Commiato di Gesù Cristo dalla madre (Lorenzo Lotto)
Lorenzo Lotto, Commiato di Gesù Cristo dalla madre (1521), olio su tela | |
Commiato di Gesù Cristo dalla madre | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Comune | |
Diocesi | Berlino |
Ubicazione specifica | Gemäldegalerie |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Commiato di Gesù Cristo dalla madre |
Datazione | 1521 |
Autore |
Lorenzo Lotto |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 126 cm; l. 99 cm |
Iscrizioni | Laurentjo / Lotto Pictor / 1521 |
Note opera firmata e datata | |
Il Commiato di Gesù Cristo dalla madre è un dipinto, eseguito nel 1521, ad olio su tela, da Lorenzo Lotto (1480 - 1557), conservato alla Gemäldegalerie di Berlino.
Descrizione
Ambientazione
La scena è ambientata all'interno di un edificio (più una chiesa che un palazzo) con un loggiato ed un perimetro di colonne con capitelli corinzi che sostiene l'ampia volta, sulla quale si riflettono i primi raggi del sole, che filtrano dal grande oculo frontale e la cui luce si proietta sul soffitto: un'alba che simboleggia l'inizio dell'era cristiana, inaugurata con la passione di Gesù Cristo.
Sullo sfondo, un giardino recintato (hortus conclusus), protetto da una siepe fiorita verso verso l'interno e da un alto muro verso l'esterno, che fa riferimento ad degli attributi simbolici della Madonna. Inoltre, sulla destra, si intravvede la camera da letto di Maria, perfettamente ordinata, che ricorda l'episodio dell'Annunciazione.
Soggetto
Il dipinto presenta l'episodio del Commiato di Gesù Cristo dalla madre che deriva dalla tradizione popolare, non evangelica, ma largamente descritta nella letteratura devozionale. Nella scena compaiono:
- al centro:
- Gesù Cristo, nell'approssimarsi della Passione, umilmente inginocchiato, con le braccia incrociate sul petto e la testa reclinata sulla spalla, saluta per l'ultima volta la madre. La incontrerà di nuovo nel momento estremo, sulla via del Calvario ed ai piedi della croce.
- Maria Vergine conscia del destino tragico del Figlio, sviene per il dolore, è sorretta da san Giovanni apostolo e dalle pie donne: si tratta di una prefigurazione del diffuso tema iconografico dello svenimento della Madonna al momento della Crocifissione;
- san Giovanni apostolo raffigurato come un giovane dai lunghi capelli biondi;
- Due donne, di difficile identificazione, sono presentate una giovane che aiuta san Giovanni a sostenere Maria ed una anziana, rugosa ed ammantata, che impegna le mani in un consolidato gesto di disperazione.
- a sinistra, si affacciano sulla scena:
- san Pietro apostolo con in mano le chiavi;
- san Giacomo maggiore, la sua presenza completa il consueto terzetto che ha il privilegio di essere presente nei momenti salienti della vita di Cristo, dalla Trasfigurazione all'orazione nell'orto di Gethsemani.
- a destra:
- Elisabetta Rota, committente dell'opera, è presentata abbigliata con una sontuosa veste blu dai riflessi violacei, al collo un giro di perle, i capelli lisci e spartiti sui lati raccolti da un nastro nero sotto una leggera reticella e porta ad entrambi gli anulari due anelli di foggia diversa, uno con pietra rossa e l'altro blu. La donna non guarda la scena principale, ma è immersa in un'orazione mentale, denominata compositio loci, ossia si avvale di una pratica devozionale, diffusa all'epoca del dipinto, che invitava i fedeli a visualizzare mentalmente gli episodi della vita di Gesù Cristo: questa tecnica è descritta in un testo classico della spiritualità dei laici, il Giardino di orazione, redatto da un autore anonimo intorno al 1454 e più volte ristampato. Era una modo di pregare molto apprezzato in quegli anni anche da sant'Ignazio di Loyola, che lo presenta come un efficace metodo di meditazione nei suoi Esercizi Spirituali. Infatti, la nobildonna è figurata inginocchiata in terra ed assorta nella preghiera con uno sguardo, concentrato verso di sé e dentro di sé, che tradisce i suoi pensieri, ha appena letto l'episodio del Commiato nel libro di devozioni che tiene aperto davanti a sé. La scena, costruita da Lorenzo Lotto, è la traduzione figurata del suo pensiero, quella che la sua mente fa dell'accaduto. Elisabetta ambienta la scena in un contesto che le è noto, forse nell'androne della sua casa bergamasca.
Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come:
- Libro, in mano ad Elisabetta Rota, è un piccolo codice a grosse lettere, parzialmente scritto e ornato di rosso ("rubricato") come si nota sulla pagina aperta e sul taglio superiore, con i rinforzi di protezione del dorso, i fermagli di chiusura ed il segna pagina figurato e dorato: questo è un libretto di preghiere, un oggetto di famiglia.
- Cagnolino che gioca tra le pieghe dell'abito della nobildonna, è simbolo di fedeltà.
- Gatto nero che passeggia furtivo nella penombra del colonnato, le cui pupille riflettono la luce che penetra da destra e che disegna le ombre dei personaggi sul pavimento.
- Due candidi conigli (uno sotto il loggiato e l'altro nel giardino) sono il simbolo della mitezza di Gesù Cristo e del timore di Maria.
- Ramo con ciliegie rosse, che rimandano al sangue del sacrificio di Cristo.
- Arancia richiama Maria come sposa di Cristo.
- Lettera piegata (non un cartiglio), che insieme ai frutti sembra inserita tra la tela e la cornice.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Il dipinto ha alcune affinità con il Commiato di Gesù Cristo dalla madre (1510 - 1520), opera del Correggio,[1] conservato alla National Gallery di Londra, tanto da far a pensare che il pittore veneto avesse potuto conoscere il lavoro del suo contemporaneo emiliano. È questo, in realtà, solo uno dei molti punti di contatto che si possono riscontrare fra la ricerca artistica dei due pittori sul cui rapporto, tuttavia, non si dispone di alcun dato documentario.
- Lo schema compositivo si basa su quello delle Annunciazioni: non a caso si vede nello sfondo un giardino e la camera da letto di Maria. Le figure monumentali richiamano, nel patetismo espressivo e popolaresco, le statue di Gaudenzio Ferrari collocate nel Sacro Monte di Varallo.
Iscrizione
Nel dipinto, in basso al centro, figura su una lettera piegata la firma del pittore e la data di esecuzione dell'opera:
« | Laurentjo / Lotto Pictor / 1521 » |
Notizie storico-critiche
L'opera venne eseguita da Lorenzo Lotto nel 1521 su commissione della nobildonna bergamasca Elisabetta Rota, moglie di Domenico Tassi, il quale fu anche lui un grande estimatore del pittore e lo incaricò di altri due dipinti:
- San Girolamo;
- Natività di Gesù, che probabilmente faceva pendant con il Commiato di Berlino: quest'opera apparentemente perduta, in realtà ne rimane testimonianza in una malandata copia delle Gallerie veneziane, nel quale si vede il committente in adorazione di Gesù Bambino.
Note | |
Bibliografia | |
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