Festa di San Biagio (San Martino in Pensilis)

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Festa di San Biagio (San Martino in Pensilis)
S.MartinoPensilis ChiesaS.Pietro.jpg

San Martino in Pensilis, Chiesa di San Pietro Apostolo
Festa patronale
Processione
Festa locale
Commemorazione celebrata San Biagio, compatrono della città
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Molise
Provincia Campobasso
Comune San Martino in Pensilis
Luogo specifico Contrada San Biase, vie del borgo, Chiesa di San Pietro Apostolo
Diocesi Termoli-Larino
Periodo Inverno
Data inizio 3 febbraio
Data fine 3 febbraio
Tradizioni religiose processione, celebrazione eucaristica, benedizioni
Tradizioni folcloristiche corteo dei cavalieri
Tradizioni culinarie pane benedetto
Collegamenti esterni
Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA)

La Festa di San Biagio si svolge annualmente a San Martino in Pensilis (Campobasso), il 3 febbraio, in onore di San Biagio († 316 ca.), vescovo, medico e martire armeno, compatrono della città.

Descrizione

La festa si articola in momenti celebrativi e devozionali precisi, scanditi dalla tradizione:

2 febbraio

Il 2 febbraio, giorno della Festa della Presentazione del Signore detta anche Candelora, iniziano i preparativi, nella quale cavalli e cavalieri hanno un ruolo fondamentale, come accade nella Festa di San Leo.

3 febbraio

All'alba del 3 febbraio, nel centro storico si tengono dei fuochi pirotecnici e nella località di campagna, chiamata Contrada San Biase, distante sette chilometri, dove un tempo era la Chiesa di San Biagio, si accende il fuoco e s’imbandisce un tavolo con cibi e bevande.

Tre giovani, in sella a cavalli ornati con i colori della squadra vincitrice dell’ultima Carrese, percorrono il borgo suonando un tamburo per segnalare a tutti gli abitanti, la riunione della comunità sanmartinese sul sagrato della Chiesa di San Pietro Apostolo, dove il parroco benedice tutti i cavalieri che si sono radunati e porge loro una croce di legno, che è passata da cavaliere a cavaliere per essere baciata.

Dopo la benedizione, i cavalieri, con la croce, partono verso la Contrada San Biase per visitare il luogo dove sorgeva la quercia e dov'è la pietra di San Biagio, dalla quale si è soliti staccare piccoli pezzi, che vengono conservati a protezione delle malattie della gola.

Giunti a San Biase, i cavalieri pregano e compiono tre giri attorno al luogo della quercia. La visita dei cavalieri in questa contrada è anche un’occasione festosa di convivio, e si attua, come nella Carrese, in un percorso esterno al paese. Prima del ritorno, i cavalieri ricevono i pani benedetti e ripartono al galoppo, rallentando poi, in prossimità del borgo. Sulla scalinata della Chiesa parrocchiale la comunità attende il loro arrivo.

Una volta, arrivati nel centro storico i cavalieri compiono un giro intorno alla Santissima Trinità, recitando litanie e preghiere. La croce passa di mano in mano e viene baciata, dai cavalieri e dalle persone radunate nella piazza. In chiesa si susseguono gli atti devozionali verso san Biagio, come toccare il suo simulacro.

Nel tardo pomeriggio, dopo la Santa Messa, si svolge la processione con il Busto di san Biagio, che si conclude in chiesa con la Benedizione della gola, impartita dai sacerdoti con due candele incrociate, mentre i fedeli continuano a rendere omaggio al Santo.

Riconoscimenti

L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia

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Patrimonio immateriale d'Italia

Voci correlate
Collegamenti esterni