Utente:Giancarlo Rossi-Fedele/Codex Vaticanus

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Manoscritto del Nuovo Testamento
Onciale 03

Foglio contenente la chiusura della Seconda lettera ai Tessalonicesi e l'inizio della Lettera agli Ebrei
Nome Vaticanus
Simbolo B
Testo Antico e Nuovo Testamento
Datazione 325-350
Scrittura lingua greca
Conservazione Biblioteca Vaticana
Editio princeps C. Vercellonis, J. Cozza, Bibliorum Sacrorum Graecus Codex Vaticanus, Roma 1868.
Dimensione 27 x 27 cm
Tipo testuale alessandrino
Categoria I
Nota molto simile al Papiro 66, al Papiro 75 e a 0162

Il Codex Vaticanus (Bibl. Vat., Vat. gr. 1209; Gregory-Aland no. B o 03), o Codice Vaticano, è uno dei più antichi manoscritti esistenti della Bibbia, trascritto nel IV secolo. È scritto in greco, su pergamena, con lettere onciali (maiuscole).

Contenuto

Sezione del Codex Vaticanus contenente Esd 2,1-8

Il Codex Vaticanus conteneva originariamente il testo completo della traduzione greca della Bibbia detta Settanta, a eccezione di 1-4 Maccabei e della Preghiera di Manasse. Comprende attualmente un totale di 759 fogli (617 fogli per il solo AT). Ciascun foglio misura cm. 27x27. Il testo su ciascuna pagina è organizzato in tre colonne di 40 righe ciascuna, con 16-18 lettere per rigo. Nei libri poetici il testo è diviso in versi, su due colonne. Tutte le lettere sono di uguale grandezza ed in "scriptio continua", ma a volte la prima lettera di una sezione si allunga verso il margine del foglio. La punteggiatura è rara (accenti e spiriti sono stati aggiunti successivamente), a eccezione di alcuni spazi e segni che indicano le citazioni dell'AT.

Il codice appare mutilo e con fogli di rimpiazzo presi da altri manoscritti. La situazione delle pagine è la seguente: i primi 31 fogli (Gn 1,1-46,28) sono andati perduti, allo stesso modo una parte del foglio 178 (2 Re 2, 5-7; 10-13) e 10 fogli dopo il 348 (Sal 105,27-137,6b), oltre ad un imprecisabile numero di fogli dopo l'ultimo libro del codice, contenente, probabilmente, qualcuno dei Padri apostolici.

L'ordine dei libri dell'Antico testamento è il seguente: da Genesi a 2 Cronache normale; Esdra; Neemia; Salmi; Proverbi; Qoelet; Cantico; Giobbe; Sapienza; Siracide; Ester; Giuditta; Tobia; Profeti minori; Isaia; Geremia; Baruc; Lamentazioni; Lettera di Geremia; Ezechiele; Daniele.

Del Nuovo Testamento (142 fogli) sono andate perdute una porzione delle epistole paoline, Ebrei 9, 14-13, 25, le lettere pastorali (1-2 Timoteo, Tito, Filemone) e l'Apocalisse. Le epistole cattoliche sono poste dopo gli Atti e prima del corpus paolino. Gli Atti presentano una divisione in 36 capitoli. Il corpus paolino è trattato come se fosse un unico libro. Dalla numerazione peculiare al codice si evince che esso è copia di un testo nel quale l'epistola agli Ebrei era posta tra la lettera ai Galati e la lettera agli Efesini (mentre nel Vaticano la lettera agli Ebrei è l'ultima del corpus). Come il Codex Sinaiticus, il Vaticano non contiene la "finale" lunga del vangelo di Marco, ma un notevole spazio lasciato vuoto farebbe pensare che lo scriba fosse conscio della lacuna nel manoscritto da cui stava copiando.

Il manoscritto contiene 795 doppi punti (tipo la umlaut tedesca) nel margine del Nuovo Testamento, che sembrano marcare alcuni testi incerti. La data dell'inserimento di tali segni è incerta.

Provenienza

Origine e storia del manoscritto non sono note fino a quando il codice è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana (fondata da Papa Nicola V nel 1448). Appare nei cataloghi del 1475 e 1481. Il luogo di origine è incerto: sono stati proposti Roma, il Sud Italia e Cesarea in Palestina. La somiglianza del testo con papiri e versioni copte ne suggeriscono un'origine egiziana. Probabilmente è stato in possesso del Cardinale greco Giovanni Bessarione (1389-1472), a Nicea e Costantinopoli.

Importanza

Il Codex Vaticanus è uno dei più importanti manoscritti della Bibbia. È stato usato da Westcott e Hort come base per la terza edizione del Greek New Testament (1881), e da Eberhard Nestle per il suo Novum Testamentum Graece (1898). L'attuale textus receptus (cioè riconosciuto come ufficiale da cristiani cattolici, ortodossi e protestanti), il Greek New Testament (detto anche Nestle-Aland, dai principali curatori) del 1966, si basa sul Codex Vaticanus.

Critica testuale

Il manoscritto manca della Pericope dell'adultera (Vangelo secondo Giovanni 8,1-11).

Bibliografia
  • Janko Sagi "Problema historiae codicis B", Divius Thomas 1972, 3 - 29
  • T.C. Skeat "The Codex Vaticanus in the 15th Century.", JTS 35 (1984) 454 - 65
  • T.C. Skeat "The Codex Sinaiticus, the Codex Vaticanus and Constantine.", JTS 50 (1999) 583 - 625
  • Philip B. Payne "Fuldensis, Sigla for Variants in Vaticanus and 1 Cor 14.34-5.", NTS 41 (1995) 251 - 262
  • Curt Niccum "The voice of the MSS on the Silence of the Women: ...", NTS 43 (1997) 242 - 255
  • Philip B. Payne and Paul Canart "The Originality of Text-Critical Symbols in Codex Vaticanus.", Novum Testamentum 42 (2000) 105 - 113
  • J. Edward Miller "Some Observations on the Text-Critical Function of the Umlauts in Vaticanus, with Special Attention to 1 Corinthians 14.34-35.", JSNT 26 (2003) 217-236
  • Philip B. Payne and Paul Canart "The Text-Critical Function of the Umlauts in Vaticanus, with Special Attention to 1 Corinthians 14.34-35: A Response to J. Edward Miller.", JSNT 27 (2004) 105-112
  • Articolo "Codex Vaticanus" nella Catholic Encyclopedia (in inglese)
Voci correlate
Collegamenti esterni