Parroco
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Il termine Parroco indica il sacerdote che, su mandato del Vescovo e in sua rappresentanza, ha in affidamento una parrocchia, cioè una comunità di fedeli appartenenti ad un territorio, da guidare spiritualmente, evangelizzare, istruire e confermare nella fede.
In tale ruolo egli può avvalersi della collaborazione di altri presbiteri (vice-parroci di nomina episcopale) o eventualmente di diaconi. Naturalmente nella gestione della parrocchia è tenuto a coinvolgere gli stessi fedeli, affinché si sentano corresponsabili insieme al parroco.
Tra i compiti del parroco ricordiamo: la predicazione della Parola di Dio (specialmente l'omelia domenicale); le attività di catechesi, di promozione evangelica e di carità; la formazione dei fanciulli, dei giovani e delle famiglie alla vita cristiana; l' assistenza pastorale degli ammalati; l'amministrazione dei sacramenti; la gestione amministrativa e burocratica della parrocchia.
Diritto canonico
La nomina dei parroci spetta al Vescovo e se si tratta di un religioso è necessaria la presentazione del suo superiore. I requisiti necessari per la nomina sono:
- sacerdozio
- buoni costumi
- sana dottrina
- zelo per le anime
- saggezza
- esperienza e altre doti che il vescovo ritiene opportune per la cura delle anime in un luogo determinato
È conveniente che il parroco viva presso la casa canonica. Nella prassi corrente, di fatto, specialmente al Sud, non pochi parroci, informato il vescovo, vivono presso i loro genitori o in appartamenti privati, anche per la mancanza di case parrocchiale o per lo stato di degrado di esse.
Per il bene delle anime è necessario che i parroci abbiano stabilità nel loro ufficio. Per questo il Concilio Vaticano II ha abolito la distinzione tra parroci amovibili e inamovibili ed ha introdotto come modus agendi nel trasferirli e rimuoverli l'opportunità di tenere presente il bene delle anime.
Normalmente la nomina viene fatta per la durata di nove anni, ma, a discrezione del vescovo, può essere anche a tempo indeterminato.
Il Codice di Diritto Canonico fissa, per l'ufficio di parroco, un limite massimo di età (75 anni), raggiunto il quale, è moralmente tenuto a presentare le dimissioni.
Il parroco può assentarsi ogni anno dalla parrocchia, salvo gravi motivi, per un mese di ferie e per i periodi di ritiro spirituale, nei quali casi è sostituito da un altro sacerdote delegato dal vescovo.
In caso di necessità, ad uno stesso parroco possono essere affidate più parrocchie. Nello svolgimento delle sue funzioni pastorali il parroco è assistito dal Consiglio pastorale e dal Consiglio per gli affari economici, organismi di partecipazione dei fedeli alla vita e alla missione della parrocchia.
Entrambi i consigli sono composti da fedeli laici ed hanno soltanto voto consultivo.
Quando la parrocchia diventa vacante, il parroco è temporaneamente sostituito, in attesa delle nuova nomina, da un da un "amministratore parrocchiale" nominato dal vescovo.
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