Critica testuale
La critica testuale[1] è detta anche Ecdotica cioè "dare alla luce, pubblicare". È la scienza che studia l'evoluzione di un testo qualsiasi, individuandone la forma originaria e seguendone le trasformazioni nel corso del tempo, con l'obiettivo di consentirne una pubblicazione quanto più possibile affidabile.
Tenendo conto del fatto che i testi antichi sono stati copiati in numerosi manoscritti, detti codici quando rilegati, che divergono in molti particolari, il compito della critica testuale è quello di studiare le variazioni presenti nelle diverse tradizioni del testo e di ricostruire, mediante l'applicazione di principi metodologici scientifici, il testo più antico possibile e, a parità di età (esemplari coevi) di ricostruire il testo più simile a quello scritto o dettato dal suo autore.
La critica testuale analizza anche i passi corrotti, lacunosi e in parte intraducibili, nel tentativo di decifrarne l'enigma. Essa si avvale di procedimenti stabiliti dalla metà dell'Ottocento: recensio, collatio, emendatio con protocolli scientifici in continuo perfezionamento. Tutte le operazioni descritte devono essere documentate analiticamente in una pubblicazione, per cui al testo originale segue, in genere a pie' di pagina, una serie di note esplicative chiamata apparato critico e quell'edizione così corredata prende il nome di edizione critica, che è una ricostruzione scientifica e autorevole di quel testo o di quell'opera.
Una edizione critica si indirizza specialmente agli studiosi del settore, ma serve di fondamento per altre edizioni più divulgative, che la citeranno nelle note o nella bibliografia.
La critica testuale biblica è un ramo dell'esegesi biblica, che studia la trasmissione dei testi originali della Bibbia sulla base del metodo storico critico. Come disciplina, la critica testuale biblica richiede la conoscenza dei diversi manoscritti, nonché una buona familiarità con la paleografia greca ed ebraica.
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