Roma città aperta
Roma città aperta | |
Locandina del film | |
Titolo originale: | Roma città aperta |
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Lingua originale: | italiano, tedesco |
Paese: | Italia |
Anno: | 1945 |
Durata: | 103' min |
Colore: | bianco/nero |
Audio: | sonoro |
Rapporto: | 1,37 : 1 |
Genere: | drammatico |
Regia: | Roberto Rossellini |
Soggetto: | Sergio Amidei, Alberto Consiglio |
Ambientazione Geografica: | Roma |
Ambientazione Storica: | 1943 - 1944 |
Sceneggiatura: | Sergio Amidei, Federico Fellini, Carlo Celeste Negarville, Roberto Rossellini |
Produttore: | Giuseppe Amato, Ferruccio De Martino, Rod E. Geiger, Roberto Rossellini |
Casa di produzione: | Excelsa |
Interpreti e personaggi: | |
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Fotografia: | Ubaldo Arata |
Montaggio: | Eraldo Da Roma, Jolanda Benvenuti |
Effetti speciali: | Stefano Ballirano, Stefano Camberini, Pablo Mariano Picabea, Paolo Verrucci |
Musiche: | Renzo Rossellini, Luigi Ricci |
Scenografia: | Rosario Megna |
Coreografia: | Rosario Megna |
Premi: | |
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Roma città aperta è un film drammatico del 1945, diretto da Roberto Rossellini, considerato il manifesto del neorealismo italiano e uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale. Inoltre, è la prima opera della Trilogia della guerra diretta da Rossellini, seguiranno:
Il film uscì per la prima volta nelle sale italiane il 27 settembre 1945.
Trama
Ambientato nella Roma del 1943 - 1944, durante l'occupazione nazifascista, il film si ispira alle vicende reali ed al sacrificio di don Giuseppe Morosini e di Teresa Gullace, entrambi fucilati dai tedeschi.
Il film inizia con la fuga sui tetti dell'ingegnere comunista, Giorgio Manfredi, che milita nella Resistenza, ricercato dai nazisti, il quale si rifugia in casa di Pina, una popolana che sta per sposarsi con il tipografo Francesco, suo amico, anche lui partigiano comunista. La donna ha già un figlio, Marcello, che fa parte di una "banda" di ragazzi, che riesce a compiere un attentato allo scalo ferroviario. Mentre Manfredi si mette in contatto con don Pietro, il parroco della chiesa dove Pina e Francesco si devono sposare, a cui affida un incarico segreto (portare del denaro ad un inviato dei partigiani), i tedeschi setacciano minuziosamente il quartiere dello scalo ferroviario e perquisiscono anche il caseggiato dove abitano i protagonisti. Durante la ricerca Francesco ed altri vengono presi e caricati su una camionetta. Pina assiste alla scena, ma mentre insegue l'automezzo verrà falciata da una raffica di mitra. I prigionieri vengono liberati da un gruppo di partigiani, guidati da Manfredi, il quale si nasconde con l'amico nella casa di Marina, un'attricetta cocainomane che ha avuto in passato una relazione con lui, ma che ora è nel giro degli ufficiali tedeschi.
Il giorno seguente, quando i due partigiani si recano da don Pietro che ha preparato per loro e per un disertore austriaco dei documenti falsi, sopraggiungono i tedeschi, a seguito della spiata di Marina, e tutti vengono arrestati, tranne Francesco che riesce a fuggire. Condotti nella sede della Gestapo, Manfredi viene interrogato e poi torturato a morte dal maggiore tedesco, che spera di carpirgli delle informazioni, Don Pietro viene costretto ad assistere al martirio del partigiano.
All'alba, il sacerdote verrà condotto alla periferia di Roma, presso il poligono di tiro dove sarà fucilato, mentre riceve l'ultimo saluto da alcuni ragazzi della sua parrocchia.
Location
Il film venne girato completamente, sia per gli esterni che per gli interni a Roma.
Le riprese del film furono fatte in condizioni precarie, sia per il periodo storico (i tedeschi erano da poco andati via),sia per la scarsa disponibilità del materiale tecnico, compresa la pellicola. Non essendo disponibili gli Studi cinematografici di Cinecittà, già spogliata dalle attrezzature e ridotta a rifugio per gli sfollati, Rossellini e la troupe improvvisarono le riprese di alcuni interni nel vecchio Teatro Capitani (Via degli Avignonesi, 32).
La scena centrale del film con la fucilazione di Pina (Anna Magnani) che corre dietro al camion che porta via il marito arrestato dai nazisti, fu girata in Via Raimondo Montecuccoli, nel quartiere Prenestino-Labicano: questa è forse la sequenza più celebre del neorealismo, nonché una delle più famose della storia del cinema italiano.
Frasi celebri
- Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi) a Pina (Anna Magnani):
« | Chi ce le farà dimentica' tutte 'ste sofferenze, tutte 'ste ansie, 'ste paure? Ma Cristo nun ce vede!? Tanti mi fanno questa domanda, sora Pina. "Cristo non ci vede...". Ma siamo sicuri di non averlo meritato questo flagello? Siamo sicuri di aver sempre vissuto secondo le leggi del Signore? Nessuno pensa di cambiar vita, di ravvedersi. Poi, quando i nodi arrivano al pettine, tutti si disperano e si domandano: "Ma non ci vede il Signore? Non ha pietà di noi il Signore?". Sì, il Signore avrà pietà di noi, ma abbiamo tanto da farci perdonare. » |
- Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi) al prete confessore (Alberto Tavazzi):
« | Oh, non è difficile morir bene: difficile è vivere bene. » |
- Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi) al maggiore Fritz Bergmann (Harry Feist) e all'ingegnere Manfredi (Marcello Pagliero):
« | Volevate uccidere la sua anima: avete ucciso soltanto il suo corpo. Maledetti! » |
- Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi):
« | Ci sono tante cose che ci fanno male eppure le facciamo lo stesso... » |
Curiosità
- Nel 1996, il regista Carlo Lizzani, nel film Celluloide, tratto dall'omonimo romanzo (1983) dello sceneggiatore Ugo Pirro, racconta le difficoltà incontrate dal regista e dalla troupe, prima e durante, le riprese di Roma città aperta; nel film l'attore romano Massimo Ghini che interpreta il ruolo di Roberto Rossellini.
- Un giovane Ferruccio Amendola fece il suo esordio come doppiatore in questo film, prestando la propria voce a Vito Annichiarico: il piccolo Marcello, figlio di Pina (Anna Magnani).
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