzo Ferrer, san Bernardino da Siena e santa Teresa d'Avila, la devozione e l'arte riabilitano la figura di questo santo; infatti, dalla Riforma cattolica in poi, il genitore terreno di Gesù diventa un modello esemplare di virtù, per la sua silenziosa fatica e le continue rinunce.

Notizie storico-critiche

Il dipinto probabilmente venne eseguito per i Carmelitani scalzi di Metz su commissione di Elizabeth de Danois Sèrnes, vedova di Andrè de Maillane, già governatore del vescovato di Metz a Vic-sur-Seille e conoscente di Georges de La Tour.

Nel 1791, il convento fu ceduto alla municipalità e i beni dei carmelitani di Metz si dispersero fra il Museo civico e la casa di Etienne Morlanne, un ex seminarista che durante la Rivoluzione francese mise in salvo diverse opere trasferendole nella casa della madre ad Ars-sur-Moselle. Da qui, tra il 1840 e il 1852, vari dipinti furono portati in Inghilterra.

Nel 1938 il dipinto venne, probabilmente a Londra, individuato da Percy Moore Turner, ed esposto da Paul Jamot l'anno seguente.

Nel 1948, l'opera fu donata al Museo del Louvre.

Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, p. 374 ISBN 9788842445234
  • Pierre Rosenberg, Bruno Ferté, Georges de La Tour, collana "I maestri", Mondadori Electa Editore, Milano 1998 ISBN 9788843564095
  • V. Merlini et al. (a cura di), Georges de La Tour a Milano. L'Adorazione dei pastori. San Giuseppe falegname. Ediz. Italiane, inglese e francese, collana "Arte antica", Skira Editore, Milano 2011
  • Jacques Thuillier, Georges de La Tour, collana "Classici arte", Rizzoli Editore, Milano 1998
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L'arte a commento delle letture festive. Anno A, Edizioni San Paolo, Milano 2008, p. 328 - 331 ISBN 9788821560361
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 50 ISBN 9788843582594
Voci correlate
Collegamenti esterni