Congregazione di San Paolo Apostolo per le missioni

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La Congregazione di San Paolo Apostolo per le missioni fu una congregazione religiosa nata agli inizi del XVII secolo nell'ambiente della Riforma carmelitana in Italia. Eretta nel 1608 da Paolo V con il breve Onus pastoralis officii del 22 luglio, fu soppressa dallo stesso papa il 7 marzo 1613 con il breve Romani Pontificis.

Contesto

La Congregazione di San Paolo Apostolo per le missioni nasce nel contesto della riforma che tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo vide impegnati i Carmelitani Scalzi italiani che il 13 novembre 1600 si resero indipendenti, grazie a Clemente VIII, da quelli spagnoli.

Tra i protagonista della riforma e della fondazione italiana ci fu Pietro della Madre di Dio, il quale oltre ad essere commissario pontificio per i conventi degli Scalzi esistenti in Italia, fu anche incaricato delle missioni pontificie e, anche se con fatica, portò all'interno della Congregazione italiana degli Scalzi una accentuata sensibilità per le missioni ad gentes nonostante una forte opposizione di carmelitani che vedevano in questa apertura un tradimento dello spirito originario dell'ordine.

La nascita della Congregazione

Intorno al 1605 Pietro della Madre di Dio progettò di inviare Carmelitani Scalzi ad evangelizzare il Congo. Nel progetto sarebbe dovuto partire anche Tommaso di Gesù. La missione fallì perché i portoghesi avevano già deciso di inviare i domenicani.

Tommaso di Gesù, con l’appoggio di Pietro della Madre di Dio, progettò di costituire un nuovo istituto religioso nell’ambito dei Carmelitani Scalzi che fosse dedito esclusivamente all’apostolato missionario. Paolo V approvò il progetto con il breve Onus pastoralis officii, del 22 luglio 1608. Furono scelti alcuni religiosi delle due congregazioni di Spagna e d’Italia allo scopo di formarne una terza: della congregazione spagnola Tommaso di Gesù e Diego dell’Incarnazione; della congregazione italiana Filippo di san Giacomo, Redento della Croce, Bartolomeo Maria di san Francesco, Adriano di santa Maria, Leandro dell’Incarnazione, Giacinto di sant’Angelo, Giovanni Damasceno dell’Annunciazione, Ilario di sant’Agostino, Fulgenzio della Concezione, Cassiano di sant’Anselmo, assieme ai fratelli Simone del Monte Carmelo e Taddeo di sant’Elia. In tutto dodici padri e due fratelli.

Essi vennero svincolati dai rispettivi superiori e riuniti nella congregazione di San Paolo, la quale aveva il compito di propagare la fede e la Chiesa in tutto il mondo, condurre alla conversione gli infedeli e coloro che avevano deviato dalla fede. I religiosi della nuova congregazione, oltre ai consueti tre voti, dovevano emetterne un quarto, che li impegnava a dedicarsi alle missioni, anche a costo della vita, ed un quinto, secondo cui non dovevano ambire a cariche e dignità né dentro né fuori dall’Ordine. Tommaso di Gesù venne nominato commissario generale del nuovo istituto, con i relativi poteri per lui e per i successori. La durata del suo mandato sarebbe stata sessennale; i successori invece sarebbero durati in carica un triennio, eletti dal capitolo generale. Quanto prima, si sarebbero dovute redigere nuove costituzioni. La Congregazione di san Paolo venne esentata dalla giurisdizione degli ordinari del luogo e dei due prepositi generali delle congregazioni italiana e spagnola, e fu sottoposta direttamente alla Sede Apostolica. Al preposito generale della Congregazione italiana fu riconosciuto un limitato diritto di visita sulla Congrega­zione di san Paolo, nel rispetto dei suoi statuti propri. Il commissario della nuova Congregazione con due soci eletti dal capitolo avrebbe potuto partecipare al capitolo generale della Congregazione italiana, godendovi di voce attiva e passiva. Venivano concessi al nuovo istituto tutti i privilegi dell’Ordine carmelitano e quelli propri degli ordini mendicanti.

Poco dopo aver ottenuto il breve, venne a mancare a Tommaso di Gesù il principale appoggio: Pietro della Madre di Dio infatti morì il 26 agosto 1608. Il progetto rimase fermo. Poco dopo, incoraggiato da Paolo V, Tommaso, assieme a Diego dell’Incarnazione, prese in affitto una casa a Roma, in via Giulia, presso il palazzo Farnese. Presto si unirono ai due alcuni sacerdoti secolari e religiosi di altri ordini, ma dei carmelitani scalzi non si mosse nessuno. Il vicario generale della Congregazione d’Italia, Ferdinando di santa Maria, che si trovava fuori Roma, avvisato per lettera da Giovanni di Gesù Maria, una volta sbrigate le sue incombenze tornò a Roma e, con l’appoggio dell’ambasciatore spagnolo e del procuratore generale della Congregazione spagnola, convinse Paolo V a lasciar cadere la Congregazione di san Paolo.

Il pontefice, dopo una prima resistenza, sospese l’esecuzione del breve, stabilendo che la Congregazione di san Paolo si unisse alla Congregazione d’Italia, trasferendole le sue competenze in campo missionario, mentre padre Tommaso avrebbe dovuto continuare ad occuparsi delle missioni, riservandogli la direzione dei seminari che sarebbero stati fondati per provvedere alla formazione dei missionari. Il breve Onus pastoralis officii fu quindi revocato con il breve Romani Pontifìcis del 7 marzo 1613, con il quale veniva eretto il seminario dei Carmelitani Scalzi italiani per le missioni nel convento di San Paolo Apostolo a Monte Cavallo.

Voci correlate
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