Movimento di Oxford
Il Movimento di Oxford (Oxford Movement) è stato un movimento riformistico nato nell'ambito della Chiesa anglicana nel 1833, per opera di John Keble (1792-1866) e di John Henry Newman (1801-1890).
Nel primo quarto del XIX secolo la Chiesa d'Inghilterra soffriva sotto i colpi del liberalismo razionalista e del protezionismo statale.
I Tract
Il 14 luglio del 1833 John Keble pronunciò a Oxford un discorso clamoroso contro le usurpazioni dello Stato che aveva allora soppresso in Irlanda metà dei vescovadi anglicani. Qualche settimana più tardi, John Henry Newman, giovane tutor di un Collegio di Oxford, ecclesiastico anglicano, pubblicò il 9 settembre un opuscolo (tract) che faceva eco alle parole del Keble, cercando di smuovere il torpore dell'opinione pubblica. Keble e Newman erano mossi da un profondo senso religioso e da un grande amore alla Chiesa ed al bene delle persone.
Gli opuscoli (tracts) si susseguirono a breve distanza per sei anni. Erano stampati di poche pagine, tutti anonimi. Molti di essi erano redatti dal Newman. Solo dal n. 49 iniziò la collaborazione anche il Pusey, ecclesiastico dotto e profondamente religioso.
Negli opuscoli si denunziava la situazione dolorosa della Chiesa anglicana, e si proponeva una sorta di seconda riforma che fosse una via media tra il protestantesimo e il cattolicesimo.
I primi opuscoli avevano ancora un aspetto fortemente antiromano; ma la riflessione successiva portò gradualmente ad avvicinarsi al cattolicesimo.
Il Tract 90
Nel 1836 Newman prese a recitare il Breviario romano; nel 1840 cominciò a desiderare di unire la sua Chiesa a quella di Roma. Parecchi suoi discepoli volevano andare oltre, ma egli pensava di poter restare anglicano e pensare in modo cattolico. A tale scopo pubblicò, nel febbraio del 1841 un opuscolo, il Tract 90, in cui si sforzava di interpretare i Trentanove articoli della professione di fede anglicana in chiave cattolica. Ciò suscitò la reazione dell'establishment anglicano, che lo condannò.
Nel 1842 Newman lasciò Oxford e si ritirò con i suoi discepoli ed amici a Littlemore. Nel settembre del 1843 pronunciò l'ultimo suo sermone come ministro anglicano.
Verso la fine del 1844 iniziò a scrivere il Saggio sullo sviluppo. In questo lavoro Newman si persuase della legittimità dello sviluppo dogmatico della Chiesa cattolica lungo i secoli: da quel momento la sua coscienza lo spinse sempre più verso l'adesione alla Chiesa cattolica. Il saggio si concludeva con la celebre frase: La vita è breve e l'eternità è lunga.
Il beato Domenico Barberi ed i professori di Oxford
Nella Domenica di Passione del 1841 John Dobrée Dalgairns (1818-1876), seguace del Newman, inviò una informazione al giornale francese L'Univers, presentando la realtà del movimento presente in seno alla Chiesa anglicana e del suo orientamento verso il cattolicesimo; esso fu pubblicato il 13 aprile 1841. Si ricordavano alcune difficoltà alla piena comunione ecclesiale ma si concludeva con un accento pieno di speranza.
Il passionista italiano Domenico Barberi rispose all'articolo di Dalgairns il 5 maggio 1841 con una lunga lettera in latino diretta ai Professori di Oxford (Epistola directa professoribus Univ. Oxoniensis). Nella lettera viene utilizzata la locuzione fratelli separati[1], che avrà grande successo nel dialogo ecumenico successivo. Si parla anche di ritorno alla Chiesa, e si insiste sull'ecumenismo della preghiera e della stima vicendevole, attenendosi in modo fermo solo sulle questioni di fede e lasciando grande libertà circa quanto era solo opinione teologica o prassi non di precetto. La lettera fu letta con molta attenzione e fece una profonda e positiva impressione nei littlemoriani.
Il Dalgairns rispose in termini deferenti e grati all'iniziativa del Barberi. Sarà ricevuto nella Chiesa cattolica per le mani dello stesso Barberi il 29 settembre 1845.
Dopo di lui, il 9 ottobre 1845, il Barberi accolse l'abiura del Newman e di altri suoi amici e discepoli. Sarebbero stati molti di più, ma alcuni esponenti del Movimento, come il Pusey e il Keble, preferirono restare nella Chiesa anglicana con la speranza di guarirla dall'interno.
Lo stesso Newman, in un suo sermone, annunziava una seconda primavera (second spring) per la Chiesa cattolica in Inghilterra.
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