Compianto su Gesù Cristo morto (Bramantino)

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Milano CastSforzesco Compianto 1515-20ca.jpg.jpg
Bramantino, Compianto su Gesù Cristo morto (1515 - 1520 ca.), olio su tela
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Lombardia
Regione ecclesiastica Lombardia
Provincia Milano
Comune

Stemma Milano

Località
Diocesi Milano
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Castello Sforzesco
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Milano
Luogo di provenienza Chiesa di San Barnaba
Oggetto dipinto
Soggetto Compianto su Gesù Cristo morto
Datazione 1515 - 1520 ca.
Datazione
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Ambito culturale Ambito lombardo
Autore

Bramantino (Bartolomeo Suardi)
detto Bramantino

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tela
Misure h. 214 cm; l. 104 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni

La Compianto su Gesù Cristo morto, detta anche Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro, è un dipinto, eseguito tra il 1515 ed il 1520 ca., ad olio su tela, da Bartolomeo Suardi detto Bramantino (1465 ca. - 1530), proveniente dalla Chiesa di San Barnaba a Milano ed attualmente conservato nel Castello Sforzesco nella medesima città.

Descrizione

Soggetto

Nella scena, che si svolge davanti ad un colonnato, compaiono in primo piano:

  • al centro:
    • Gesù Cristo morto, già deposto dalla croce, è disteso sul sudario che ricopre il sarcofago.
    • Maria Vergine contempla con gli occhi bassi, assorta nel suo pacato dolore, la ferita nella mano del Figlio.
  • a sinistra: San Giovanni apostolo, piangente, sorregge il corpo di Cristo per la schiena.
  • a destra: Santa Maria Maddalena, piangente, inginocchiata davanti a Gesù, gli sta accarezzando i piedi.

Inoltre, in secondo piano si notano:

  • Nicodemo, anziano sacerdote, piange disperatamente asciugandosi le lacrime con un lembo del suo manto rosso.
  • Giuseppe di Arimatea è presentato con un viso contratto dal dolore, mentre volta discretamente la testa come per incapacità di sopportare la scena che si svolge davanti a lui.
  • Due pie donne si guardano sconvolte ed incredule: queste sono le stesse che tre giorni dopo scopriranno il sepolcro vuoto, abbandonato da Gesù Cristo risorto.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • L'espressione di dolore dei personaggi, in quest'opera, controllata e contenuta, è messa dall'artista in secondo piano rispetto alla ricerca stereometrica.
  • L'iconografia del Compianto, uno dei temi preferiti del Bramantino, che qui lo svolge creando una composizione solenne e severa, dove la gestualità sembra congelata e la materia congelata solidificata nella pietra, e dove la semplificazione delle forme e dei volumi coinvolge sia i personaggi, sia le architetture di sfondo.
  • L'opera è percorsa da un forte senso di astrazione che viene accentuato anche dalle architetture visibili sullo sfondo, in questo caso un maestoso colonnato di un tempio dietro cui appare un caratteristico edificio rinascimentale a pianta centrale, ma ridotto talmente all'essenziale da sembrare una costruzione dipinta da De Chirico.
  • La cromia rarefatta permette al pittore di concentrarsi su complessi effetti luminosi, studiando una molteplicità di fonti di illuminazione, sull'esempio dell'Ultima Cena (1494 - 1498) di Leonardo da Vinci, lasciando in ombra alcuni personaggi per farne risaltare altri: questa caratteristica la si riscontra anche in altre sue opere.

Notizie storico-critiche

Il dipinto venne realizzato, tra il 1515 ed il 1520 ca., da Bartolomeo Suardi detto Bramantino per la Chiesa di San Barnaba a Milano. Nel 1985, l'opera, dopo alcuni passaggi in varie collezioni, è stata acquistata dalla famiglia Werner e successivamente collocata nel Castello Sforzesco a Milano.

Bibliografia
  • Giovanni Agosti et al. (a cura di), Bramantino a Milano. Catalogo della mostra al Castello Sforzesco di Milano, 16 maggio - 21 settembre 2012, Editore Officina Libraria, Milano 2012
  • Gian Alberto Dell'Acqua, Germano Mulazzani, L'opera completa di Bramantino e Bramante pittore, Editore Rizzoli, Milano 1978
  • Emma Muracchioli, Il Rinascimento in Italia. Leonardo, Michelangelo, Raffaello: l'arte si misura con il divino, Editore San Paolo, Palazzolo sull'Oglio 2003, pp. 6 - 7
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 2 gennaio 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.