Octavius

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L'Octavius è un'opera di Minucio Felice di carattere apologetico, scritta in forma di dialogo.

I due interlocutori protagonisti sono il cristiano Ottavio e il pagano Cecilio, mentre Minucio si assume la parte di arbitro.

Svolgimento

Su proposta di Cecilio i due iniziano una discussione sulle rispettive religioni, rimettendo il giudizio finale a Minucio.

Prende per primo la parola Cecilio, il quale, dopo un lungo discorso, difende la religione tradizionale e critica quella cristiana.

Dopo un breve intermezzo di Minucio, Ottavio sviluppa la sua risposta, confutando le accuse di Cecilio e attaccando a sua volta la religione pagana. La replica di Ottavio, più lunga del discorso di Cecilio, segue passo passo le argomentazioni del pagano.

Esordisce con la dimostrazione dell'esistenza della Provvidenza e di un unico Dio, e passa poi a criticare la religione tradizionale nei suoi aspetti scandalosi del mito e del rituale, affermando che un'educazione fondata su queste menzogne non può che corrompere i giovani.
Segue la confutazione delle accuse di Cecilio; Ottavio non si limita a dimostrare la razionalità delle dottrine criticate all'avversario, ma insiste sulla superiore condotta morale che caratterizza la vita dei cristiani.

Alla fine Cecilio si confessa vinto.

Altre osservazioni

L'opera affronta anche il tema del martirio e dell'eroismo delle virtù cristiane.

L'opera è destinata al pubblico colto; l'apologia del cristianesimo si fonda esclusivamente su argomenti razionali, al punto da non prendere in considerazione i principali dogmi della nuova religione.

Nel dialogo traspare in modo chiaro lo spirito del credente e dell'apologeta[1].

Note
  1. Ernest Renan considerò l'Octavius "la perla della letteratura apologetica".
Bibliografia
Voci correlate