Signore
Signore traduce il termine greco kyrios e il termine ebraico Adonai. Nell'Antico Testamento è un appellativo di YHWH e nel Nuovo Testamento è applicato al Cristo, a esprimere la potestà che ha in virtù della sua condizione di Figlio di Dio.
Nel mondo ellenistico, pagano e civile, designa a più riprese anche l'Imperatore e il Re.
Antico Testamento
Nell'Antico Testamento Dio viene definito Signore in quanto "Signore dei Signori", cioè per esprimere la sua superiorità su tutti gli dei (cfr. Dt 10,17 ; Sal 136,3 ). La sua signoria è illimitata e sconfinata: non è più relegata a una sola nazione o a un solo popolo, ma si estende fino ai confini della terra e pervade l'Universo.
Nuovo Testamento
Nel Nuovo Testamento il concetto di Signore, già riferito al Padre, viene applicato a Cristo (1Cor 8,5-6 ): adoperando questo termine, la Chiesa nata dalla Pasqua attribuisce a Cristo una dimensione di dominio e di padronanza su tutto il cosmo, in maniera paritaria con YHWH.
Fil 2,6-11 configura la signoria di Gesù viene a partire dalla kenosi, cioè dalla sua spoliazione: Cristo, pur essendo di natura divina, si rende servo dell'umanità al punto da spogliare sé stesso, preferendo le condizioni di annichilimento e di umiliazione all'esaltazione. Anzi, proprio in virtù di tale abbassamento, Dio lo innalzerà rendendolo glorioso e innalzato, poiché l'umiliazione della croce condurrà Cristo ad avere la meglio sul male e sulla morte.
« | Il rapporto tra signoria di Cristo e Pasqua mette bene in luce lo stile proprio della regalità di Cristo. Il suo dominio non è come quello dei re di questo mondo, ma si esprime nella donazione di sé fino alla morte di croce, compiendo l'obbedienza al volere del Padre. » | |
Tutto questo si riassume nella professione di Pietro nel libro degli Atti:
« | Sappia tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso. » | |
Nella vita della Chiesa
La fede dei cristiani attende il ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi[1] e tuttavia lo crede presente nell'oggi della liturgia. Lo stesso Signore destinato a tornare nel giorno del giudizio non lascia sola e abbandonata la sua Chiesa, ma la guida nel suo oggi, manifestando la sua grandezza e il suo potere sulla morte.
Note | |
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Voci correlate | |