Assisi clandestina
Assisi clandestina | |
Locandina del film | |
Titolo originale: | The Assisi Underground |
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Lingua originale: | inglese |
Paese: | USA |
Anno: | 1984 |
Durata: | 115' min. |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: |
drammatico storico |
Regia: | Alexander Ramati |
Soggetto: | Alexander Ramati |
Ambientazione Geografica: | Assisi |
Ambientazione Storica: | 1943 - 1944 |
Tratto da: | Assisi Underground (1978), romanzo di Alexander Ramati |
Sceneggiatura: | Alexander Ramati |
Produttore: | Yoram Globus, Menahem Golan |
Produttore esecutivo: | John Thompson |
Casa di produzione: | Golan-Globus Productions |
Distribuzione (Italia): | Italian International Film-IIF |
Interpreti e personaggi: | |
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Fotografia: | Giuseppe Rotunno |
Montaggio: | Michael J. Duthie |
Effetti speciali: | Luciano Anzellotti |
Musiche: | Dov Seltzer |
Scenografia: | Luciano Spadoni |
Coreografia: | Luciano Spadoni |
Costumi: | Adriana Spadaro, Daniela Speranza |
Trucco: | Manlio Rocchetti, Alvaro Rossi |
Assisi clandestina è un film drammatico del 1984, diretto da Alexander Ramati, tratto dall'omonimo libro dello stesso regista, edito nel 1978, che racconta in forma romanzata come nella città umbra vennero salvati dalla Shoah più di trecento ebrei.
Trama
In seguito alla grave situazione determinatasi in Italia, dopo la proclamazione dell'Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943), il vescovo della città, Giuseppe Placido Nicolini (1877 – 1973), manda a chiamare padre Rufino Nicacci (1911 – 1976), frate francescano, guardiano del convento di San Damiano, incaricandolo di fare il possibile per salvare ebrei e profughi che si trovavano o sarebbero giunti nella città.
Padre Rufino è giovane ed attivo; fa accogliere dalle Clarisse nel Monastero di San Quirico un gruppo di ebrei, tra i quali è anche il prof. Rieti, uno scienziato per la cui cattura era stata emessa una forte taglia e, al momento di una irruzione tedesca nel monastero, comandata da von Verden, capitano delle SS, i rifugiati verranno trasferiti nella clausura.
Per salvare gli sbandati in fuga che continuano ad affluire ad Assisi, il Vescovo e padre Rufino fanno stampare dal tipografo, Luigi Brizzi, loro amico, molte carte di identità e documenti falsi, che poi fanno recapitare grazie al famoso ciclista Gino Bartoli (1914 – 2000), a circa 800 ebrei nascosti in case e conventi tra la Toscana e l'Umbria.
Il Vescovo, sempre fidando in padre Rufino, lo invia a Pescocostanzo, in Abruzzo, per accompagnare altri profughi da salvare alle razzie tedesche. L'operazione viene portata a termine positivamente anche grazie all'amicizia ed alla stima reciproca che si è stabilita fra padre Rufino e Valentin Müller (1891 – 1951), medico e colonnello della Wehrmacht, (cattolico e molto vicino alla spiritualità francescana), che è la massima autorità militare tedesca in Assisi e che concede a padre Rufino, per il viaggio, l'uso di un autocarro. Questo irrita il capitano von Verden, che da molto diffida del frate, e che è sempre alla ricerca dell'irreperibile prof. Rieti. Purtroppo, quattro dei rifugiati, presso il convento di San Damiano, si mettono in pericolo, andando a fare una visita a Perugia: tre di questi vengono arrestati e von Verden ferma il francescano, cercando di farlo parlare con modi coercitivi, ed includendolo in un gruppo di ebrei e disertori italiani che dovranno essere fucilati: questo è solo un espediente per impaurirlo e indurlo a rivelare ciò che sapeva, ma alla fine non riuscendo a piegarlo lo lascia in vita e lo libera.
Tuttavia, padre Rufino e il Vescovo non desisteranno mai dall'adoperarsi e dal correre gravi rischi, per salvare quante più persone possibile.
Dopo lo sbarco in Sicilia e ad Anzio, gli Alleati stanno risalendo la Penisola; due dei rifugiati arrestati vengono ingaggiati come interpreti presso il Comando perugino del generale Bremer; con uno stratagemma, uno di essi sottrae una carta intestata, firmata in bianco dall'ufficiale e ne dattiloscrive il testo: è l'ordine con cui Assisi viene proclamata "Città aperta".
Muller, prima di partire alla volta della Germania, fa dono ad Assisi di tutto il materiale sanitario dell'ospedale, che aveva sede presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro "Pio XI"; il commissario della locale polizia fascista, cedendo alle richieste di padre Rufino, lascia libero il prof. Rieti (alla fine scoperto sotto il saio francescano).
Il capitano von Verden è sconfitto e deve ritirarsi con le truppe tedesche verso l'Italia settentrionale, mentre gli Alleati entrano in Assisi accolti dall'esultanza della popolazione liberata (giugno 1944).
Location
Il film è stato girato prevalentemente fra Assisi e Perugia, dove è ambientato:
- Assisi, Convento e Chiesa di San Damiano
- Assisi, Monastero delle Clarisse di San Quirico
- Assisi, Palazzo Vescovile;
- Assisi, Piazza del Comune;
- Assisi, Piazza Unità d'Italia;
- Assisi, Pontificio Seminario Regionale Umbro "Pio XI";
- Bastia Umbra, stazione ferroviaria;
Frasi e dialoghi celebri
Tra le frasi e i dialoghi celebri del film, si ricordano:
- Padre Rufino Nicacci (Ben Cross):
« | Io sono il custode di mio fratello. » |
Galleria fotografica
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