Leggenda dell'anno 1000

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Secondo la leggenda dell'anno 1000, nel periodo immediatamente precedente a questa data l'Europa medievale cristiana sarebbe stata dominata da una paura superstiziosa circa l'imminente fine del mondo. Il presupposto biblico sarebbe da trovare in Ap 20,2-3 , dove si afferma che Satana è incatenato per 1000 anni, dopo i quali sarà lasciato libero. Questa paura avrebbe causato un ristagno delle attività economiche, sociali, politiche e religiose.

L'esame delle fonti storiche mostra che nulla di ciò è accaduto, e la "leggenda nera" è da ricondurre alla ricostruzione storiografica che illuminismo e positivismo hanno elaborato nel '700-'800 del medioevo cristiano, con l'intento di presentarlo come un periodo dominato da ignoranza e superstizione: "Tale leggenda non ha alcun fondamento documentario e appare ormai destituita di ogni attendibilità" (enc. Treccani).

Fonti storiche

L'escatologia cristiana attende la fine del mondo e il giudizio universale, ma quanto al momento non è dato sapere: "Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre" (Mt 24,36 ; cf. Mc 13,32 ).

La leggenda dell'anno mille deve la sua origine al passo dell'Apocalisse:

« (Un angelo) afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po’ di tempo. »

Il passo di Ap deve però essere contestualizzato alla stesura del libro, un periodo (fine I secolo) nel quale la Chiesa era perseguitata dall'impero romano (persecuzione di Domiziano), con l'impressione che Dio avesse dato effettivamente mano libera al "drago". Il brano vuole dunque significare che Dio, nonostante l'apparente disimpegno attuale, incatenerà Satana dando ai fedeli un lungo periodo di pace, simbolicamente "mille anni".

Negli anni precedenti allo scadere dei mille anni le fonti riportano un solo accenno a una presunta attesa della fine del mondo nell'anno mille. Abbone di Fleury (ca. 945-1004) riferisce di un anonimo predicatore che a Parigi annunciava l'imminente giudizio universale:

« Da adolescente in una chiesa di Parigi ascoltai un sermone sulla fine del mondo rivolto al popolo, per cui terminati i mille anni l'anticristo sarebbe venuto, e dopo non molto tempo sarebbe accaduto il giudizio universale. A questa predicazione mi opposi, come potei, citando i vangeli, l'apocalisse e il libro di Daniele. »
(Abbone di Fleury, Apologeticum, PL 139,47IA[1])

Anche nei pronunciamenti del magistero (sinodi, bolle papali) dell'epoca non si trova alcuna aspettativa circa l'anno 1000.

Leggenda

In ambito italiano il maggiore responsabile della divulgazione della leggenda è il letterato Giosuè Carducci:

« V’imaginate il levar del sole nel primo giorno dell’anno mille? Questo fatto di tutte le mattine ricordate che fu quasi miracolo, fu promessa di vita nuova, per le generazioni uscenti dal secolo decimo? Il termine delle profezie etrusche segnato all’esser di Roma; la venuta del Signore a rapir seco i morti e i vivi nell’aere, annunziata già imminente da Paolo ai primi cristiani; i pochi secoli di vita che fin dal tempo di Lattanzio credevasi rimanere al mondo; il presentimento del giudizio finale prossimo attinto da Gregorio Magno nelle disperate ruine degli anni suoi; tutti insieme questi terrori, come nubi diverse che aggroppandosi fan temporale, confluirono su ’l finire del millennio cristiano in una sola e immane paura. – Mille, e non più mille – aveva, secondo la tradizione, detto Gesù: dopo mille anni, leggevasi nell’Apocalipsi, Satana sarà disciolto. Di fatto nelle nefandezze del secolo decimo, in quello sfracellarsi della monarchia e della società dei conquistatori nelle infinite unità feudali, in quell’abiettarsi ineffabile del ponteficato cristiano, in quelle scorrerie procellose di barbari nuovi ed orribili, non era egli lecito riconoscere i segni descritti dal veggente di Patmo? E già voci correvano tra la gente di nascite mostruose, di grandi battaglie combattute nel cielo da guerrieri ignoti a cavalcione di draghi. Per ciò tutto niun secolo al mondo fu torpido, sciaurato, codardo, siccome il decimo. »
(Carducci, Dello svolgimento della letteratura nazionale, incipit del primo discorso[2])
Note
Bibliografia
  • Richard Landes, Andrew Gow, David Van Meter, The Apocalyptic Year 1000: Religious Expectation and Social Change, 950-1050, Oxford University Press, Oxford 2003, ISBN 9780195111910.
Voci correlate
Collegamenti esterni
  • "MILLE, Leggenda dell'anno", su Enciclopedia Treccani, online.