Suore Carmelitane della Carità di Vedruna

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Suore Carmelitane della Carità di Vedruna
in latino '''''
Emblema institut CCV.png
Lo stemma della congregazione

Istituto di vita consacrata
Congregazione religiosa femminile di diritto pontificio

Altri nomi
Fondatore Santa Gioacchina de Vedruna
Data fondazione 26 febbraio 1826
Luogo fondazione Vic
sigla C.C.V.
Titolo superiore
Regola di Stephen Olot (1826)
Approvato da Leone XIII
Data di approvazione 20 luglio 1880
Scopo assistenza ai malati, educazione della gioventù
Costituzioni 1850, di Sant'Antonio Maria Claret
Collegamenti esterni
Sito ufficiale

Le Suore Carmelitane della Carità di Vedruna (in spagnolo Hermanas Carmelitas de la Caridad de Vedruna) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla C.C.V.[1]

Cenni storici

La congregazione venne fondata da Joaquina de Vedruna y de Mas (1783-1854): appartenente a un'agiata famiglia borghese, madre di nove figli, rimasta vedova si ritirò a Vic, nei pressi di Barcellona, dove attese all'educazione dei figli ed iniziò a dedicarsi gratuitamente alla cura dei malati nel locale ospedale[2].

Il 26 febbraio del 1826 diede vita a una congregazione di religiose dedite alla cura dei malati e all'educazione delle ragazze: le Carmelitane della Carità vennero approvate dalla Santa Sede il 5 agosto del 1857 e vennero aggregate all'ordine Carmelitano il 14 settembre 1860; le loro costituzioni sono state approvate il 20 luglio 1880[2].

La fondatrice, beatificata nel 1940, fu proclamata santa da papa Giovanni XXIII il 12 aprile 1959[3].

Attività e diffusione

Oggi le Carmelitane della Carità si dedicano ad attività educative e ospedaliere[2].

Sono presenti in Europa (Albania, Italia, Spagna), Asia (Giappone, Filippine, India, Taiwan), Africa (Eritrea, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Togo), negli Stati Uniti e in numerosi paesi dell'America Latina[4]. La sede generalizia è a Roma[1].

Al 31 dicembre 2008, la congregazione contava 2.012 religiose in 280 case[1].

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Ann. Pont. 2010, p. 1518.
  2. 2,0 2,1 2,2 DIP, vol. II (1975), coll. 405-406, voce a cura di V. Macca.
  3. Bibliotheca Sanctorum, vol. VI (1965), coll. 463-465, voce a cura di R. Escudero.
  4. La presenza nel mondo. URL consultato il 10-7-2009.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni