Visitazione con san Nicola di Bari e sant'Antonio abate (Piero di Cosimo)
Piero di Cosimo, Visitazione con san Nicola di Bari e sant'Antonio abate (1490 ca.), olio su tavola | |
Visitazione con san Nicola di Bari e sant'Antonio abate | |
Opera d'arte | |
Stato | Stati Uniti |
Stato federale | District of Columbia |
Regione ecclesiastica | [[|]] |
Comune | Washington |
Diocesi | Washington |
Ubicazione specifica | National Gallery of Art |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | Basilica di Santo Spirito, Cappella di san Niccolò |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Maria Vergine visita santa Elisabetta con san Nicola di Bari e sant'Antonio abate |
Datazione | 1490 ca. |
Ambito culturale | |
Autore |
Piero di Cosimo (Piero di Lorenzo Chimenti) detto Piero di Cosimo |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 184.2 cm; l. 188.6 cm |
|
La Visitazione con san Nicola di Bari e sant'Antonio abate è un dipinto, eseguito nel 1490 circa, ad olio su tavola, da Piero di Lorenzo Chimenti, detto Piero di Cosimo (1462 ca. - 1521), proveniente dalla Cappella di San Niccolò nella Basilica di Santo Spirito di Firenze e conservato presso la National Gallery of Art di Washington (Stati Uniti d'America).
Descrizione
Soggetto
Nella scena compaiono:
- al centro, Maria Vergine e sant'Elisabetta, che s'incontrano, riconoscendosi e abbracciandosi, portando rispettivamente in grembo Gesù e san Giovanni Battista. Le loro figure dominano la scena, scambiandosi un intenso sguardo pieno di consapevolezza delle sorti dei propri nascituri, con un naturale scambio di gesti: una stretta di mano e un abbraccio.
- a sinistra, san Nicola di Bari, riconoscibile per l'attributo delle palle d'oro, colto nell'atto di leggere uno scritto: egli insieme a sant'Antonio abate, sembra fare da testimone indiretto all'evento.
- a destra, sant'Antonio abate indossa anche un paio d'occhiali, con accanto ai suoi tipici attribuiti (la campana, il bastone e il maialino), è raffigurato, mentre sta scrivendo un testo.
Note stilistiche e iconografiche
Nel dipinto si nota in particolare:
- La minuziosa descrizione dei dettagli deriva dalla compenetrazione profonda nella cultura estetica fiorentina dell'arte fiamminga.
- Ai lati si trovano due quinte d'edifici, oltre le quali si sviluppano alcune fantasiose formazioni rocciose, in cui sono ambientate alcune scene secondarie:
- Annunciazione dipinta su un muro della chiesa lontana,
- Adorazione dei pastori, a sinistra
- Strage degli innocenti, in secondo piano.
La composizione piramidale, con un gruppo centrale principale, dove la testa di Maria e di santa Elisabetta sono l'apice, un santo su entrambi i lati che formano la base, riflette l'influenza dei recenti lavori di Leonardo da Vinci.
Notizie storico-critiche
Il dipinto proviene dalla Cappella di san Niccolò nella Basilica di Santo Spirito a Firenze, patrocinata dalla famiglia Capponi e venne commissionata al pittore tra il 1489 e il 1490.
L'opera è ampiamente descritta da Giorgio Vasari[1]:
« | Nella chiesa di Santo Spirito lavorò alla cappella di Gino Capponi una tavola che v'è dentro una Visitazione di Nostra Donna con san Niccolò e un sant'Antonio che legge con un par d'occhiali al naso che è molto pronto. Quivi contraffece un libro di cartapecora un po' vecchio che par vero e così certe palle a quel san Niccolò con certi lustri, ribattendo i barlumi e i riflessi l'una nell'altra, che si conosceva in fino allora la stranezza del suo cervello e il cercare ch'e' faceva delle cose difficili. » |
Nel 1713, l'opera fu rimossa dall'ubicazione originaria per essere sostituita da un dipinto di Giovanni Camillo Sagrestani (1660 - 1731) e quindi trasferita nella villa Capponi a Legnaia, frazione di Firenze, dove la vide e acquistò Frederick West verso il 1850, che la portò nel suo Chirk Castle a Clwyd, nel Galles (Gran Bretagna). I suoi eredi la cedettero nel 1891 circa e dopo alcuni passaggi pervenne ai Duveen Brothers di New York, che nel 1937 la cedettero a Samuel H. Kress, le cui collezioni sono uno dei nuclei principali della National Gallery of Art di Washington, a cui il dipinto venne donato nel 1939.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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