Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici

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Il Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici (lat. forerius major; suppellectilis pontificiae domus procuratorem) detto anche Foriere maggiore del papa, era il primo ufficiale palatino dopo il prelato Maggiordomo del Papa e il secondo cameriere segreto laico partecipante di spada e cappa.[1] Antica è l'istituzione di questa carica già citata nella Famiglia pontificia di Giulio III e Paolo VI. Aveva la soprintendenza delle fabbriche dei palazzi apostolici e di altri edifici, e precedeva il papa nei viaggi per allestire gli alloggi per lui e per la corte. Era coadiuvato dal sotto-foriere e dal floriere.

Funzioni

Nel motu proprio di papa Gregorio XV del 1832 alle disposizioni generali del capitolo primo, si indica:

  • art. 1 L'amministrazione dei Palazzi Apostolici è affidata a mons. Maggiordomo. Sotto la di lui dipendenza esercitano il proprio ufficio il Foriere Maggiore, che ha la sopraintendenza delle fabbriche, appartamenti, condutture e concessioni di acque.[2]

Fino a tutto il secolo XVII la carica era normalmente affidata ad uno dei Camerieri segreti partecipanti della famiglia pontificia. La carica è stata abolita nel 1968 da Paolo VI con il motu proprio Pontificalis Domus.[3]

Elenco dei forieri maggiori dei sacri palazzi apostolici

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  • Mons. Pietro Librandi (1566-1575 ca.)
  • Mons. Alberto Franchino (aa.1575 ca.)
  • Mons. Girolamo Grassis (aa.1585 ca.)
  • Mons. Giacomo Gittio (aa. 1631 ca.)
  • Mons. Baccio Aldobrandini ( ? - 1652)

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Note
  1. Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico ecclesiastica, vol. XXV, Ve 1844, pp. 185 e segg. online
  2. Motu proprio Gregorio papa XV Sulla sistemazione economica dei sacri palazzi apostolici online
  3. Testo online.