Ancelle dei Poveri di Jeanne Delanoue
Ancelle dei Poveri di Jeanne Delanoue | ||
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Istituto di vita consacrata | ||
Altri nomi (FR)Servantes des Pauvres de Jeanne Delanoue | ||
Fondatore | Santa Jeanne Delanoue | |
Data fondazione | 1703 | |
Approvato da | Paolo VI | |
Data di approvazione | decreto di lode il 7 novembre 1968 | |
Le Ancelle dei Poveri di Jeanne Delanoue (in francese Servantes des Pauvres de Jeanne Delanoue) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio.[1]
Cenni storici
La congregazione, detta in origine delle suore di Sant'Anna della Provvidenza, venne fondata a Saumur da Jeanne Delanoue (1666-1736), la quale, abbandonato il commercio, cominciò a dedicarsi al servizio dei poveri; nel 1703 si unirono a lei le prime compagne. Il 26 luglio 1704, la comunità si costituì in congregazione religiosa[2] e le sue regole vennero approvate da Michel Poncet de La Rivière, vescovo di Angers, il 28 settembre 1709.[3]
Le suore di Sant'Anna della Provvidenza vennero approvate civilmente da Napoleone I come congregazione ospedaliera il 4 dicembre 1810 e da Napoleone III come congregazione insegnante e ospedaliera il 9 dicembre 1854: quest'ultimo riconoscimento permise alle religiose, fino ad allora in numero esiguo, una rapida espansione.[3]
L'istituto ha assunto l'attuale denominazione il 3 dicembre 1964 e ha ottenuto il pontificio decreto di lode il 7 novembre 1968.[3]
La fondatrice (in religione Giovanna della Croce), beatificata nel 1947, è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II il 31 ottobre 1982.[4]
Attività e diffusione
Le Ancelle dei Poveri si dedicano all'istruzione, alla catechesi e a opere di assistenza sociale e sanitaria.
Oltre che in Francia, sono presenti in Indonesia, Madagascar e Mali:[5] la sede generalizia è a Saint-Hilaire-Saint-Florent (presso Saumur, nella Loira).[1]
Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 364 religiose in 60 case.[1]
Nel 2013, l'istituto contava 322 suore, presenti in Francia con 27 comunità, in Madagascar con 23 comunità, in Indonesia con 4 e nel Mali con 3.[6]
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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