Virtù
Il concetto di virtù fu introdotto dalla filosofia greca per indicare gli atteggiamenti di fondo della persona valutati come positivi dal giudizio etico. In questo senso si parla di virtù intellettuali, intendendo quelle che perfezionano l'intelletto, anche al fine di una più perfetta conoscenza delle verità religiose, e virtù cristiane, quelle che portano a maturazione la vita cristiana.
Nella storia della Chiesa
I Padri della Chiesa ripresero il concetto di virtù dalla tradizione del pensiero aristotelico e stoico. In particolare Sant'Ambrogio, nel IV secolo, approfondì le attitudini morali e la loro incidenza nella vita del cristiano.
I Padri distinsero quindi le virtù in base:
- al loro oggetto
- alla loro origine
- al loro fine
- al loro grado
Tipologia secondo l'oggetto
Le virtù che hanno per oggetto formale Dio e la sua conoscenza si chiamano teologali; esse sono:
Le virtù che hanno per oggetto formale l'attività morale si dicono cardinali perché considerate il cardine della vita umana; esse sono:
- la giustizia
- la fortezza
- la temperanza
- la prudenza
Di queste, le prime tre hanno come campo di applicazione le relazioni interpersonali ed il controllo delle proprie spinte vitali-istintive.
L'ultima, la prudenza, è considerata come la ragionevolezza suprema, in quanto orientata alla produzione di un giudizio che fa appello alle più alte finalità della famiglia umana, senza tuttavia dimenticare le circostanze della vita individuale.
La ragionevolezza cui tendono le virtù non si identifica con il calcolo utilitaristico o con un procedimento razionale, ma coincide con la lenta conquista di una consapevolezza più grande, il valore della vita, il fine ultimo dell'esistenza, la considerazione dei beni della terra.
Tipologia secondo l'origine
In base alla loro origine le Virtù si dividono in:
- infuse: quelle donate direttamente dalla Grazia divina;
- acquisite: quelle ottenute con la costanza del comportamento retto.
Tipologia secondo il fine
In base al loro fine le virtù si dividono in:
- naturali: quelle che migliorano i rapporti all'interno della collettività
- soprannaturali: quelle attinenti alla relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
Tipologia secondo il grado
Le virtù si identificano in base al loro grado di intensità e di pratica in:
- eroiche: quelle individuate nella vita di santità. Si tratta dell'esercizio di virtù nella forma di un alto grado di perfezione; ciò avviene ad esempio quando alcuni santi praticano in modo eroico la Carità, cioè l'Amore verso Dio e verso il prossimo, ad un punto tale da farne l'opzione fondamentale della loro esistenza; in questo senso Madre Teresa di Calcutta, Francesco d’Assisi, Giovanni Bosco sono esempi eloquenti di virtù eroiche.
- comuni: quei valori morali che ogni buon cristiano coltiva nelle relazioni interpersonali e come qualità proprie; sono ad esempio la discrezione, il senso della misura, l'amicizia, l'ironia, la memoria, la diaconia.
Approfondimento
La tradizione teologica cristiana ha per molto tempo considerato la teoria della virtù come il quadro etico-filosofico attraverso il quale presentare il messaggio di salvezza proposto dalla Rivelazione.
La prospettiva biblica esclude che la realizzazione etica di sé possa essere raggiunta con le sole forze umane della ragione e della volontà. Indica nella grazia il decisivo aiuto offerto da Dio alla libera azione dell'uomo.
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |