Suscipe, Domine, universam meam libertatem
Suscipe, Domine, universam meam libertatem ("Prendi, o Signore, e accetta tutta la mia libertà") è l'inizio del testo latino di una preghiera di offerta di sé presente nel libretto degli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola.
Il testo
L'incipit della preghiera nel testo latino[1] in realtà è "Sume, Domine, et suscipe".
La preghiera si trova alla conclusione delle "quattro settimane" degli Esercizi nella meditazione che chiama "Contemplazione per raggiungere l'amore" ("Contemplatio ad amorem": numeri 230-237)[2].
Questo è il testo in latino e in spagnolo:
(LA) | (ES) | ||||
« | Suscipe, Domine, universam meam libertatem. Accipe memoriam, intellectum, atque voluntatem omnem. Quidquid habeo vel possideo mihi largitus es; id Tibi totum restituo, ac Tuae prorsus voluntati trado gubernandum. Amorem tui solum cum gratia Tua mihi dones, et dives sum satis, nec aliud quidquam ultra posco.[3] » | « | Tomad, Señor, y recibid toda mi libertad, mi memoria, mi entendimiento y toda mi voluntad, todo mi haber y mi poseer; Vos me lo distes, a Vos, Señor, lo torno; todo es vuestro, disponed a toda vuestra voluntad; dadme vuestro amor y gracia, que ésta me basta » | ||
La traduzione italiana:
« | Prendi, o Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto, la mia volontà, tutto quello che ho e possiedo. Tu me lo hai dato; a te, Signore, lo ridono. Tutto è tuo: tutto disponi secondo la tua piena volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia, e questo solo mi basta. » | |
(Cfr. Pietro Schiavone, Esercizi spirituali. Ricerca sulle fonti. Con testo originale a fronte, Milano 2005)
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La collocazione all'interno degli Esercizi Spirituali
All'interno del cammino degli Esercizi ignaziani, tale preghiera è il colloquio con cui termina il primo punto della contemplazione per raggiungere l'amore divino, ed esprime l'abbandono assoluto e incondizionato che l'esercitante deve realizzare allo scopo di dare la giusta direzione al proprio amore; questo è il risultato atteso dagli Esercizi Spirituali[4]. Alla fine della seconda settimana degli Esercizi si era prodotto il vuoto totale uscendo "dall'amore, volere e interesse proprio" (n. 189), perché esso si riempia con l'amore di Dio. "Risposta all'amore manifestato da Dio, è il ricambio dell'amicizia stabilita con Dio, che presuppone la volontà di servirsi dei doni divini unicamente secondo il suo beneplacito"[4].
Nel Breviario Romano
Il Breviario Romano anteriore alla riforma liturgica la inseriva tra le Orationes pro opportunitate dicendae ("Orazioni da recitare secondo l'opportunità") con il titolo "'"Oblatio sui" ("Offerta di sé")[5]. Il testo latino era presa dalla traduzione volgata degli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio approvata dal Papa Paolo III il 31 luglio 1548[4]
Significato
von Balthasar così commenta questa preghiera:
« | Il far posto a Dio con l'assoluto dono di ogni realtà propria, il "sume et suscipe" di Ignazio di Loyola è alla fine la suprema accettazione dell'amore di Dio che si dona nella superparola del Figlio, a cui l'uomo tenta di rispondere con una superparola a lui donata. » | |
(Hans Urs von Balthasar, Verità di Dio, Milano 1990, 105.)
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In una visita al Seminario Romano Maggiore papa Benedetto XVI ha commentato, in un colloquio con i seminaristi, la chiusa del "suscipe" ignaziano[6]:
« | Proprio questa ultima parte [del "suscipe"] mi sembra molto importante: capire che il vero tesoro della nostra vita è stare nell'amore del Signore e non perdere mai questo amore. Poi siamo realmente ricchi. Un uomo che ha trovato un grande amore si sente realmente ricco e sa che questa è la vera perla, che questo è il tesoro della sua vita e non tutte le altre cose che forse ha. Noi abbiamo trovato, anzi siamo stati trovati dall'amore del Signore e quanto più ci lasciamo toccare da questo suo amore nella vita sacramentale, nella vita di preghiera, nella vita del lavoro, del tempo libero, tanto più possiamo capire che sì, ho trovato la vera perla, tutto il resto non conta, tutto il resto è importante solo nella misura in cui l'amore del Signore mi attribuisce queste cose. Io sono ricco, sono realmente ricco e in alto se sto in questo amore. Trovare qui il centro della vita, la ricchezza. Poi lasciamoci guidare, lasciamo alla Provvidenza di decidere che cosa farà con noi. » | |
(Benedetto XVI, Risposte del Papa durante la visita al Seminario Romano Maggiore, 17 febbraio 2007[7])
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Note | ||||
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Bibliografia | ||||
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Voci correlate | ||||